THE ECONOMIST: TRUMP IL PIÙ GRANDE PERICOLO PER IL MONDO NEL 2024

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Articolo al veleno del noto settimanale britannico The Economist su Donald Trump e sulla sua potenziale rielezione alla Casa Bianca il prossimo anno. L’ipotesi è tutt’altro che remota, dal momento che il tycoon in diversi sondaggi è complessivamente avanti rispetto a Biden, nonostante le primarie dei repubblicani debbano formalmente ancora cominciare. È infatti Biden, quantomeno attualmente, a risultare sconfitto dal consenso popolare americano; persino il secondo candidato repubblicano (Nikki Haley) e il noto Ron DeSantis, al momento al terzo posto, batterebbero l’attuale presidente se le elezioni si tenessero oggi.

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Il fatto è che, invece, buona parte dei media americani (e internazionali) non vede di buon occhio Trump al potere.“Donald Trump rappresenta il più grande pericolo per il mondo nel 2024”, titola un articolo online del giornale citato, che spiega successivamente come un secondo suo mandato “sarebbe una svolta diversa dalla prima” e galvanizzerebbe i due rivali statunitensi Putin e Xi Jinping. Per questo motivo, la sua presidenza rappresenterebbe “la più grande minaccia” proprio per gli Stati Uniti. “La Cina e i suoi amici si rallegrerebbero della prova che la democrazia americana è disfunzionale” e proprio Pechino sentirebbe meno il fiato sul collo, tanto da poter facilmente “sbagliare i calcoli su Taiwan, con conseguenze catastrofiche”. La Russia di Putin, invece, per lo stesso motivo “avrebbe un incentivo a continuare a combattere in Ucraina e a eliminare paesi ex sovietici come la Moldavia o gli Stati Baltici”, scrive sempre il giornale.

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Sia Biden, che Trump, stanno vivendo scandali e questioni giudiziarie personali e familiari di rilievo, ma al momento Trump sta riuscendo a cavarsela meglio rispetto al rivale, in termini di affezione pubblica. Anche la recentissima indiscrezione della Cnn su un presunto audio riferibile a Trump, nel quale avrebbe dichiarato di voler raggiungere la folla impegnata nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, sembra avere al momento minor impatto sull’opinione pubblica rispetto alla vicenda di Biden dei documenti classificati trovati in un suo ex ufficio e nel garage di una sua casa. Questo per l’imbarazzo di dover gestire le accuse che, per una vicenda simile, erano state mosse proprio contro Trump. Poi pesano come macigni le accuse contro il proprio figlio Hunter Biden, già sotto indagine per possesso illegale di una pistola e al momento sotto accertamento per il mancato pagamento di tasse.

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Nonostante questo, l’articolo che ha fatto il giro del mondo, sottolinea che una nuova elezione di Trump testimonierebbe una diminuzione della “autorità morale” del Paese, che lo avrà votato “pur conoscendo il peggio”, ipotizzando che lo stesso “perseguirà i suoi nemici” e imbraccerà la lotta “a qualsiasi istituzione si trovi sulla sua strada, compresi i tribunali e il Dipartimento di Giustizia”. Trump potrebbe così “calpestare il giusto processo e i diritti civili” e, a questo punto, “i suoi diplomatici non potrebbero proclamarli all’estero. Il sud del mondo troverebbe conferma nel sospetto che gli appelli americani a fare ciò che è giusto siano in realtà solo un esercizio di ipocrisia”. Per tutte queste ragioni, The Economist rimarca l’importante responsabilità degli elettori di quel paese, il cui voto e le cui preferenze si ripercuoterebbero sul mondo intero: “Le elezioni saranno decise da migliaia di elettori solo in una manciata di Stati. Nel 2024 il destino del mondo dipenderà dalle loro schede elettorali”. A cavallo dello scorso 5 novembre, quindi a un anno esatto dalle prossime elezioni, si sono tenuti diversi sondaggi che hanno ipotizzato un duello Biden-Trump. La situazione, facendo una media dei diversi dati raccolti dalle varie società consultate, è quasi di testa a testa, ma Trump è avanti in almeno 5 dei 6 stati indecisi, ovvero che sono in bilico tra democratici e repubblicani.

Enrico Picciolo

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