USA, PASSI INDIETRO SULLA STRETTA ALLE ARMI
La Corte Suprema ha allargato il diritto al porto d’armi. Biden “profondamente deluso”

Sebbene il governo Biden stia spendendo dure parole sulla questione armi dopo le recenti stragi che hanno sconvolto il mondo intero, gli Stati Uniti fanno passi indietro nella lotta alla violenza. Sono passati meno di due mesi dalla strage nel supermercato di Buffalo e un mese da quella nella scuola elementare di Uvalde, ma tali sconvolgenti fatti di cronaca sembrano non aver insegnato proprio nulla. La Corte Suprema ha infatti esteso il diritto di portare con sé le armi in proprio possesso anche lontano dalla propria abitazione senza motivarne e documentarne la necessità; una norma, questa, che è stata dichiarata incostituzionale dai giudici supremi. Si assiste pertanto alla maggiore liberalizzazione nell’uso delle armi in America dal lontano 1911, anno in cui entrò in vigore la suddetta legge.
La Corte si è espressa con 6 voti favorevoli all’abolizione del provvedimento e 3 contrari, rispondendo al ricorso di due cittadini che avevano citato lo Stato di New York per “limitazioni al porto d’armi”, come riporta Agi. Il verdetto vede coinvolti, per appartenenza territoriale, ben 83 milioni di americani, vale a dire coloro che risiedono in altri sette stati oltre a quello di New York e nella capitale Washington; questo perché erano stati presentati ricorsi simili anche lì.
Era immaginabile che tale decisione potesse sollevare un polverone di polemiche e tante spaccature non solo tra i cittadini, bensì anche in ambito politico. Lo stesso presidente Biden ha espresso la propria profonda delusione e ha invitati gli americani a “far sentire la propria voce” contro il provvedimento. Anche il sindaco di New York, Eric Adams, ha commentato la notizia con dichiarazioni lapidarie: "Mettiamola giù semplice, questa decisione della Corte Suprema metterà i newyorkesi ancora più a rischio di finire vittime della violenza delle armi".
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