Ucraina: aumentano i prezzi del gas

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È sempre molto difficile prevedere l’evoluzione (o l’involuzione) economica di un Paese. E’ sempre molto difficile intuire quali nazioni riusciranno a prosperare e quali invece andranno incontro al default. Ma, soprattutto, è molto difficile, quando si parla di finanza pubblica, tener presenti tutte quelle sfaccettature sociali e culturali che inevitabilmente ruotano intorno all’economia di un Paese; sfaccettature che, forse, non possono essere semplificate con un numero o con una statistica come accade per i dati macroeconomici, ma non per questo hanno un impatto meno significativo nella vita di un Paese.

Eppure, il senso di una riflessione finanziaria non può essere solamente quello di valutare l’influenza sul breve periodo di una decisione, ma dev’essere soprattutto quello di provare a comprendere la direzione che un Paese sta intraprendendo e, se possibile, quali saranno le conseguenze di tali scelte.

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Negli ultimi giorni il governo ucraino ha annunciato l’aumento del prezzo del gas. Una decisione che avrà come inevitabile conseguenza quella di ridurre l’attività economica nazionale e, cosa forse ancor più grave, portare a un notevole deflusso di capitali. Alcuni potrebbero interrogarsi sulle ragioni che hanno portato Kiev a prendere una decisione così avventata, altri potranno pensare che tale mossa rappresenti un autentico suicidio politico. Eppure, appare chiaro che la decisione del governo non è dipesa tanto da una propria volontà, quanto da un’autentica imposizione del Fondo Monetario Internazionale. A rivelarlo per primo, con diverse settimane d’anticipo rispetto alle autorità politiche, era stato il direttore della banca centrale d’Ucraina Yakov Smoly, il quale senza troppi giri di parole aveva candidamente ammesso che il favore delle delegazioni del FMI nei confronti dell’ex Paese sovietico sarebbe dipeso principalmente dal prezzo del gas.

La situazione dell’economia ucraina è infatti da mesi sull’orlo del baratro. Negli ultimi anni il debito pubblico è aumentato in maniera significativa, e non si sa dove potrà condurre questa deriva. Gli esponenti del governo si sono affrettati a precisare che tale pericolo non sussiste nell’immediato, grazie ad una serie di coperture previste dalla finanziaria di quest’anno: “Il rispetto del budget significa che avremo onorato tutti i nostri impegni” ha dichiarato il ministro delle finanze Oksana Markarova.

Di parere diverso la minoranza, la quale ricorda che gran parte degli interessi sui titoli di stato peseranno sul bilancio pubblico a partire dal 2019, quando la situazione potrebbe diventare sempre più insostenibile.

“L’Ucraina dovrebbe perseguire una politica che soddisfi gli interessi nazionali, piuttosto che i requisiti del fondo monetario internazionale.” Ha dichiarato il leader del “blocco d’opposizione” Yuri Boyko.

cms_9546/3v.jpgQuest’ultimo ha anche ricordato che, nei Paesi dove il regime d’austerità è stato seguito in maniera eccessivamente rigorosa, i risultati sono stati pessimi, portando a un impoverimento della classe media e ad un aumento delle tensioni sociali.

Fra le varie posizioni, dove risiede la verità? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima di tutto considerare una molteplicità di fattori. Probabilmente, un aspetto che viene spesso sottovalutato nel considerare la situazione ucraina è che la popolazione di questo Paese nutre una grande fiducia nelle autorità internazionali, specialmente in quelle occidentali. L’opinione comune è che qualunque decisione imposta, o perlomeno suggerita dal FMI, debba necessariamente essere giusta e condivisibile. Tutto questo ha generato una maggiore pazienza del popolo ucraino anche in un simile momento di difficoltà; diversamente, è probabile che le strade della capitale sarebbero già state invase da gente intenta a protestare e a battersi contro le politiche economiche del governo.

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Ciò che preoccupa maggiormente non è la doverosa attenzione di Kiev ai conti pubblici, ma il fatto che il governo ucraino, per ammissione dei suoi stessi portavoce, utilizzerà gran parte dei proventi derivati dall’aumento dei prezzi del gas non per effettuare investimenti strutturali, ma semplicemente per ripagare i precedenti interessi sul proprio debito. In questo modo, il rischio è quello di finire in un circolo vizioso in cui i sacrifici del popolo ucraino genereranno solo ulteriori disagi economici, e l’intero Paese rimarrà in balia delle decisioni degli organismi internazionali. L’unico modo per evitare tutto ciò è dar vita a un programma economico di lungo periodo, che sappia coniugare il rispetto degli impegni presi con una più lungimirante politica di crescita. In questo senso, tuttavia, non basterà agire, ma bisognerà anche farlo in fretta, prima che sia troppo tardi.

Gianmatteo Ercolino

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