SULLE TRACCE DEL GRAAL - (Seconda parte)

SULLE_TRACCE_DEL_GRAAL__Seconda_parte.jpg

Di nuovo sulle tracce del reperto più misterioso della cristianità, il Santo Graal. Innanzitutto ricordiamo che, secondo la tradizione, il contenitore non ha una forma ben definita, ed anche il materiale di cui è composto non sarebbe ben identificato, tanto è vero che la stessa Vergine Maria era denominata come “Vas Spirituale, vas honorabile,vas insigne devotionis”, ossia vaso spirituale, vaso onorabile, vaso di devozione, proprio a significare che il seme divino è contenuto in lei. La ricerca del Graal dunque non si dovrebbe spostare solamente su un piano materiale, ma è ovvio che nei secoli si è cercato di trovare una traccia tangibile della reliquia miracolosa. Partendo da Torino stavolta, rechiamoci davanti alla Chiesa della Gran Madre, che secondo alcuni studiosi celerebbe le indicazioni per trovare la sacra coppa. Ai lati di questa imponente costruzione sono state poste due statue, simboleggianti una la Fede, con in mano una coppa protesa verso l’alto, e l’altra la Religione, nell’atto di reggere una croce. In realtà per certi esperti, il calice sarebbe lo stesso che la scultura della Fede, all’esterno dell’edificio, alza verso il cielo, senza considerare che una tradizione minore vorrebbe il Graal nascosto laddove la statua guarda, ma essendo priva di pupille un punto esatto non si può ravvisare.

cms_6789/2.jpgPerò certi studenti del Politecnico di Torino hanno effettuato un studio balistico provando ad individuare una possibile traiettoria di quello sguardo senza occhi, e sarebbe stato individuato, come possibile osservato speciale dalla statua, Palazzo di Città, che per un puro caso, forse, ha dei calici rappresentati sulla facciata esterna dell’edificio. Chissà se qualcuno lo troverà mai, sarebbe d’altro canto un segnale importante, nella stessa città sia la Sacra Sindone che il Santo Graal. Da Torino a Genova, per visitare la Cattedrale di San Lorenzo, e si ricordi questo santo anche in futuro. Qui all’interno della Cattedrale, tra le statue, i dipinti, il silenzio e l’oscurità delle cappelle private, è conservata una coppa esagonale, nota come il Sacro Catino.

cms_6789/3.jpgIl colore dell’oggetto, in vetro egiziano, è un verde smeraldo, e tradizione vuole che proprio da uno smeraldo sia stato ricavato l’oggetto, forse lo stesso smeraldo che aveva su di se Lucifero? O la pietra delle tavole di Ermete Trismegisto? Questo catino venne preso dai combattenti genovesi che, durante la prima crociata nell’anno 1099, parteciparono alla presa di Cesarea, in Terra Santa. La storia insegna che non sempre ciò che è di qualcuno resta in suo possesso, ed infatti il catino fu oggetto di tentativi di furto, di compravendite, provarono a rubarlo i francesi ed i veneziani, ci provò Carlo V, che alla fine contrattò per lasciare il Catino al suo posto al modico prezzo di mille ducati: la fede paga meno dei contanti. Però, riporta Gaetano di Santa Teresa, un cronachista dell’epoca, il Catino, appena portato a Genova, era alto circa otto once genovesi, più o meno 16 centimetri, mentre l’attuale, quello esposto, ne misura solo 9. Erosione magica o sostituzione con una copia? Comunque, all’inizio del 1800 Genova cadde davanti all’esercito napoleonico, ed il Catino venne portato a Parigi, per tornare al legittimo posto solo 10 anni dopo, anche se frantumato in dieci pezzi. Nel frattempo una parte del mistero è stata svelata: l’oggetto non è di smeraldo ma di cristallo egizio appunto, anche se forse, potendo essere una copia, la verità non si saprà mai. E chissà se l’originale è ancora nella Cattedrale di San Lorenzo di Genova oppure nell’omonima chiesa che si trova a Roma, fuori dal cimitero del Verano, San Lorenzo fuori le mura. Si, perché anche se Roma ed il Vaticano non compaiono tra i luoghi dove potrebbe essere nascosta la coppa, circolano strane voci a proposito di un Calice d’Oro che si troverebbe nei sotterranei di questo edificio. Ci recheremo a Roma prossimamente, per continuare la ricerca del Graal in Italia.

Paolo Varese

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram