Spazio, ultima frontiera

Siglato un accordo tra il presidente della Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, ed il Ceo di Virgin Galactic

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Spazio, ultima frontiera. O quasi. Siamo ben coscienti che di frontiere da superare, specialmente burocratiche ed ingegneristiche, ce ne sono diverse, specialmente in Italia, ma l’accordo sottoscritto pochi giorni fa in Puglia avvicina lo spazio alle persone. E’ ormai ufficiale: a Bari è stato siglato un accordo tra il presidente della Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, ed il Ceo di Virgin Galactic, il brand della compagnia di Richard Branson incaricato di pianificare i viaggi spaziali, George Whitesides. Tra gli altri, alla storica firma erano presenti anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano e la ministra Barbara Lezzi. Come area riservata per i tragitti cosmici è stata scelta Grottaglie, dove ora esiste un aeroporto purtroppo in disuso, nonostante le innumerevoli promesse dei tanti, troppi politici, che ad ogni tornata elettorale utilizzavano quella struttura come specchietto per i voti.

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Era da oltre un anno che si attendeva l’ufficializzazione dei sussurri e dei mormorii, ossia da quando la Alter, una società che vede la partecipazione al suo interno anche della Alenia, strinse un accordo con la Virgin Galactic per la realizzazione di una struttura destinata ai voli spaziali in Italia. In questo periodo sono stati esaminati diversi siti, fino a concentrarsi su una zona dove si aprirebbe la possibilità di un indotto che, a ben guardare, potrebbe sostituire, in termini economici, l’eco mostro dell’Ilva. Oltretutto una Cape Canaveral italiana fungerebbe da zona di lancio anche per satelliti e da polo strumentale e logistico per l’addestramento di futuri cosmonauti. Ovviamente i criteri per la selezione del sito hanno riguardato la lunghezza della pista, la vicinanza con altre strutture aeroportuali, le zone di interdizione al volo. Ed il tutto è stato sottoposto alla valutazione dell’Enac, che ha confermato la validità della scelta. La struttura già esistente dovrà subire le necessarie modifiche, con l’ampliamento degli hangar già esistenti e l’aggiunta di nuove infrastrutture, oltre ai vari laboratori e tutti gli apparati al servizio dell’utenza. Si attende che il brand inglese diventi operativo, al fine di valutare i progetti, e la data prevista per l’inizio dell’attività di volo sembra essere quella non troppo remota del 2020. Saranno delusi coloro i quali si aspettando di vedere i famosi silos verticali, quegli scheletri in acciaio che hanno fatto da cornice a tutti i lanci a cui abbiamo assistito sin da quando Gagarin salutò in russo dallo spazio. Il decollo avverrà infatti in modalità aereo, quindi rincorsa lunga e via verso nuove fantastiche destinazioni.

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Ma la delusione riguarderà anche tutte quelle persone che speravano di potersi concedere un giro suborbitale intorno al nostro pianeta, poiché il costo del biglietto non sarà esattamente a buon mercato. Si parla di 250.000 dollari a passeggero, per un massimo di sei turisti di élite che potranno salutare con la mano chi guarda con la testa all’insù, magari masticando pillole di champagne, a bordo dello Shuttle panoramico. Circa 210.000 euro per 1 ora 40 minuti, in cui si potranno vivere le sensazioni in assenza di gravità, ammirando il globo da circa 400 km di altezza, per poi planare senza utilizzo di propulsione. Mancano ancora aspetti legali e giurisprudenziali da definire, tra cui le modalità di fruizione della struttura da parte delle Virgin, anche se si ipotizza una formula particolare per cui non è previsto affitto da pagare. E inoltre, vale la pena di sottolinearlo, a parte il discorso economico, si intende sfruttare la potenzialità offerta dallo sviluppo aerospaziale. Il sogno si sta per avverare: la destinazione è nota, bisogna solamente trovare la rotta. Seconda stella a destra, dopo Grottaglie.

Paolo Varese

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