UNIONE EUROPEA, SOGNO DI UNITA, DEMOCRAZIA, STABILITA’

Il grande idillio tra componenti di ispirazione unitaria e libertaria e altre di ispirazione sovraniste e populiste

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Siamo in prossimità delle nuove elezioni europee e l’attesa dei nuovi equilibri degli organi istituzionali europei, che scaturiranno dai risultati elettorali dei vari paesi, è molto sentita e sofferta, perché è in atto uno scontro tra forze sovraniste e populiste emergenti in alcuni paesi (tra questi anche l’Italia) e quelle ad ispirazione libertaria, liberale ed unitaria.

La diversità di visione e di orientamento programmatico ha una valenza importante perché da ciò scaturiscono scelte politiche, economiche e sociali di grande rilievo, che possono incidere sulla coesione e sulla stabilità dell’unione europea.

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Sono ben comprensibili le preoccupazioni ed i fermenti in corso nei vari paesi e la “bagarre” per la prevalenza degli uni sugli altri è molto forte, perché i temi in oggetto sono “tanti e scottanti”, in quanto oltre a provvedimenti politico-economici, ci sono quelli di natura sociale di difficile soluzione (regolamentazione del fenomeno migratorio, la sicurezza, l’inserimento e l’adeguamento delle diverse etnie ai nostri usi e costumi, tradizioni, leggi vigenti ed altro). Questi ultimi aspetti sono importanti quanto quelli di natura politico-economica, perché va trovato il giusto equilibrio tra gli usi e costumi delle diverse etnie del fenomeno migratorio e quelle dei paesi europei, con i loro valori, tradizioni, ispirazioni ideologiche, religiose che vanno mantenute.

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E’ auspicabile che le istituzioni europee trovino la giusta soluzione a questi problemi con una sintesi equilibrata ed unitaria, perché il fenomeno migratorio è di dimensioni epocali e inciderà, notevolmente, nel futuro, sugli equilibri sociali, sociologici, politici, economici, in connubio con i valori e le tradizioni dei vari paesi della Ue.

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Pertanto, nell’usuale “teatrino della politica” non si semini “odio”, arroccandosi in maniera intransigente alle proprie posizioni e orientamenti ideologici, ma si adotti una normale dialettica nel porsi e confrontarsi con gli altri, perché l’odio non risolve i problemi, ma li acuisce, nonché rinforza le contrapposizioni e produce ulteriori rancori e risentimenti reciproci che, a volte, possono determinare azioni scomposte e violente. C’è pertanto da augurarsi che il “teatrino della politica” avvenga in un normale confronto dialettico e democratico, nel rispetto delle speranze legittime di tutti i cittadini.

Antonio Iasillo

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