STORIE DI DONNE

Valtesse de La Bigne, la cortigiana francese più amata del XIX secolo

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Nella storia di Émilie-Louise Delabigne ci sono tutti i passaggi obbligati di una giovanissima ragazza che si dedica alla prostituzione, fino a diventare una cortigiana in grado di influenzare i più potenti uomini dell’epoca e che, grazie alla sua professione, riesce ad accumulare un patrimonio pari a oltre 2 milioni di euro al cambio attuale.

Louise Delabigne (Parigi 1848 - Ville-d’Avray 29 luglio 1910) era la figlia naturale di una donna che per mantenere i sei figli si prostituiva per pochi soldi, e di un padre alcolizzato e violento, che le impedì per sempre di nutrire fiducia negli uomini.

A 13 anni, già bellissima con i suoi capelli rosso-oro e intensi occhi azzurri, Louise perse la sua innocenza, violentata per strada da un uomo anziano che probabilmente l’aveva notata nel negozio di abbigliamento dove lavorava.

Il destino sembrava aver segnato il suo percorso. Divenne una grisette, che nella gerarchia della prostituzione indicava quelle giovani donne che si vendevano per strada, rischiando l’arresto e il taglio dei capelli, se fermate dalla polizia.

Intanto Louise lavorava anche in negozio di abbigliamento intimo femminile, frequentato da uomini facoltosi. Lì incontrò un giovane uomo che le prese il cuore e le diede due figlie, ma non trovò il coraggio di sposarla.

Dopo quella deludente esperienza amorosa, Louise decise che non si sarebbe mai sposata, preferendo arrivare al traguardo della ricchezza e della notorietà con altri sistemi: vendersi senza mai darsi veramente, senza eccezioni per nessuno.

Intanto era salita di un gradino nella scala sociale delle mondane: era una lorette, che nel gergo della categoria indicava quelle donne che venivano mantenute da pochi clienti selezionati.

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Nana di Edouard Manet, 1877, tratto dal romanzo di Emile Zola. Zola è stato fortemente ispirato da Valtesse per il suo personaggio principale.

La sua grande occasione arrivò quando conobbe il compositore Jacques Offenbach, che la elevò a livello delle grandes horizontales, cortigiane i cui favori erano contesi da tutti quegli uomini che potevano permetterselo.

Divenne l’amante e musa ispiratrice di molti artisti, come Edouard Manet, Henri Gervex, Gustave Coubert, e altri pittori famosi, tanto che fu soprannominata l’Union des Peintres.

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Ritratto di Valtesse de La Bigne, di Edouard Manet – Metropolitan Museum – New York

Nel frattempo aveva cambiato nome, si faceva chiamare Valtesse de La Bigne: Valtesse aveva grosso modo lo stesso suono di “Votre Altesse” (vostra altezza).

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Valtesse de La Bigne, di Henri Gervex – Musee d’Orsay – Parigi

Con questo pretenzioso nome riuscì a rovinare economicamente diversi personaggi della nobiltà francese ed europea: il principe Lubomirski di Polonia e il principe de Sagan.

Dai suoi amanti pretendeva abiti lussuosi e gioielli preziosi, case, carrozze, viaggi, cene in locali prestigiosi, tanto che non ammise nella sua camera da letto lo scrittore Alexandre Dumas dicendogli: “Caro signore, non è nei tuoi mezzi”.

In un certo senso fu un altro scrittore, Emile Zola, a prendersi una rivincita sulla cortigiana: scrisse il libro Nanà, che ebbe un enorme successo, ispirandosi proprio a lei, la sirena che incantava e poi distruggeva gli uomini che si illudevano di possederla, descritta come amabile ma spietata, un ritratto poco lusinghiero che irritò molto la Valtesse.

Valtesse fu abbastanza lungimirante da capire che la sua attività era legata all’età, così si ritirò a vita privata, nella sua lussuosa dimora a Ville-d’Avray, quando aveva poco più di 50 anni. Continuò però a istruire giovani donne sull’arte di intrattenere gli uomini, fino a quando, il 29 luglio del 1910, le scoppiò una vena e morì.

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Letto da parata di Valtesse de la Bigne con cornice in legno, bronzo dorato, velluto di seta verde realizzato nel 1877 da Edouard Lièvre (Blâmont 22 settembre 1828 - Parigi 26 novembre 1886). Lascito ereditario di Émilie Louise de la Bigne, nota come Valtesse de la Bigne nel 1911 al Museo delle Arti Decorative, Parigi.

Gruppo arte e cultura di Orietta Paganotti

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