STORIE DI CARTA

Il futuro del libro nelle nostre mani

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cms_22401/1.jpgA fronte di un’intensissima produzione di libri, in Italia il numero dei lettori rimane pressoché stabile. L’Istat nel suo ultimo rapporto annuale sulla lettura, riferisce come nel 2019, anno prima dello scoppio della pandemia, siano stati pubblicati in Italia una media di ben 237 libri al giorno, ovvero 1,3 libri ogni mille abitanti, con la fetta più ampia, il 58,4% di novità e il restante rappresentato da nuove edizioni e ristampe. Siamo in presenza di una tiratura di 192 milioni di copie con un pubblico che però non sembra per nulla crescere. Il numero dei lettori, infatti, nel 2019 rimane stabile se confrontato all’anno prima: il 40% delle persone con 6 anni e più, suddivisi tra lettori di soli libri cartacei (77,2%) e lettori digitali (7,9%). Nonostante i proclami che mettono i più giovani nel mirino come un pubblico svogliato e poco attento alla cultura, sono proprio gli adolescenti tra i 15 e i 17 anni a coprire la quota più alta di lettori (54,1%) assieme ai giovanissimi tra gli 11 e i 14 anni (56,6%). Nella lettura dei libri vi è inoltre una netta distinzione di genere; sono infatti il 44,3% le donne lettrici rispetto al 35,5% degli uomini, con la componente di ragazze tra gli 11 e i 19 anni a rappresentare il pubblico più affezionato ai libri (oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno). Nel corso del 2019, anno di riferimento della ricerca Istat, poco meno della metà dei lettori ha dichiarato di aver letto tre libri nell’anno precedente, i cosiddetti lettori deboli, mentre i lettori forti, 12 libri letti in un anno, sono in piccolo ma graduale aumento, dato che fa ben sperare anche i peggiori pessimisti.

cms_22401/2.jpgL’incidenza di istruzione, buone pratiche genitoriali e territorio in cui si vive sono variabili intervenienti che vanno a influire molto sul pubblico dei lettori, in particolare dei più giovani. La lettura rimane infatti influenzata sia dall’ambiente familiare in cui si vive nel momento in cui madre e padre hanno l’abitudine di maneggiare libri nella loro casa, sia dal livello di istruzione raggiunto nel proprio percorso di studi (più alto è il titolo di studio più è probabile trovare un pubblico di lettori), sia infine dal luogo di residenza, essendo la lettura praticata maggiormente nelle regioni del Nord contro un Sud ancora indietro, probabilmente questo dato è da imputarsi alla maggior presenza nelle aree metropolitane di librerie e biblioteche. L’emergenza sanitaria è andata a influire nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle, sulle abitudini di lettura degli italiani. Se il libro tradizionale come si è visto conosce una fase di stallo per ciò che riguarda il pubblico dei lettori che rimane sostanzialmente fermo ai dati degli anni passati e comunque con un gap impressionante tra libri prodotti e lettore finale, il mercato degli e-book ha suscitato un grande interesse negli italiani, facendo registrare un +79,5% rispetto al 2019, con un picco del +45,7%.

cms_22401/3.jpgGli e-book reader sono uno strumento di lettura che trova impressioni favorevoli non solo nelle fasce dei più giovani, ma anche nelle altre fasce di età, considerando che come molto spesso accade ci si deve raffrontare con un pubblico che ha tra le sue specificità l’uso quotidiano di strumenti elettronici e che dunque anche per ciò che riguarda la lettura, preferisce rivolgersi al formato elettronico. Sarebbe oggi inutile, e probabilmente fuori dal tempo, appellarsi agli effluvi della carta, al piacere tattile della pagina e ad altre gradevolezze sensoriali quando ci si riferisce al libro nel suo formato derivante dall’antico codex. La specializzazione delle interfacce ha compreso anche il manufatto libro e ne ha proposto varie tipologie a seconda dei gusti, delle tendenze e della forma culturale dei lettori. La lettura rimane comunque un fatto sociale, a prescindere da che interfaccia si usi; per le generazioni di ieri, e forse per alcuni giovani di oggi, il libro tradizionale aiuta a fermare un ricordo, un momento particolare della nostra vita che abbiamo legato a quel particolare tipo di autore. Stessa cosa per i nativi digitali: la rete è primariamente un luogo intessuto di relazioni sociali che assolve un’identica funzione di promozione del sé attraverso anche i propri gusti e le proprie letture digitali.

Andrea Alessandrino

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