Scienza e Cristianesimo
Si uniscano nel rispetto della Vita

Il nostro Paese onora il principio supremo di laicità. Pur non essendo esplicitamente sancito nella Carta costituzionale del 1948, esso è ricavato in via ermeneutica e tutela il pluralismo confessionale e culturale, presupponendo l’esistenza di sistemi valoriali, scelte personali di pensiero, che devono intendersi di pari dignità e nobiltà.
Se ciò garantisce la neutralità della sfera politica di fronte alle religioni e alle loro questioni, non implica l’indifferenza dello Stato, chiamato anzi a salvaguardare la libertà confessionale, sempre che la stessa non configga con altre costituzionalmente garantite, preminenti e inderogabili.
L’Italia è di fatto un paese ad indirizzo cattolico e, nella considerazione storica della religione che mira ad unire e non a dividere, che rispetta la vita prima di tutto, ciò deve essere considerato un valore. Un rafforzativo di quanto enunciato nell’articolo 2, a tutela dei diritti inviolabili dell’essere umano.
La sentenza che ha decretato la morte del piccolo Charlie è stata accolta con sgomento nel nostro Paese. Giustamente, diciamo noi. Perché oltre ad andare contro i principi inviolabili garantiti, si oppone al volere dei genitori, la cui potestà dovrebbe essere riconosciuta da qualsivoglia ordinamento, perché se il bambino fosse davvero destinato a morire, tanto varrebbe provare qualsiasi altra terapia, in grado magari di riservare sorprese. Perché una sentenza di morte nei confronti di una creatura, rea di essere malata, nel mondo occidentale non può essere accettata. Mai in nessun caso. Perché il Vangelo ci insegna che nulla è scontato, ricordandoci che il Cristo resuscitò Lazzaro.
Il Bambino Gesù, ospedale cattolico all’avanguardia nella ricerca pediatrica, si è detto pronto ad accogliere Charlie. “Nella vita - ha dichiarato la presidente Mariella Enoc - ci sono zone grigie. In questo caso è molto difficile dire se c’è accanimento terapeutico o no. Su questa zona grigia mi astengo dal giudizio e faccio la sola cosa che posso fare, ovvero dire che possiamo accogliere la famiglia e accompagnarla così come ci ha chiesto il Papa. Ma il board dell’ospedale di Londra dice che non si può”.
Il Great Ormond Street Hospital ha detto infatti di non poter trasferire il bambino “per motivi legali”.
“Questa è un’ulteriore nota triste” ha ribadito la Enoc.
Ma il Vaticano non si arrenderà e farà il possibile per superare gli ostacoli. “Se possiamo farlo, lo faremo” ha detto il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin.
E noi ci uniamo all’impegno della Santa Sede, facendo appello alla fratellanza cristiana, invitando tutti a ritrovare in essa quel senso di unità, quell’appartenenza alla comune matrice, pur nelle sue diverse espressioni. All’uomo va demandata l’amministrazione delle cose terrene, ma in Dio va riposta umilmente la speranza, la cui negazione farebbe di noi esseri peggiori.
La scienza ha contribuito alla crescita della nostra civiltà. Se l’uomo non avesse assecondato la sua fervida inquietudine, le scoperte alla base della modernità non ci sarebbero state. Essa non è ostile al Cristianesimo, nel suo più profondo significato innovatore. Può esserci una via etica che coniughi fede e ricerca, lasciando al Creatore ciò che è di suo dominio. A noi il compito di percorrerla, sempre nel rispetto supremo della Vita.
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