UN INCISORE DELLA NOSTRA MEMORIA

Gustave Dorè

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Gustave Doré fu pittore e incisore francese del ‘800. Nato nel 1832 scoprì presto la sua attitudine e già a 15 anni le sue caricature erano pubblicate da un giornale che, guarda caso, si chiamava proprio “Le Caricature”.

Doré aveva un temperamento inarrestabile e insaziabile. Provate a pensare a una tecnica di disegno o di pittura… Doré l’aveva sperimentata. Quadri enormi, piccoli, disegni, incisioni, quadri a olio, di tutto e di più.

Il suo sogno era quello di essere noto come pittore, ma la sua capacità e inventiva maggiore e che lo rese famoso fu quello dell’illustrazione e dell’incisione.

Dante, Balzac, Gautier, Rabelais, Cervantes l’elenco delle opere che ha illustrato è davvero sconfinato.

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Tra questi non poteva mancare il libro dei libri, La Bibbia, che in realtà è composta, come dice il nome stesso, dalla raccolta di più libri di diversa origine e data, riuniti in una sola legatura.

È il testo sacro per eccellenza che è la base di molte religioni e perciò esiste in decine e decine di versioni.

Ogni religione seleziona i testi che ritiene autentici, secondo le proprie convinzioni e il proprio credo, e quella che conosciamo noi è la Bibbia CEI, che è il testo ufficiale della religione cattolica.

Doré dedicò alla Bibbia 241 incisioni, che spaziano dalla Genesi all’Apocalisse.

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Una fantasia incredibile gli permise di creare scene e ambientazioni di tutti questi episodi diventando, a propria volta, il testo in immagini di riferimento per pittori, fotografi e cinema che vennero dopo di lui.

Il regista Cecile De Mille, quando produsse il suo film “I dieci comandamenti” e l’altrettanto famosissimo “Il Re dei Re” sulla vita di Gesù, si attenne quasi completamente alle illustrazioni di Doré.

cms_22382/4v.jpgIn pratica Gustave Doré è stato in grado di imprimersi nell’immaginario di tutti noi che, ormai, quando pensiamo o leggiamo un passo dei libri da lui illustrati rievochiamo il suo modo di interpretarlo e di vederlo.

L’episodio riprodotto in questa stampa si riferisce al Vangelo, dove si racconta che la gente si avvicinava a Gesù per far benedire i propri bambini.

I discepoli, invece, non volevano che i bambini lo infastidissero e, quando Gesù se ne accorse, sgridò i discepoli pronunciando la famosa frase “Lasciate che i bambini vengano a me” e li benedisse aggiungendo “Chi non accoglie il regno di Dio come farebbe un bambino non vi entrerà”.

Anche Doré, probabilmente, era pervaso dalla stessa meraviglia che stupisce i bambini, per riuscire a restituirci in continuazione immagini prese dal regno della fantasia.

Maggiori approfondimenti nel mio video: https://www.youtube.com/watch?v=qf33pyGSxCM

Andrea Giuseppe Fadini

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