TUNISIA, DISASTRO AMBIENTALE EVITATO
Le ispezioni della petroliera naufragata al largo della regione di Gabes non hanno rilevato perdite
Sebbene in prima istanza si fosse temuto il peggio, le ispezioni della petroliera naufragata al largo della costa del sud-est della Tunisia non hanno rilevato alcun segno di inquinamento. Alcuni filmati della Marina Militare mostrano i sommozzatori tuffarsi lì dove si è verificato l’incidente e analizzare lo scafo dell’imbarcazione, che, ricordiamo, trasportava 750 tonnellate di gasolio. "Non c’è nessuna perdita al momento", rassicurano fonti ufficiali.
Il punto su cui il WWF aveva lanciato l’allarme per possibile “nuovo disastro ambientale” è la regione di Gabes, zona in cui la popolazione, di circa 400.000 persone, è particolarmente dedita alla pesca. Le sue acque erano già state soggette a contaminazione in passato.
"Una squadra di sommozzatori accompagnati dal capitano e dal meccanico della nave, che conoscono la configurazione, si è recata sul posto per esaminare lo scafo" ha spiegato Mohamed Karray, portavoce del tribunale di Gabes, facendo sapere inoltre che è stata aperta un’inchiesta per chiarire le cause del naufragio.
La sfortunata nave mercantile porta il nome di Xelo e batte bandiera della Guinea Equatoriale. Misura 58 metri di lunghezza e 9 di larghezza. Le turbolenze meteorologiche avevano spinto l’equipaggio - 7 persone, tutte portate in salvo - a chiedere di entrare in acque tunisine lo scorso venerdì sera. Nel tragitto tra il porto egiziano di Damietta e Malta aveva cominciato a imbarcare acqua, la quale si è infiltrata nella sala macchine e ha raggiunto progressivamente un’altezza di quasi 2 metri. Di qui il naufragio, che fortunatamente non ha prodotto vittime e, a quanto pare, neanche il tanto temuto disastro ambientale.
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