UCRAINA,RUSSIA:"AL MOMENTO NESSUN NEGOZIATO" - Ucraina, Ungheria blocca aiuti Ue per 18 miliardi nel 2023
Ucraina, Ungheria blocca aiuti Ue per 18 miliardi nel 2023

Per la Russia quanto sta accadendo in Ucraina dovrebbe culminare con "una pace equa e a lungo termine", ma al momento Mosca non vede prospettive per un negoziato.
Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia Tass.
"Possiamo concordare che il risultato di ciò che sta accadendo dovrebbe essere una pace equa e lungo termine - ha affermato Peskov - Ma per quanto riguarda le prospettive di qualche tipo di negoziato, al momento non le vediamo".
Il presidente russo Vladimir Putin non ha in programma un colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron. Lo ha detto il consigliere di Putin Yuri Ushakov nel corso di una conferenza stampa. Macron, ha spiegato, ha parlato più volte della volontà di dialogare con il presidente russo, ma non sono stati intrapresi passi concreti in questa direzione.
La Russia intanto esclude di rinunciare al controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia nel sud dell’Ucraina, la più grande in Europa.
Lo ha affermato in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, dicendo che è ’’fuori questione’’ che la Russia ceda a terzi la gestione della centrale.
Anche perché, ha sostenuto Zakharova, il sito nucleare in questione ’’si trova in territorio russo’’.
Ucraina, Ungheria blocca aiuti Ue per 18 miliardi nel 2023
L’Ungheria ha bloccato, ponendo il veto, uno dei tre provvedimenti legislativi necessari affinché l’Ue possa erogare nel 2023 aiuti per 18 mld di euro all’Ucraina, in guerra con la Russia dopo l’invasione da parte di Mosca. Budapest si è dichiarata contraria, durante l’Ecofin in corso a Bruxelles, ad un emendamento al regolamento sull’Mff 2021-27, che va approvato all’unanimità, e che creerebbe l’headroom, o margine, necessario alla Commissione come garanzia per emettere obbligazioni sul mercato.
Questo emendamento va approvato all’unanimità, ha spiegato durante il briefing con la stampa il portavoce della Commissione per il bilancio, Balasz Ujvari, a differenza degli altri due provvedimenti legislativi, per i quali basta la maggioranza qualificata. Budapest, che ha ottenuto il via libera al suo Pnrr ma che potrebbe vedersi tagliata una parte dei fondi Ue (7,5 mld) per via del meccanismo di condizionalità per lo Stato di diritto, ha deciso di porre il veto, cosa che avrebbe fatto anche per l’accordo sulla minimum tax per le multinazionali, che è stata tolta dal tavolo dalla presidenza ceca all’ultimo minuto.
A quanto si è appreso, l’intenzione sarebbe quella di chiedere alla Commissione di rimodulare la proposta relativa al meccanismo di condizionalità rivedendo al ribasso l’importo da tagliare all’Ungheria (lo hanno chiesto già in Coreper Italia, Francia e Germania), approvando la proposta rivista poi per procedura scritta oppure al primo Consiglio utile.
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