TWITTER: ADDIO ALLE RESTIZIONI ANNUNCI POLITICI
Da quando Elon Musk è diventato il nuovo Ceo di Twitter, ci sono stati numeri cambiamenti all’interno del social. Il più recente l’aveva annunciato qualche giorno fa il social stesso con due tweet del profilo “Twitter Safety”, in cui il social aveva annunciato: “Riteniamo che la pubblicità basata sulle cause sociali possa facilitare la conversazione pubblica su argomenti importanti. Oggi stiamo allentando le nostre norme sugli annunci per gli annunci basati sulla causa negli Stati Uniti. Abbiamo anche in programma di espandere la pubblicità politica consentita nelle prossime settimane”. Il sibillino tweet è stato poi chiarito da un dirigente di Twitter a Reuters, confermando che Twitter rimuoverà il divieto di pubblicare annunci politici a pagamento. Il divieto era stato introdotto nel 2019 da Jack Dorsey, ex Ceo e fondatore dell’azienda, per le polemiche sulla disinformazione russa durante la campagna elettorale per le presidenziali americane del 2016 e sulla base del principio che la politica dovesse “guadagnarsi” l’attenzione delle persone e non acquistarla.
Questa decisione entrerà in vigore nelle prossime settimane, e uniformerà le regole di Twitter a quelle di altri social e piattaforme, come Facebook e YouTube. Inoltre saranno riammessi anche gli altri contenuti a pagamento. Questo cambio di rotta ha fatto molto scalpore e suscitato opinioni contrastanti tra gli utenti, facendo raggiungere 2,7 milioni di visualizzazioni e 800 repliche in un paio di giorni. Infatti, si va da chi è soddisfatto a chi invece ricorda proprio quanto successo anni fa, sottolineando che così la disinformazione potrebbe tornare a dilagare. D’altra parte però, la maggior parte degli inserzionisti si sono allontanati dalla piattaforma, dopo l’acquisto di Elon Musk e per tutto il caos che ne è seguito nei mesi scorsi. Musk starebbe inoltre cercando di risparmiare su ogni fronte, in quanto risulterebbe che sia stato denunciato dal proprietario dell’edificio del centro di San Francisco dove si trova la sede del social che, secondo quanto riportato dal New York Post, avrebbe un buco di quasi 140 mila dollari di affitto non pagato.
Il proprietario della sede di San Francisco, ha spiegato di aver notificato il mancato pagamento a Twitter il 16 dicembre e, non avendo ricevuto alcuna risposta, ha fatto causa al social chiedendo il risarcimento. Anche per questo da inizio di novembre, il nuovo Ceo di Twitter, insieme ai suoi supervisori, ha cercato di risparmiare circa 500 milioni di dollari, secondo un documento interno visto dal New York Times, licenziando quasi il 70% dei dipendenti dell’azienda al momento dell’acquisto. Infine, nel il giorno della vigilia di Natale il miliardario ha ordinato al personale di recarsi in un centro dati a Sacramento per spegnere i server: un’ulteriore misura di riduzione dei costi.
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