VACCINO COVID,MIX TRA DOSI DIVERSE? COSA DICE L’OMS

In Italia ulteriori 12.956 contagi e altri 336 morti. I dati dalle regioni. Quarantena anche per vaccinati? Cosa dicono gli esperti.

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cms_20931/OMS.jpgVaccino covid, mix tra dosi diverse? Cosa dice l’Oms

Mixare i diversi vaccini contro Covid-19? "Non sono disponibili attualmente dati sull’intercambiabilità delle dosi AstraZeneca con altri vaccini per Covid-19. Attualmente si raccomanda di utilizzare lo stesso prodotto per entrambe le dosi". E’ l’indicazione del Gruppo strategico di esperti (Sage) dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle vaccinazioni, che ha emanato una serie di raccomandazioni preliminari sull’uso del vaccino AstraZeneca, illustrate in conferenza stampa.

Le raccomandazioni, spiegano dal Sage, "possono essere aggiornate non appena saranno disponibili ulteriori informazioni sull’intercambiabilità", ma questo è al momento lo stato dell’arte. In caso di co-somministrazione con altri vaccini, "ci dovrebbe essere un intervallo minimo di 14 giorni tra la somministrazione di questo vaccino e di qualsiasi altro vaccino contro altre condizioni".

"Gli studi clinici hanno dimostrato che il vaccino AstraZeneca ha profili di sicurezza ed efficacia simili in persone con varie patologie preesistenti, comprese quelle che le mettono a maggior rischio di Covid-19 grave. Le comorbidità studiate nei trial clinici includono obesità, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e diabete". Lo evidenzia il Gruppo strategico di esperti (Sage) dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle vaccinazioni, che ha emanato una serie di raccomandazioni preliminari sull’uso del vaccino AstraZeneca, illustrate in conferenza stampa.

"La vaccinazione è raccomandata per le persone con comorbidità identificate a maggior rischio di Covid-19 grave", affermano gli esperti.

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cms_20931/Min_Sanita_ISS_Prot_Civ.jpgIn Italia ulteriori 12.956 contagi e altri 336 morti

Sono 12.956 i contagi da coronavirus in Italia a ieri, 10 febbraio, resi noti nei dati del bollettino della Protezione Civile pubblicato dal ministero della Salute.

Sono stati registrati altri 336 morti che portano il totale a 92.338 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia di covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti ulteriori 310.994 tamponi, l’indice di positività è al 4,16%. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 2.128 (-15).

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I dati dalle regioni

LOMBARDIA

Sono 1.849 i nuovi contagi di Coronavirus in Lombardia secondo il bollettino di ieri, 10 febbraio. Si registrano altri 39 morti, un dato che porta a 27.598 il totale delle vittime nella regione dall’inizio della pandemia. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 35.317 tamponi. Sono 46.611 gli attualmente positivi al Covid-19 in Lombardia, inclusi 371 pazienti in terapia intensiva (+8). I casi totali salgono a 553.854, i dimessi/guariti sono in tutto 479.645.

TOSCANA

"I nuovi casi registrati in Toscana sono 671". Lo annuncia su Facebook il presidente della Toscana, Eugenio Giani,sull’andamento dell’epidemia di coronavirus. I decessi nelle ultime 24 ore sono 16. Sono 20.046 i test effettuati di cui 13.043 tamponi molecolari e 7.003 test rapidi. Il tasso dei nuovi positivi è 3,35% (7,1% sulle prime diagnosi). Dall’inizio dell’epidemia in Toscana sono 140.265 i casi di positività al coronavirus. I nuovi casi sono lo 0,5% in più rispetto al totale del giorno precedente. L’età media dei 671 nuovi positivi odierni è di 44 anni circa. I guariti crescono dello 0,4% e raggiungono quota 124.966 (89,1% dei casi totali). Gli attualmente positivi sono oggi 10.923 Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 815, 115 in terapia intensiva. Le persone complessivamente guarite sono 124.966. Sono 4.376 i deceduti dall’inizio dell’epidemia.

VENETO

Il Veneto ha registrato 828 nuovi contagi da Coronavirus nelle ultime 24 ore. Da ieri sono stati registrati altri 31 morti secondo i dati del bollettino regionale. I nuovi casi sono stati rilevati su un totale di 38.048 tamponi, per un’incidenza del 2,18%. Numeri che portano così il totale dei positivi da inizio epidemia a 318.807, mentre le vittime dal 21 febbraio dell’anno scorso sono 9.395. Negli ospedali prosegue la discesa dei ricoveri di pazienti colpiti dal virus: ieri erano 1.567 in area non critica e 170 nelle terapie intensive.

BASILICATA

Sono 98 i nuovi contagi di Coronavirus in Basilicata secondo il bollettino di ieri, 10 febbraio. Si registra un altro decesso. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 834 tamponi molecolari, secondo quanto reso noto dalla task force regionale. Sul totale dei positivi 24 riguardano Tolve, Comune potentino di seimila abitanti. Nelle ultime 24 ore è deceduta una persona residente a Melfi. I lucani guariti sono 32 a cui si aggiungono altre 14 guarigioni di un periodo precedente ’’a seguito di verifica e riallineamento tra piattaforme Covid-19 della Regione Basilicata e dell’Istituto Superiore di Sanità’’, come precisa la task force regionale. Aggiornando i dati complessivi, i lucani attualmente positivi salgono a 3.117 (+49), di cui 3.030 in isolamento domiciliare, mentre sono 10.043 le persone residenti in Basilicata guarite dall’inizio dell’emergenza sanitaria e 334 quelle decedute. Le persone attualmente ricoverate nelle strutture ospedaliere lucane sono 87(+2): al San Carlo di Potenza 31 nel reparto di Malattie infettive, 31 in Pneumologia, 6 in Medicina d’urgenza e 3 in Terapia intensiva; all’ospedale Madonna delle Grazie di Matera 9 nel reparto di Malattie infettive, 5 in Pneumologia e 2 in Terapia intensiva. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati analizzati 218.898 tamponi, di cui 202.699 risultati negativi, e sono state testate 134.291 persone.

MARCHE

Sono 421 i nuovi contagi di Coronavirus nelle Marche secondo il bollettino di ieri, 10 febbraio, su 5583 tamponi effettuati (con un rapporto positivi/testati pari al 12,1%). Lo rende noto il Servizio Sanità della Regione. I nuovi contagi sono 60 in provincia di Macerata, 224 in provincia di Ancona, 83 in provincia di Pesaro-Urbino, 12 in provincia di Fermo e 27 in provincia di Ascoli Piceno e 15 fuori regione. Questi casi comprendono soggetti sintomatici (52 casi rilevati), contatti in setting domestico (93 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (145 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (23 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (5 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (3 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (19 casi rilevati), screening percorso sanitario (2 casi rilevati). Per altri 79 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 1220 test e sono stati riscontrati 94 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari all’8%.

VALLE D’AOSTA

Nessun decesso e sette nuovi contagi da Covid-19 in Valle D’Aosta. Il dato è contenuto nel bollettino di aggiornamento sanitario diffuso ieri, 10 febbraio, dalla Regione. Da inizio epidemia in Valle d’Aosta i contagi da Coronavirus sono 7877, i casi positivi attuali sono 147 (- 8), di cui 15 ricoverati in ospedale, tre in terapia intensiva, e 129 in isolamento domiciliare. I guariti sono 7319 (+ 15), i tamponi finora effettuati sono 72.509 (+ 245), di cui 1589 processati con test antigienico rapido.

ABRUZZO

Sono complessivamente 46147 i casi positivi al Covid 19 registrati in Abruzzo dall’inizio dell’emergenza. Ieri si sono registrati 314 nuovi casi (di età compresa tra 1 e 90 anni). I positivi con età inferiore ai 19 anni sono 73, di cui 10 in provincia dell’Aquila, 2 in provincia di Pescara, 53 in provincia di Chieti e 8 in provincia di Teramo.Lo comunica l’Assessorato regionale alla Sanità precisando che il bilancio dei pazienti deceduti registra 7 nuovi casi e sale a 1533 (di età compresa tra 53 e 94 anni, 4 in provincia di Chieti e 3 in provincia di Pescara).

SARDEGNA

Sono 161 i nuovi contagi da coronavirus in Sardegna secondo il bollettino di ieri. Registrati inoltre altri 5 morti. I tamponi in più eseguiti sono stati 23.527, con un tasso di positività dello 0,6%. In ospedale sono ricoverati 365 pazienti (-6), 32 (-5) in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 13.915, 460 quelle in più guarite. Dei 39.825 casi positivi complessivamente accertati, 9.209 (+28) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.385 (+25) nel Sud Sardegna, 3.391 (+30) a Oristano, 7.963 (+17) a Nuoro, 12.877 (+61) a Sassari.

PUGLIA

Sono 1.063 i nuovi positivi al Covid-19 registrati ieri, 10 febbraio, in Puglia, su 10.517 tamponi. Registrati inoltre altri 25 morti: 14 in provincia di Bari, 3 in provincia Bat, 8 in provincia di Foggia.In totale sono 3.488. E’ quanto reso noto nel bollettino epidemiologico quotidiano sull’infezione da coronavirus stilato dalla Regione, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute. Dei nuovi positivi, 350 sono in provincia di Bari, 95 in provincia di Brindisi, 128 nella provincia Bat, 61 in provincia di Foggia, 108 in provincia di Lecce, 307 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione, 11 casi di provincia di residenza non nota. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.398.270 test. Sono 80.617 i pazienti guariti. Di conseguenza calano di molto i casi attualmente positivi: oggi sono 47.106(-1.454). In aumento i pazienti ricoverati che sono 1.655. Il totale dei casi positivi Covid in Puglia dall’inizio dell’emergenza è di 131.211.

EMILIA ROMAGNA

Sono 930 i nuovi contagi di Coronavirus in Emilia Romagna secondo il bollettino di ieri,10 febbraio. Si registrano altri 37 decessi. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 230.078 casi di positività. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 30.664 tamponi e la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3%. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.951. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 169 nuovi casi, poi Rimini (152), Ravenna (106), Reggio Emilia (79), Parma (68), Ferrara (66), Modena (65), Imola (64). Seguono le province di Cesena (55), Forlì (54) e Piacenza (52). Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 178.414. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 41.713 (-1.162). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 39.593 (-1.131), il 95% del totale dei casi attivi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+1), 1.937 quelli negli altri reparti Covid (-32).

CAMPANIA

Sono 1.635 i nuovi casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Campania, 129 dei quali identificati da test antigenici rapidi. Dei 1.635 nuovi positivi, 85 sono sintomatici. I tamponi del giorno sono 20.912, di cui 2.898 antigenici. La percentuale di tamponi positivi sui tamponi complessivamente processati è pari al 7,8%. I positivi registrati in Campania dall’inizio dell’emergenza coronavirus sono 236.231 (di cui 2.462 antigenici), i tamponi complessivamente esaminati sono 2.589.633 (di cui 50.231 antigenici). Nel bollettino di ieri diffuso dall’Unità di crisi della Regione Campania sono inseriti 26 nuovi decessi, 14 dei quali avvenuti nelle ultime 48 ore e 12 avvenuti in precedenza, ma registrati ieri.

CALABRIA

Sono 214 i nuovi contagi da coronavirus in Calabria secondo il bollettino di ieri. Registrati inoltre altri 2 morti. Nella Regione ad oggi sono stati sottoposti a test 514.040 soggetti per un totale di tamponi eseguiti 544.013 (allo stesso soggetto possono essere effettuati più test). Le persone risultate positive al Coronavirus sono 34.735 (+214), quelle negative 479.305. dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della Salute fanno inoltre registrare +3 terapie intensive, +221 guariti/dimessi e altri 2 decessi.

LAZIO

Sono 1.027 i nuovi contagi di Coronavirus nel Lazio secondo il, bollettino di ieri, 10 febbraio. Si registrano altri 51 morti, mentre i guariti nelle ultime 24 ore sono 3.188. "Non ci aspettiamo un cambio colore", ha detto l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Nel Lazio sono 44.834 i casi attualmente positivi a Covid-19, di cui 2.233 ricoverati, 260 in terapia intensiva e 44.341 in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’epidemia i guariti sono in totale 164.867, i decessi 5.375 e il totale dei casi esaminati è pari a 215.076, secondo il bollettino aggiornato della Regione Lazio.

PIEMONTE

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 669 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 106 dopo test antigenico), pari al 3,5% dei 18.882 tamponi eseguiti, di cui 10.505 antigenici. Dei 669 nuovi casi, gli asintomatici sono 270 (40,3%). Il totale dei casi positivi diventa quindi 234.078, di cui 20.880 Alessandria, 12.175 Asti, 8.048 Biella, 31.966 Cuneo, 18.339 Novara, 122.574 Torino, 8.657 Vercelli, 8.425 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.170 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.844 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 153 (+5). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.003 (-37). Le persone in isolamento domiciliare sono 9.876. I tamponi diagnostici finora processati sono 2.659.481 (+18.882), di cui 1.068.547 risultati negativi. Sono 18 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi. Il totale è ora di 9.067 deceduti risultati positivi al virus.

LIGURIA

Sono 364 i nuovi contagi di Coronavirus n Liguria secondo il bollettino di ieri, 10 febbraio. Si registrano altri 7 morti. I nuovi casi sono a fronte di 4718 tamponi molecolari effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati diffusi dalla task-force ligure per l’emergenza coronavirus sul territorio. Dal bollettino quotidiano emergono in tutto 669 pazienti ospedalizzati nelle strutture della Liguria (-10), dei quali 62 sono ricoverati nei reparti di terapia intensiva. A ieri in isolamento domiciliare si trovano 4012 persone.

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Quarantena anche per vaccinati? Cosa dicono gli esperti

Anche le persone vaccinate contro Sars-CoV-2 devono fare la quarantena in caso di contatto con soggetti positivi. E’ quanto avrebbe indicato il ministero della Salute alle Regioni. Una linea di prudenza che divide gli esperti.

cms_20931/Matteo_Bassetti,Infettirologo.jpgBASSETTI

"Per quanto riguarda la quarantena per i vaccinati io non sono d’accordo. Se fosse così tutti i sanitari dovrebbero vivere in quarantena perché siamo sempre a contatto con Covid positivi. Un vaccinato che ha un contatto ravvicinato con un caso non dovrebbe fare quarantena. E’ un argomento sul quale secondo me c’è confusione e non ci sono forti dati. Chi ha avuto un contatto ravvicinato e senza mascherina con un positivo più che fare la quarantena dovrebbe essere controllato con un tampone", spiega all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.

cms_20931/Pregliasco.jpgPREGLIASCO

Diversa l’opinioje del virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, secondo il quale "i vaccinati devono assolutamente continuare, nello stesso modo" di prima e delle persone non ancora sottoposte profilassi, "a rispettare tutte le misure previste dal nuovo ’galateo anti-Covid’": dalle mascherine al distanziamento e all’igiene delle mani, fino alla quarantena nei casi in cui è prevista. "Non è possibile" smettere di seguire le regole anti-contagio dopo essere stati vaccinati, spiega all’Adnkronos Salute. "Non si può dire ’io sono vaccinato e non ne ho bisogno’, e non solo per una questione di ’parità’ rispetto al resto della popolazione", precisa l’esperto. E’ necessario proseguire con tutte le precauzioni, "quarantena compresa", soprattutto perché "davvero non siamo certi della sterilizzazione del soggetto vaccinato": non sappiamo ancora, cioè, se oltre a essere protetto dalla malattia il vaccinato sia anche al sicuro dal rischio di ’ospitare’ il virus e quindi di trasmetterlo. Inoltre, come noto, "nessun vaccino è efficace al 100%". E nel caso si appartenga alla quota minoritaria di persone in cui la vaccinazione non funziona, "il vaccinato magari si prende una forma di Covid irrilevante per lui, che rischia però di non esserlo - avverte Pregliasco - per le persone non ancora protette".

cms_20931/mauro-minelli-specialista-in-immunologia-clinica-e-allergologia.jpgMINELLI

Per l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata, la possibilità che anche le persone vaccinate contro Sars-CoV-2 debbano fare la quarantena in caso di contatto con soggetti positivi "può dipendere dalla tipologia del vaccino somministrato, ma alle attuali conoscenze è meglio seguirla". "Soprattutto alla luce di dati ufficiali provenienti da quelle realtà che sono più avanti nella vaccinazione, come ad esempio Israele, il vaccino Pfizer - precisa Minelli all’Adnkronos Salute - risulta essere efficacemente e completamente protettivo dopo circa un mese dalla somministrazione della prima dose, ovvero una settimana dopo la seconda". "Di 7-10 giorni più lunghi risultano essere i tempi della piena efficacia del vaccino Moderna. Appare, dunque, evidente coma la quarantena possa ritenersi indispensabile - avverte - per quei soggetti che fossero venuti in contatto con positivi nella finestra di tempo compresa nei 30 giorni successivi alla somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer e nei 40 giorni successivi alla somministrazione della prima dose del vaccino Moderna". "Analoghe conclusioni evidentemente non possono essere tratte per coloro i quali dovessero sottoporsi alla vaccinazione con sieri AstraZeneca, per mancanza di informazioni certe relative alle dinamiche di immunizzazione indotte da vaccino", conclude Minelli.

cms_20931/massimo-galli.jpgGALLI

"Propenso a codificare un sistema che gestisca diversamente la quarantena nei vaccinati", Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, docente all’università Statale del capoluogo lombardo. "Credo che il vaccino debba essere uno strumento che ci riporta il più rapidamente possibile verso una normalità. E la possibilità di infezione tra i vaccinati è estremamente inferiore". In prospettiva, la quarantena per i vaccinati "credo debba essere, almeno gradualmente, abbandonata. Nel momento in cui avremo una quantità ampia i vaccinati sarà necessario decidere. La valutazione di un tampone, in caso di esposizione diretta importante, resta un criterio prudenziale anche per il vaccinato. Ma essere messi in quarantena come prima della vaccinazione credo costituisca un ostacolo anche alla ripresa delle attività. Ma è una posizione sulla quale sono aperto al confronto", dice Galli. Per l’esperto "sarebbe utile, anche se complessa da attuare, la determinazione della presenza degli anticorpi nei vaccinati. Tra i medici questo si sta facendo. Generalizzarlo è più complicato, ma dobbiamo usare la vaccinazione anche in funzione della ripresa, ma ora siamo in una fase di transizione, valutiamo bene la questione".

cms_20931/maria-rita-gismondo.jpgGISMONDO

Non ha dubbi Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. "Per i vaccinati restano le stesse regole di quarantena", nei casi in cui sia prevista dalle disposizioni in materia. "Assolutamente, sì. Perché" anche dopo avere ricevuto la profilassi anti-Covid, "se si dovesse essere positivi al virus certamente il pericolo di poter contagiare gli altri rimane". Sentita dall’Adnkronos Salute, l’esperta ricorda infatti che non esiste vaccino efficace al 100%. E non è ancora certo che il ’prodotto-scudo’, oltre a proteggere dal rischio di malattia, eviti anche la possibilità di trasmettere l’infezione.

cms_20931/Carlo_Signorelli,_docente_di_Igiene_e_Sanità_pubblica_all’Università_Vita-Salute_San_Raffaele_di_Milano.jpgSIGNORELLI

"La questione dei vaccinati e dei protocolli che devono seguire, come ad esempio la quarantena, va riaffrontata alla luce del fatto che è stata superata la quota di un milione di immunizzati. Domani, in Lombardia, il Comitato tecnico scientifico regionale affronterà questo tema. Ma credo che soprattutto il Cts nazionale dovrà occuparsene e tracciare la linea. Dobbiamo prendere atto che i vaccinati sono tanti: nei loro confronti dobbiamo essere cautelativi, ma non possiamo imporre misure che non hanno senso", spiega all’Adnkronos Salute Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Tutte le procedure - osserva Signorelli - vanno considerate e aggiornate in base ai dati esistenti. Sappiamo che abbiamo una quota rilevante di italiani che ha una situazione diversa in termini di risposta immunitaria, che ha poche probabilità di contagiarsi e poche di trasmettere l’infezione. Questo è un fatto".
Per l’esperto non si tratta di ripensare solo alle procedure per la quarantena: "Pensiamo ad esempio ai tamponi per l’ingresso nei reparti d’ospedale, obbligatori per tutti. Se però entra un vaccinato che ha già fatto la seconda dose da 2 settimane, non ha senso sottoporlo allo stesso iter". "Non possono essere mantenute procedure create per una situazione in cui i vaccinati non c’erano - ribadisce Signorelli - Bisogna adeguare tutta la prevenzione alla luce del numero crescente dei vaccinati. Con logica, con cautela, ma anche con buon senso. Oggi gli organismi scientifici devono occuparsi della questione".

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