UMANI, TROPPO UMANI

Tragedie quotidiane filtrate dalla letteratura

UMANI,_TROPPO_UMANI.jpg

I tragici avvenimenti di cronaca degli ultimi giorni, culminati il 12 Luglio con il disastro ferroviario in Puglia e il 14 dello stesso mese con l’attentato terroristico a Nizza, innescano una profonda riflessione sulla misera condizione umana. Dove sono finiti i sacrifici, le speranze, le gioie e i dolori delle sventurate vittime?

Se l’era chiesto anche Leopardi, nella sua lirica “Canto di un pastore errante dell’Asia”: l’uomo incontra il dolore fin dai primi istanti di vita, nel “funesto dì Natale” che si rivela preludio di quel viaggio “per sassi acuti, ed alta rena, e fratte”.

“A che vale al pastor la sua vita?” A che vale la nostra esistenza, colma di insidie e fatiche, se essa è destinata a trovare fine così improvvisamente, in un “abisso orrido”, nell’oscuro oblio della morte? Chiunque, dando ascolto al telegiornale o leggendo un quotidiano, si sarà posto tale interrogativo. Certo, scorrendo qualche pagina, aspettando le notizie successive, ci si può distrarre con le ultime gesta di una qualsiasi starlette televisiva, o con i soliti servizi su quel caldo estivo che, ogni anno, registra il record di temperature; ma nell’animo resta sempre quell’angoscia indefinita, che ci fa salutare con crescente affetto i nostri cari quando varcano la soglia di casa, come se il mondo esterno fosse un pascoliano “atomo opaco di male”.

Solo dinanzi a notizie di una tale tragicità riusciamo a sgomberare la mente da tutte quelle frivolezze, da tutte quelle inutili cure che quotidianamente occupano i nostri pensieri, per trovarci faccia a faccia con l’ “arido vero”, con quella verità atavica che l’uomo si ostina ad occultare mediante mille illusioni: noi esseri umani siamo incredibilmente fragili, la nostra esistenza è contingente e aleatoria quanto una partita a dadi.

cms_4273/foto_2.jpg

Plinio il Vecchio, scrittore e naturalista romano, elencò nella sua Naturalis Historia alcune delle infinite debolezze alle quali siamo soggetti, benché illusoriamente persuasi che la natura sia stata creata da una qualche entità sovrannaturale appositamente per soddisfare ogni nostro bisogno e desiderio: l’uomo è l’unico essere vivente a doversi proteggere dalle intemperie, in quanto sprovvisto di pelliccia, pellame o penne; è l’unica creatura abbandonata “nuda sulla nuda terra”, colta dal pianto al principio della vita, avulsa dal riso se non prima del quarantesimo giorno dopo la nascita; per istinto è capace solamente di piangere, con sforzi immani impara a parlare e a camminare.

Che fare, dunque? Arrendersi, farsi schiacciare dal peso della propria precarietà su questa Terra? Abbandonarsi alla contemplazione, a quello che Nietzsche definì “spirito apollineo”? È sempre da vigliacchi abbandonare la battaglia, sebbene sprovvisti di mezzi per difendersi da morte certa.

La presa di coscienza dell’uomo non deve tramutarsi in un capro espiatorio per sfuggire alle responsabilità; bensì, è necessario aderire “dionisiacamente” alla vita, convertendo la propria apprensione per il futuro in inesauribile impulso vitale. L’atteggiamento da assumere nei confronti di un’esistenza che è tutta caos e casualità sta nell’accettazione totale della realtà, senza alcun infingimento.

cms_4273/foto_3.jpgSiamo solo di passaggio su questa Terra; siamo, mutuando ancora una volta un’espressione nietzscheana, “umani, troppo umani”. Tuttavia, esiste una modalità di riscatto: essere padroni della propria esistenza, vivere ogni istante non come se fosse l’ultimo, ma come se fossimo condannati da un demone immaginario a rivivere in eterno la nostra esistenza. Agire come se, all’improvviso, il grande orologio dell’Universo dovesse tornare indietro infinite volte, come un giradischi rotto. Scegliere di vivere con pienezza ed entusiasmo, con quelle responsabilità che tanto angosciano, ma danno sale e colore alla vita.

Federica Marocchino

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram