UN APPROCCIO TECH ALL’INSTITUTIONAL DESIGN (PARTE II)

Nella teoria di Fuggetta innovazione tecnologica, solidarietà e crescita economica operano insieme nella promozione dello sviluppo umano e sociale

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La ricerca. In questo capitolo l’autore affronta il tema della ricerca come uno strumento necessario per la produzione dell’innovazione tecnologica e per la crescita economica. Esiste una stretta connessione tra ricerca e capitale umano. È necessario che lo Stato presti molta attenzione al finanziamento della ricerca ed all’attrattività dei sistemi di ricerca territoriali. Per esempio, molte aziende potrebbero scegliere di allocarsi in luoghi dove magari il costo del capitale umano è alto per la ricerca scientifica in quanto a fronte di tali costi le aziende riescono ad ottimizzare anche le esternalità positive con altre istituzioni e servizi.

Innovazioni e amministrazioni pubbliche. L’autore affronta il tema della relazione tra innovazione e amministrazioni pubbliche. L’idea è quella di usare l’innovazione digitale per ridurre gli adempimenti posti a carico dei cittadini e sviluppare una struttura back-end che consenta alle amministrazioni pubbliche di comunicare tra di loro in modo efficiente. L’amministrazione quindi in un qualche modo scompare, ed infatti l’autore usa l’espressione “disappearing burocracy” per definire le relazioni e gli scambi di dati tra amministrazioni ed enti pubblici che liberano il cittadino dal dover dimostrare documenti comprovanti validità. Fuggetta fa inoltre riferimento alla necessità di aumentare le relazioni di collaborazione e cooperazione tra le pubbliche amministrazioni. Infine, ripercorre le proposte fatte nel 2013-2014, quando svolse l’attività professionale presso il Commissario Straordinario del Governo, ideando i seguenti interventi:

  • identificazione di basi di dati;
  • modelli per la gestione delle basi di dati;
  • standard di interoperabilità per lo scambio di dati tra istituzioni;
  • accesso alle banche dati attraverso API-Application Programming Interface;
  • incentivazione dei programmi di integrazione tra enti;
  • intervento dello Stato negli asset digitali strategici del paese;
  • i back end siano gestiti dal pubblico, i front-end dai privati;
  • design del public procurement IT;
  • consolidamento Centro Elaborazione di Dati;
  • nuove competenze e una nuova governance.

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Norme e regole per l’innovazione. Questo capitolo è scritto da Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore presso SDA Bocconi School of Management. L’autore critica l’idea dello Stato Leviatano che è stata potenziata durante la pandemia del Covid 19. La soluzione per creare le condizioni di uno Stato più prossimo all’innovazione tecnologica consisterebbe nel creare una normativa leggera, uno stato che regolamenta e controlla senza intervenire nell’economia con enti, imprese ed organizzazioni stabili. Uno degli strumenti che lo Stato ha per potenziare l’offerta tecnologica consiste nell’utilizzo della domanda di mercato. Se lo stato chiede alle imprese di produrre dei prodotti, dei beni e dei servizi di alto valore tecnologico, allora attraverso questa domanda lo Stato spingerà le imprese ad investire nella tecnologia. In questo senso la spesa sanitaria è un incentivo per l’innovazione tecnologica in campo farmaceutico, la spesa militare opera come un incentivo per le aziende committenti, e così via. L’idea è quindi quella di orientare lo Stato ad una “legislazione illuminata” che sia in grado di spronare le imprese verso l’innovazione e la qualità dei prodotti e dei servizi offerti.

Infrastrutture di rete. In questo capitolo l’autore affronta il tema delle infrastrutture di rete. Fa riferimento al ruolo della commutazione a pacchetto come innovazione essenziale per la nascita della digitalizzazione. Inoltre, nel confronto tra reti wireless e fibra l’autore considera il ruolo della fibra come assolutamente superiore rispetto alla capacità di portata delle reti wireless. Tuttavia, non occorre scegliere tra fibra e wireless in quanto entrambe le reti, per finalità e scopi diversi, partecipano alla costruzione dell’ambiente digitale necessario a sostenere lo sviluppo tecnologico. È necessario che lo stato intervenga per promozionare l’investimento nelle reti tecnologiche considerando un’ottica di lungo termine.

Pari opportunità. Affronta il tema delle pari opportunità nel mercato del lavoro ed in modo particolare nelle professioni STEM. Tuttavia, la costruzione delle pari opportunità parte dal diritto allo studio. Infatti, l’autore sottolinea che il diritto allo studio è anche uno strumento per dare assistenza alle famiglie, promozionare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, promozionare la formazione delle nuove famiglie. Inoltre, è necessario che lo stato aiuti chi è rimasto indietro, anche se l’autore critica il reddito di cittadinanza per eccesso di assistenzialismo ed incapacità di orientare i disoccupati e gli indigenti verso la ricerca del posto di lavoro e l’emancipazione economica, civile e sociale. Nella definizione dell’autore, un paese innovatore è sempre un paese inclusivo. Con riferimento alla parità di genere l’autore sottolinea la necessità di favorire l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro anche i ruoli apicali a prescindere dalle quote rosa e premiando il merito e le competenze.

Procurement pubblico. Fuggetta propone una modificazione del procurement pubblico, ovvero delle modalità attraverso le quali effettivamente lo Stato investe le proprie risorse per acquistare beni e servizi. Innanzitutto, è necessario che lo Stato riprenda a svolgere un’attività di procurement strategico come, per esempio, nel caso del programma Apollo lanciato dal presidente Kennedy, o anche nel caso del Mose di Venezia. Inoltre, è necessario che vengano cambiate le norme relative alla responsabilità degli amministratori pubblici in quanto esse impediscono l’assunzione di rischi. Le pubbliche amministrazioni, per evitare procedimenti giudiziari, preferiscono spesso creare delle strutture di produzione di servizi informatici in house, piuttosto che fare delle gare e dei bandi per l’assegnazione a enti e soggetti terzi. Infine, è necessario un orientamento alla qualità ovvero è necessario che le imprese siano in grado di ripagare il capitale umano qualificato remunerandolo a prezzi che siano non al ribasso quanto in grado di rappresentare finanziariamente le competenze e professionalità acquisite.

E adesso? È un breve capitolo conclusivo nel quale l’autore delinea quelle che sono, dal suo punto di vista, le necessità del paese. Egli fa riferimento al diritto allo studio, al diritto al lavoro, alla difesa dei diritti umani, alla promozione della scienza e della tecnologia, alla promozione della pace, alla tolleranza. Inoltre, richiama alcuni elementi della dottrina cattolica citando papa Francesco.

Fuggetta conclude sottolineando che la ripresa dell’economia italiana non dipende dal denaro, poiché tanti sono i finanziamenti che sono giunti in Italia anche dall’Europa, quanto piuttosto dal tempo. Ovvero occorre una strategia a lungo termine per fare in modo di sviluppare l’economia italiana secondo gli asset che sono considerati strategici per il paese.

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Conclusioni. Il libro di Fuggetta è certamente molto ambizioso. Avrebbe probabilmente necessitato una trattazione più ampia. Inoltre, soprattutto nella parte iniziale, manca di fare dei riferimenti teorici, che sotto il punto di vista delle politiche economiche sono assolutamente necessari. Per esempio il riferimento a Schumpeter, il primo economista che ha affrontato i temi dell’innovazione tecnologica rispetto alla crescita economica, oppure anche la menzione al modello di Solow con riferimento all’impatto del capitale e della tecnologia nella crescita di lungo periodo. La critica che l’autore rivolge allo stato dirigista sembra in realtà non tanto rivolta alla Mazzuccato, quanto piuttosto al keynesianesimo dell’intervento dello stato nell’economia. Infine, sarebbe stato necessario citare anche Arrow, con la sua dottrina del learning by doing, e Polanyi con riferimento alla “Tacit Dimension”. Tuttavia, al netto di questi riferimenti, che sono classici, l’autore individua un set di politiche economiche dell’innovazione che sono certamente spendibili e che riescono a tenere insieme crescita economica e solidarietà nel rispetto della diversità dei ruoli e delle funzioni pubbliche e private. Certamente, l’autore mostra una tensione quasi politologica all’institutional design che, insieme alle conoscenze tecniche e tecnologiche, offre uno scenario originale ed innovativo alla trattazione dei temi della politica economica in connessione con la ricerca e sviluppo, l’istruzione, la formazione ed il capitale umano.

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UN APPROCCIO TECH ALL’INSTITUTIONAL DESIGN (PARTE I)

https://www.internationalwebpost.org/contents/UN_APPROCCIO_TECH_ALL%E2%80%99INSTITUTIONAL_DESIGN_(PARTE_I)_23080.html#.YTlwX9IzZ0w

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Angelo Leogrande

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