UE: ENERGIE RINNOVABILI DA RADDOPPIARE CON NUOVE INSTALLAZIONI

Secondo un rapporto pubblicato da EMBER, un think-tank europeo su clima ed energia, l’Europa sta facendo la metà di quello che dovrebbe per raggiungere gli obiettivi prefissati al 2030 sulle energie rinnovabili, per cercare di mantenere la temperatura globale al di sotto di 1.5 gradi.
Per limitare l’aumento della temperatura in Europa le nuove installazioni di impianti eolici e fotovoltaici dovranno più che raddoppiare in pochi anni al fine di avere una crescita compatibile con gli obiettivi Ue al 2030 per le rinnovabili, arrivando a 76 GW nel 2026.
Invece, stando alle previsioni del rapporto, per quella data si riuscirà a fare solo il 50% di quanto richiesto, 38 GW, sostanzialmente in linea con i 34 GW aggiunti nel 2021, salvo cambiamenti decisivi nell’andamento.
In Italia è previsto 1 GW di nuovo eolico nel 2026, circa 600 MW sotto la traiettoria richiesta dal percorso per decarbonizzare il mix elettrico. E negli anni precedenti, le nuove installazioni annuali rimarrebbero sotto 500 MW: anche in questo caso, meno della metà di quanto si dovrebbe fare.
Esiste quindi un enorme vuoto da colmare con una accelerazione di progetti e investimenti, che comporta innanzitutto uno snellimento dei processi autorizzativi.
Inoltre sembrerebbe in dirittura d’arrivo il Decreto FER 2, messo a punto dal Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) che segue la direttiva RED II dell’Unione Europea.
Il Decreto FER 2 comprende tutte le rinnovabili escluse dal FER 1, vale a dire: geotermia, eolico offshore, biomasse, biogas e solare termodinamico.
Gli incentivi sono rivolti alla realizzazione di nuovi impianti, riattivazione di impianti dismessi, ricostruzioni, potenziamenti e rifacimenti di impianti esistenti.
Il nostro paese sta cercando di recuperare terreno con la prossima emanazione dei provvedimenti che dovrebbero sbloccare le rinnovabili.
L’Italia, infatti, dovrebbe realizzare circa 9 GW all’anno di nuovo fotovoltaico ma nel 2026, secondo EMBER, probabilmente si fermerà a meno della metà di questa cifra. Anche Germania e Spagna sembrerebbero rimanere lontane dai numeri richiesti dai target Ue al 2030.
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