UN ALTRO SCACCO ALLA ‘NDRANGHETA
Sequestrati 500 chili di cocaina e arrestato il figlio del boss Girolamo Molè

Un altro duro colpo è stato sferrato dalle forze dell’ordine nei confronti della criminalità organizzata. In queste ore, una task force costituita dagli uomini della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro ha trovato con le mani nel sacco Rocco Molè, 25 anni, figlio del boss della ‘ndrangheta Girolamo, 59 anni, ergastolano ritenuto capo dell’omonimo clan di Gioia Tauro. Il giovane erede della cosca calabrese, è stato arrestato in flagranza di reato dopo il rinvenimento, in seguito a una serie di perquisizioni all’interno di un capannone e di alcune proprietà di famiglia, di 537 chilogrammi di cocaina e oltre 24 chili di marijuana per un valore di decine di milioni di euro. Una parte degli stupefacenti, circa 150 chili di cocaina confezionata in 75 panetti, era nascosta in ceste di plastica, mentre il resto è stato trovato sotterrato in un agrumeto adiacente al capannone. I blitz delle forze dell’ordine, oramai, sono quasi sempre concentrati in Calabria, divenuto il principale hub per la ricezione e distribuzione della cocaina nel vecchio continente.
Da diverso tempo, infatti, gli inquirenti italiani, grazie a un accurata collaborazione investigativa internazionale ha portato alla luce il ruolo incontrastato della ‘ndrangheta nel gestire il traffico della droga dal Sudamerica in Europa. Addirittura togliendo il primato alla mafia siciliana e diventando un vero punto di riferimento (anche l’unico del vecchio continente) per i narcotrafficanti di oltreoceano nella distribuzione di cocaina. Proprio nell’agosto del 2019, l’arresto di Vincenzo Roccisano, ritenuto il broker e deus ex machina nei rapporti con alcuni paesi dell’America latina, ha svelato i legami tra in narcos messicani e la ‘ndrangheta. Alla base di questa solida e fiduciosa partnership tra le due organizzazioni criminali c’è il sistema familiare che lega tutti gli affiliati di una cosca ‘ndranghetista, al punto da ridurre quasi a zero la possibilità che possano esserci collaboratori di giustizia.
Tornando alla notizia, Rocco Molé, davanti al corpo del reato, ha subito dichiarato di essere l’unico possessore della droga, facendo scattare le manette. Dopo l’arresto, è stato condotto nel carcere di Palmi dove la polizia, su richiesta del procuratore Sferlazza e del pm Scarpino, gli ha notificato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. Sulla possibilità che ci siano dei complici gli investigatori non hanno dubbi. Non resta che continuare a stare in guardia e fermare ogni tentativo criminale di portare a termine i loro sporchi traffici, perché se ai delinquenti non spaventa una pericolosa pandemia come quella che tutto il mondo sta subendo, ancor di più le forze dell’odine devono mostrare di non aver smarrito, in questi tempi bui, la rotta verso la legalità e la giustizia.
(foto dal web)
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