TRUMP: TRA CONTESTAZIONI IN CASA E LA GUERRA ECONOMICA DEL PETROLIO
SOTTO ACCUSA GERMANIA E IRAN MENTRE PUTIN TRIONFA

Il nuovo presidente americano che da giorni è costretto a subire le proteste di migliaia di cittadini americani, tutti contagiati da quella febbre antitrump che nessun ‘vaccino’ è riuscito ancora a debellare, continua a marciare impavido contro i nemici dell’America, fregandosene di tutte le ingiurie e le contestazioni che gli piovono addosso. Tradito anche dal giudice federale di Seattle, James Robart, che ha bloccato il muslim ban, ossia il decreto di restrizione all’ingresso di islamici nel paese, Trump continua a ruggire i suoi abituali proclami di “We’ll make America Great Again”.
Persino la grande marcia messa in piedi dalla rock star dagli scandali facili come Madonna, non ha attirato l’attenzione di un orso ringhioso come Trump che per la cantante in ‘epoca remota’aveva avuto una breve parentesi affettiva. La stessa tuttavia non ha ricevuto il sostegno totale del popolo di facebook dove donne seriamente impegnate nella difesa dei diritti umani sollecitavano con i loro post quelle americane a marciare per la vera libertà: quella di milioni di altre donne schiave in paesi dove i diritti sono davvero negati e un sogno impossibile.Tralasciando questo aspetto che deve aver deluso non solo Madonna, ma tutte le sue fan che insieme a lei hanno ripetuto in modo demenziale , ‘we want Love’, emerge forte la vacuità e l’inconsistenza di certe proteste, che tra la classe operaia e la media borghesia gravata da alti tassi di disoccupazione, non trovano terreno fertile, né scalfiscono la sicurezza con cui Trump marcia verso i suoi ambiziosi progetti, forte degli appoggi non solo del popolo che lo ha votato, ma anche di quella parte dell’oligarchia che gestisce la finanza mondiale e che forse, in lui ha riposto fiducia.
E mentre il noto giornalista di ‘Repubblica’, Rampini, autore del libro ‘Tradimento’ (Mondadori), di fronte alla marcia chiassosa e trionfante delle ‘pink ladies’ si chiedeva come mai l’8 novembre le donne non avessero votato compatte per una donna presidente come la Clinton, Trump sicuro degli appoggi che dietro le quinte del potere gli vengono confermati, con la tempistica che il suo impulsivo carattere gli consente, rivolta le carte che Obama aveva scoperto sul ‘tavolo da gioco’ mondiale con l’Iran e la Russia. Quindi, di nuovo sanzioni per l’Iran e rimozioni delle sanzioni per la Russia.
Trump stravolge tutti i progetti del suo predecessore arrogandosi anche il potere di disintegrare quella parte di Europa che è stata sempre difesa dai federalisti che mai hanno ceduto, nemmeno di fronte ai tradimenti di politici ambigui.Che Trump sia l’uomo illuminato venuto per salvare il mondo dalla povertà e dalla guerra non è certo credibile, ma che egli voglia scongiurare il rischio di vedere l’economia americana scendere al di sotto di quella cinese, questo si che è credibile. In questo egli sarebbe un alieno fuori dalla storia contemporanea dominata dalla globalizzazione e, come un don Chisciotte, lotta contro i fantasmi del passato che vogliono distruggere l’America per la quale egli brandisce l’arma del patriottismo per proteggerla e riportarla alla ricchezza di un tempo.Il suo ruolo di cavaliere indomito in cerca di nemici da abbattere non è follia ma pura e semplice strategia guidata da quella suddetta fazione di oligarchi che dopo le nefandezze dello Stato islamico, le ambiguità della Turchia e l’evidente appoggio dell’Arabia saudita agli stessi terroristi, stanno cercando di modificare il vecchio copione delle alleanze secondo le ‘affinità elettive’ di popoli che con l’Europa bene o male, hanno dovuto per secoli convivere tra rapporti commerciali, culturali e religiosi.
Il riferimento va ovviamente alla Russia.
E’ evidente che l’ultimo summit tra Iran ,Turchia e Russia senza la presenza di alcun rappresentante Usa, deve aver preoccupato l’establishment americano e in poco tempo la presidenza , già quasi nelle mani della Clinton , improvvisamente è passata in quelle di Trump. E’ molto probabile che in accordo con il vecchio stratega Harry Kissinger, Trump abbia puntato a dividere la Russia dalla stretta cooperazione con il colosso cinese. Una manovra quindi studiata segretamente a tavolino con gli oligarchi della Finanza ma anche una tattica personale per allontanare il grande ‘Zar’ dal gruppo islamico (Iran-Turhia) di cui Trump è un acceso oppositore .
Quindi cosa fa Trump? Nomina Segretario di Stato Rex Tillerson, ingegnere 64enne amministratore delegato della Exxon(Esso)Mobil che con Putin aveva già sviluppato buoni rapporti a seguito di un accordo Rex Tillerson sull’esplorazione dell’artico tanto che lo stesso Putin aveva conferito a Tillerson l’’Ordine dell’Amicizia’, la massima onorificenza russa per un cittadino straniero. Nel 2014 in una conferenza degli azionisti Tillerson aveva dichiarato la sua opposizione alle sanzioni di Washington contro la Russia che facevano perdere alla Exxon Mobil un miliardo di dollari l’anno.
Trump quindi, cambia totalmente strategia e rafforza gli accordi economici con la Russia che tramite la compagnia Esso riceve 500 miliardi di dollari. Dopo la nomina di Trump la Russia, che non aveva mai aderito al programma Arabia /USA volto a ridurre l’estrazione del petrolio per far aumentare il prezzo, ora lo fa.Tuttavia, se da una parte si assiste ad una svolta sorprendente negli interessi economici che mirano ad arricchire l’America di Trump, dall’altra lo stesso Trump si mostra insensibile all’eventuale crescita dell’economia europea e in particolar modo della nostra Italia. Dopo la rimozione delle sanzioni da parte di Obama all’Iran, grazie alla mediazione di Matteo Renzi, l’Italia diviene il primo paese ad allacciare accordi commerciali con l’Iran acquistando petrolio a prezzi inferiori di quello che veniva estratto dall’Eni dai pozzi di Viggiano in Basilicata, pozzi tra l’altro bloccati da un provvedimento giudiziario. In verità l’Eni che dall’Iran conta un credito di 11miliardi e 750 mila dollari, ha raggiunto un accordo secondo cui le somme dovute e congelate in Iran dopo le sanzioni dal 2006, non saranno oggetto di riscossione perché in cambio l’Eni prenderà il petrolio grezzo per raffinarlo in Italia. Grazie a questo accordo , avvenuto dopo la rimozione delle sanzioni da parte di Obama, nel 2016, l’Iran aveva concesso all’ ENI la consulenza esclusiva per la parte commerciale e amministrativa del petrolio iraniano per venderlo in tutto il mondo.
Ma cosa succede ora che Trump ha rimesso le sanzioni all’Iran? E’ possibile che l’Italia venga indirettamente penalizzata? Forse no, visto che le nuove sanzioni di Trump riguarderebbero solo alcuni settori della vita economia iraniana. D’altra parte Trump non ha risparmiato in Europa neanche la Germania da tempo leader nelle esportazioni tanto che, come si legge nel ‘ Sole 24 Ore “ il suo pil è sempre elevato rispetto agli altri paesi membri . Infatti il 2016 ha rappresentato un record con 297 miliardi di dollari (contro i 271 del 2015), superando nuovamente la Cina. Con l’8,6% del Pil il surplus della Germania si pone al di sopra del 6% (tasso) raccomandato dalla Commissione europea che però accusa Berlino di essere responsabile di uno squilibrio macroeconomico che nuoce all’economia dei partner Ue”. Per questo Peter Navarro, capo del Consiglio nazionale del commercio, organismo creato dal presidente Trump per stabilire le linee della sua nuova politica economica, in una intervista al Financial Times ha dichiarato “guerra” alla Germania la quale ( parole di Navarro),” sta usando la «gravissima sottovalutazione dell’euro» per sfruttare gli Stati Uniti e i partner europei. L’euro è «un marco tedesco camuffato»,- avrebbe detto- il cui valore troppo basso dà a Berlino un vantaggio sui principali partner europei. Sempre Navarro sostiene “che è proprio a causa dell’enorme sottovalutazione dell’euro da cui la Germania trae vantaggi continui ,che gli Stati Uniti hanno deciso di abbandonare per sempre il trattato transatlantico sul Commercio e gli investimenti.
“Letteralmente: “ Transatlantic Trade and Investment Partnership”.di cui si era a lungo parlato prima della presidenza Trump.Da queste dichiarazioni appare chiaro come l’Unione Europea abbia sofferto di una disparità economica e finanziaria che ha reso competitiva la corsa verso il raggiungimento di livelli economici ideali per la stabilità di un paese. Queste differenze mai livellate ha creato gli squilibri e il malcontento tra una nazione e l’altra tanto da indurre alcuni paesi all’euroscetticismo e alla sfiducia dell’Euro .
Né la Germania tramite il ministro delle finanze Wolfang Schauble si è mai adoperato per un “riallineamento” fiscale come non solo Trump ma anche Obama prima di lui avevano chiesto alla Germania.Ecco che a questo punto irrompe sulla scena economica internazionale Trump con una nuova manovra che include il petrolio russo con la cui partnership porterebbe il suo paese a livelli di competitività ineguagliabili. Potremmo anche chiamare questa manovra ‘guerra’. Una guerra economica basata sulla conquista della egemonia petrolifera. Una guerra del petrolio che si combatte a colpi di prezzitra Arabia Saudita, Iran, Usa, Russia. Tuttavia è innegabile che Trump, in questo salto di qualità abbastanza egoistico nei confronti del proprio paese, non stia curando i rapporti economici anche con l’Iran che con queste inique sanzioni, se dovessero essere estese a tutti i settori commerciali, si vedrebbe ancora una volta confinato all’isolamento, spingendo sempre più le masse all’asservimento radicale religioso.
L’emancipazione economica è la prima condizione di rinascita sociale e civile; quella che i giovani iraniani attendono da anni. Questa breve apertura del mercato petrolifero, se interrotto, ricaccerebbe il paese nelle gole del profondo medioevo islamico e questo non gioverebbe alla causa di integrazione tra i popoli sciiti e l’Occidente. Un errore quello di Trump di rilanciare la cooperazione solo con i paesi arabi nonostante la strage alle ‘Twin Towers’ di New York. Ad essere penalizzato lo è anche il nostro sud Italia che tenta di respirare l’aria buona della crescita economica.
Fa riflettere il fatto che dopo l’elezione di Trump e le sue critiche alla Germania la Merkel proponga a sorpresa l’Europa a due velocità.Ma c’è chi non è d’accordo in quanto ciò significherebbe dare più potere alla Germania che accentrerebbe nelle sue mani la gestione di questioni importanti come migrazione, sicurezza, difesa e soprattutto la moneta euro. Quest’ultima, difesa da Mario Draghi per essere stata un ancora di salvezza per l’Europa in crisi ,dimostrerebbe, spiega sempre l’uomo ombra, come nelle mani dell’Europa più forte diventerebbe una moneta irrevocabile. Al contrario, quelli della seconda velocità, essendo più deboli dovrebbero solo eseguire . In verità La Merkel teme l’ascesa politica di Marie Le Pen in Francia e prevedendo una possibile scissione propone la divisione tra paesi più forti e stabili e paesi meno forti e poveri. Ma è un fatto che l’Italia nonostante la sua ottimale posizione geografica e la sua perseveranza nella ricerca di un florido spazio economico internazionale non ha ancora trovato la strada dello sviluppo che la veda ai primi posti in Europa.
Il più grande giacimento di petrolio dell’ Europa,continentale che trovasi in Basilicata e che, a detta della grande finanziaria Goldman Sachs , potrebbe cambiare il volto dell’Italia rimane ferma per la incapacità dei politici di saper coniugare l’innovazione tecnologica con le risorse tradizionali per produrre ricchezza pur nel rispetto dell’ambiente. Ma questo tema troppo lungo da affrontare, potrà divenire oggetto di approfondimento con altro scritto ed eventualmente contribuire a dissipare quei luoghi comuni che la propaganda organizzata diffonde per distruggere le opportunità che la madre terra ci regala. E’ possibile che venti di guerra soffino ancora nel Mediterraneo per il controllo mondiale del petrolio ? Difficile dirlo Ma …il male, si sa, è sempre in agguato e domani forse prenderà il nome di un altro dittatore mascherato se alla fermezza non saprà unire la mano tesa per evitare l’odio estremo sotto la cenere.
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