TURCHIA, DONNE AL COMANDO DI UNA NUOVA POLITICA?

Alle prossime elezioni Meral Aksener e Ali Babacan sfideranno Erdogan

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La Turchia è in fermento per le elezioni che si terrano l’anno prossimo.

Nuova protagonista della scena politica turca è Meral Aksener, donna che dopo aver abbandonato il partito che l’ha lanciata in politica, il Mhp, ha fondato un nuovo movimento politico di ultradestra denominato Iyi parti, con il quale si candida come seria sfidante dell’incontrastato presidente Recep Tayyip Erdogan.

Aksener con il suo indirizzo politico si pone come alternativa al presidente in carica, è al fianco delle donne, segue una linea dedicata alla protezione dei principi femministi e ha dimostrato anche aperture verso il movimento Lgbt.

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La giovane donna fin da subito si è schierata contro la politica omofoba e maschilista di Erdogan, dichiarando in diverse interviste che la Turchia e tutta la sua popolazione maschile deve valorizzare il genere femminile e le diversità: le donne dovrebbero essere libere di esprimersi, studiare, lavorare, divertirsi come meglio credono, non solo pensare alla famiglia e alla casa. Inoltre, Aksener ha criticato aspramente i matrimoni combinati e precoci e i femminicidi.

Con il suo partito, Aksener pone l’obiettivo di realizzare un cambiamento che migliorerà la vita delle giovani donne turche.

Al momento in Parlamento il suo movimento politico è la seconda forza dell’opposizione e con l’accordo raggiunto con il partito Deva, fondato da Ali Babacan, si candida seriamente a trionfare alle prossime elezioni.

Babacan ha dichiarato che la Turchia tornerà nella Convenzione di Istanbul e che le donne non saranno uno strumento politico per raggiungere la vittoria, ma il fulcro della sua agenda con l’obiettivo di riconoscere alle stesse la posizione sociale che meritano con i relativi diritti.

Un altro obiettivo sarà quello di una riforma costituzionale che riconosca parità di diritti tra uomini e donne.

Tale riforma però era già stata preannunciata dallo stesso Erdogan, che per aumentare i suoi consensi aveva manifestato l’intenzione di presentare una nuova carta costituzionale, progetto però che non aveva trovato una soluzione favorevole in quanto per poter mettere mano alla costituzione occorrono almeno 400 voti, quando invece il partito Akp del presidente e l’ Mhp potevano contare su 334 membri.

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L’attenzione del dibattito politico si è poi spostata su un altro tema molto caldo che riguarda l’uso del velo, argomento avanzato da Kemal Kilicdaroglu, esponente del partito Chp, contrario a quanto prescritto dalla religione islamica.

Il velo è da sempre indossato dalle donne turche, ma negli ultimi anni molte si sono opposte a questa usanza con cortei e manifestazioni, tanto da ottenere il divieto di indossarlo nelle università, nei tribunali e in parlamento.

Questo divieto però è venuto meno con una legge approvata da Erdogan, il quale ha riammesso in Turchia l’uso del velo anche per le forze dell’ordine.

Antonio Conversano

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