USA, SOUTH CAROLINA: CONDANNATO A MORTE SCEGLIE DI ESSERE FUCILATO

L’esecuzione dovrebbe tenersi il prossimo 29 aprile, ma i legali del detenuto hanno presentato ricorso alla Corte Suprema

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Richard Bernard Moore, 57enne macchiatosi di omicidio e altri reati nel 1999 nel South Carolina, fu condannato alla pena di morte nel 2001. La sua esecuzione si sarebbe tenuta nel 2020, con la somministrazione dell’ormai nota e dibattuta “iniezione letale”. Ma i dubbi sull’eccessiva crudeltà di questa pratica hanno rallentato le tempistiche, portando il detenuto stesso a propendere per un altro tipo di esecuzione: la fucilazione da parte di un plotone composto da tre dipendenti del carcere. Una scelta concessa all’omicida 14 giorni prima della data in cui è prevista l’esecuzione, il prossimo 29 aprile.

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Se portata a termine, sarà la prima fucilazione nella storia dello Stato americano. I legali del condannato, tuttavia, hanno presentato ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti giudicando incostituzionali entrambe le alternative avanzate in partenza (plotone di esecuzione e sedia elettrica) e chiedendo pertanto una riformulazione della pena per il proprio cliente, ritenuta eccessiva rispetto al reato commesso.

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Solitamente, negli stati americani in cui è in vigore, la condanna a morte viene attuata per mezzo di un’iniezione letale. Negli ultimi anni, però, è diventato sempre più difficile reperire il mix di veleni necessario alla messa in atto di tale pratica, dopo che molte case farmaceutiche e tanti Paesi nel mondo ne hanno vietato l’esportazione negli Stati Uniti per motivi umanitari. Dunque, lo stato del South Carolina ha reintrodotto dopo oltre 10 anni la fucilazione come metodo di esecuzione, con l’annuncio della la fine dei lavori di ristrutturazione della "camera della morte" nella capitale Columbia. Il senatore democratico ed ex pubblico ministero Dick Harpootlian l’ha definita “il metodo meno doloroso e più umano che esista” per morire.

Antonio Conversano

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