Timbuctà¹: il coraggio di un bibliotecario che salvato migliaia di libri dai jihadisti

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Quando sentiamo parlare di terrorismo lo associamo subito allo jihadismo, che non solo si impone con violenza brutale, soprattutto nei paesi africani, ma mira anche alla pulizia culturale, distruggendo tutto il patrimonio artistico e culturale di un popolo, tutto ciò che può essere considerato avverso alla causa estremista. Lo stesso destino è toccato anche al Mali, ma qualcuno ci ha messo il suo zampino per salvare l’inimmaginabile. La storia risale al 2012, ma è balzata alle cronache grazie al Wall Street Journal solo molti anni dopo. Essa racconta il coraggio di un bibliotecario di Timbuctù, che ha salvato migliaia di volumi dalle ceneri a cui li avevano destinati i terroristi affiliati ad Al Qaeda, quando avevano preso il potere in Mali. Durante una guerra civile che ha sconvolto il paese, Abdel Kader Haidara, un coraggioso archivista-bibliotecario maliano dell’Istituto Ahmed Baba, era riuscito a mettere in salvo buona parte dei testi antichi, su quasi 400.000 esistenti, dalle mani sanguinarie degli jihadisti, che di loro erano riusciti a distruggerne solo 4000. Infatti, Abdel era riuscito a salvare gran parte dei testi, facendosi aiutare anche da altre persone a nasconderli in casa di cittadini privati, in apposite casse e bauli, trasportati di notte da carri trainati da muli. Tutto ciò proseguì per circa otto mesi, mettendo a rischio molte vite, perché un solo passo falso avrebbe portato alla morte le tante persone coinvolte. Quando nel 2013 i militari francesi giunsero in Mali, si stimò che erano stati salvati quasi 350.000 testi, un numero davvero notevole rispetto a quelli distrutti dagli jihadisti.

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Questa storia di coraggio purtroppo si presenta un caso isolato a dispetto di quello che è successo in altri paesi, come ad esempio nella città di Palmira, patrimonio dell’Unesco, completamente rasa al suolo dagli jihadisti, che hanno cancellato in poco tempo migliaia di anni di storia. Libri distrutti e statue cristiane decapitate hanno sancito l’inizio di una nuova terribile era guidata dall’estremismo islamico. Sono stati tanti gli episodi con cui gli jihadisti hanno voluto affermare la loro supremazia, sugellando la fine della libertà di culto in molti territori conquistati.

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La storia del coraggioso Abdel Kader Haidara è stata raccontata nel libro “La biblioteca segreta del Mali” di Joshua Hammer, giornalista d’inchiesta americano, tradotto e pubblicato in Italia dalla Rizzoli. Il libro ripercorre la storia culturale del Mali, un paese africano estremamente ricco già nel 1826, quando arrivò a Timbuctù l’esploratore Alexander Gordon Laing. Infatti, questo paese vantava un grande patrimonio di manoscritti antichi, che trattavano di algebra, medicina, religione, botanica, geografia e altro ancora. Il libro ripercorre inoltre le vicende del coraggioso bibliotecario che si è ribellato agli jihadisti, salvando un gran numero di questi testi, narrandone le origini e la sua passione per i libri. Nel raccontare la storia culturale del Mali, il libro presenta un’Africa ricca di storia e cultura. Basti pensare che solo la mitica Timbuctù, anticamente, vantava circa una quarantina di biblioteche. Hammer vuole evidenziare come la cultura possa essere un veicolo fondamentale nella lotta contro lo jihadismo.

Francesco Ambrosio

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