TURCHIA, IL NO DELLE DONNE ALLA LEGGE SULLE SPOSE BAMBINE

Retromarcia del governo dopo la valanga di reazioni suscitate dalla controversa proposta di legge intesa ad abolire la condanna dei responsabili di abusi sessuali nei confronti delle minorenni, sposando la vittima

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Pochi giorni fa la Turchia ha ritirato la controversa proposta di legge presentata dal partito Akp del presidente Erdogan che avrebbe legittimato un matrimonio riparatore in caso di stupro di una bambina. Sarebbe stata applicata ai casi avvenuti tra il 2005 e il 16 novembre di quest’anno e i responsabili degli abusi sui minori, sposando le loro vittime, avrebbero in questo modo evitato le condanne. Un disegno di legge che ha sollevato forti critiche perché, agli occhi di moltissimi, la legge finiva per legittimare la violenza sessuale e soprattutto il fenomeno delle ’spose bambine’, ferita aperta in un paese dove, solo negli ultimi dieci anni, sono state circa 500 mila le minorenni ’convinte’ a sposarsi.

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I matrimoni precoci sonoun problema diffuso in molti paesi. Secondo gli studi di Girls Not Brides, che si occupa di porre fine alle “spose bambine” in tutto il mondo, la Turchia ha un tasso altissimo con una stima del 15% delle ragazze sposate prima dei 18 anni. Poco importa, infatti, l’età fissata dalla legge per dare in moglie una figlia a un uomo, anche anziano, se la famiglia ha un debito da pagare o c’è di mezzo una faida. Per questo motivo sono numerose le minorenni che continuano a essere date in moglie prima del compimento della maggiore età, posizionando la Turchia al primo posto in Europa e terzo nel mondo per quanto riguarda il fenomeno delle "spose bambine". Secondo i dati dell’Istituto di statistiche turco (TUIK) per il 2015, le minorenni sposate a 16 e 17 anni sono oltre 31mila. Ma si tratta di matrimoni ufficiali, che non tengono conto di tutte le unioni "religiose" - senza valore legale - e che non vengono registrate. Secondo una ricerca condotta in 23 città dall’Associazione Kamer, attivo nel sudest turco a maggioranza curda dove il fenomeno è più diffuso, il 51% delle donne che vivono in queste zone sono state date in moglie prima dei 18 anni. Il 32,5% delle intervistate ha avuto un bambino tra i 10 e i 15 anni (per il 4%) e tra i 16 e i 18 anni (per il 28%). Se risulta dunque necessario contrastare con urgenza questo fenomeno, una eventuale depenalizzazione del reato d’abuso sessuale sui minori rischia di fatto di legalizzare questa piaga della società turca.

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Considerate le numerose ire provocate da questa proposta, il primo ministro Binali Yildirim ha fatto sapere che il disegno di legge verrà riformulato per cercare di ottenere un ampio consenso, così come richiesto da Erdogan. A questo proposito, Sunay Karamik, presidente dell’Associazione per sostenere le candidate politiche (Kader), simbolo del ’no’ delle donne turche, afferma duramente che “Non vogliamo che la proposta sia riformulata, ma che venga completamente ritirata". Molto più netta la posizione della giornalista Ayse Bohurler, tra le fondatrici dell’AKP, la quale su Twitter ha scritto che la proposta avanzata "non è nè legale e nemmeno aderente ai principi dell’Islam. Nell’Islam l’abuso sessuale è peccato, è reato () Difendere il giusto dell’Islam è difendere il diritto delle bambine. Per questo motivo non riesco a comprendere le posizioni che sostengono la proposta in nome di una presunta sensibilità islamica", aveva commentato la giornalista aggiungendo che "ritirare la proposta è la cosa più saggia da fare".

Bisognerà sperare che la nuova riformulazione della legge possa garantire che le ragazze siano protette contro ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale. Auspicando che il matrimonio precoce non diventi socialmente accettabile e che non si permetta una legge che in qualche modo garantisca il perdono di uno stupro e agevoli un uomo a prendere in moglie una quattordicenne.

Mary Divella

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