Un “campione” di umanità

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Marc Gasol è un cestista spagnolo, una star da 20 milioni di dollari l’anno, un gigante di 2,16 metri che gioca nella NBA, precisamente nella squadra dei Menphis Grizzlies.

Il suo nome, probabilmente, è sconosciuto ai “non addetti ai lavori”.

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Di Josephine, sappiamo solo che si è messa in viaggio dal Camerun ed è rimasta in Libia in attesa di partire per l’Italia. A poco più di 80 miglia dalle coste africane, tuttavia, il gommone su cui viaggiava si è rovesciato non lasciando scampo ad alcuno tranne che a lei, tenacemente aggrappata ad un pezzo di legno, su cui sarebbe rimasta per ben 48 ore.

Fino a l’altro ieri, nessuno conosceva Josephine e la sua storia di lotta disperata per la vita.

Due vite, quella di Marc e quella di Josephine, apparentemente così distanti eppure così vicine in un episodio di cronaca che parla di sofferenza, disperazione e solidarietà.

Il cestista spagnolo era tra l’equipaggio della Open Arms, ed era tra gli uomini che hanno trasportato in barella Josephine, portandola al sicuro sulla nave della ONG.

Sono giorni difficili per le traversate e gli sbarchi; non che in precedenza la situazione fosse meno complessa, ma attualmente lo è ancor di più: le organizzazioni non governative sono nel mirino di una politica interna sulla quale preferiamo non esprimerci, non perché riteniamo sia completamente sbagliata - vi sono alcuni aspetti certamente condivisibili - tuttavia andrebbe forse rivisto l’aspetto umanitario e quello della compassione (nell’accezione latina del termine cum - patire).

Marc Gasol twitta: “E’ incredibile come così tanta gente vulnerabile sia abbandonata al proprio destino di morte in mare”, ed in prima persona si prodiga per alleviare la sorte avversa di alcuni di questi disperati…

Come lui, tanti altri, sicuramente più numerosi di coloro i quali invece su queste vite speculano, garantendosi immeritati guadagni. A questi ultimi è rivolta la politica interna che impedisce gli sbarchi sulle coste italiane di migliaia di immigrati in cerca di salvezza.

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È impossibile, tuttavia, distogliere lo sguardo da quelle pupille vitree e immobili di chi la morte l’ha proprio vista in faccia, da quegli occhi che esprimono l’incredulità di una salvataggio insperato a cui Marc e i volontari come lui hanno contribuito.

L. D.A.

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