VENEZUELA: A DICEMBRE LA RESA DEI CONTI MADURO-GUAIDÓ?
Oltre 20 milioni di elettori potranno votare alle legislative tra tre mesi. Aumentano i consensi per Maduro, mentre l’Onu lo accusa di crimini contro l’umanità
Sono 20.710.421, i venezuelani che potranno esercitare il diritto di voto nelle legislative del prossimo 6 dicembre. A presentarsi saranno ben 107 partiti politici, anche se la vera sfida è già chiara: Nicolás Maduro contro Juan Guaidó, i “due presidenti” sudamericani che rappresentano due visioni del mondo agli antipodi: socialismo contro liberismo, primazia della comunità contro diritti dell’individuo, nazionalismo contro internazionalismo. Quasi tutti dicono anche “democrazia contro dittatura”, solo che la parte “democratica” cambia a seconda di chi fa l’analisi: per i sostenitori di Guaidó, Maduro è un pericoloso dittatore, mentre per i sostenitori di Maduro, Guaidó è un golpista controllato dalla finanza internazionale capitalista.
In tutto questo, c’è un Paese allo sbando, più diviso per mai, che per molti mesi è stato teatro di violentissimi scontri che si accompagnavano alla carestia causata da una crisi economica di dimensioni catastrofiche, con la valuta venezuelana che vale ormai carta straccia (un milione di Bolivar venezuelani equivalgono a 3 euro e 45 centesimi). La situazione politica in Venezuela, paradossalmente, si è un po’ stabilizzata da quando è iniziata la crisi da Covid-19, che ha costretto le parti in gioco a posare la spada di guerra per poter gestire una situazione da incubo, dato che non c’erano i mezzi per contrastare la pandemia.
Così, Maduro ha potuto riprendere il controllo delle istituzioni, che sembrava ormai perso, e il consenso di Guaidó si sta erodendo velocemente, il che preoccupa il candidato di centrodestra, che si ritrova di fronte a una rincorsa nei prossimi 3 mesi, cosa che prima dell’epidemia non era certo prevedibile. Di sicuro, a favore di Guaidó giocherà la recente, pesantissima, pronuncia da parte dell’ONU, che mercoledì ha accusato il presidente socialista e diversi membri del suo governo di crimini contro l’umanità: nel rapporto, si parla di uso sistematico di tortura e omicidio sin dal 2014. Anche se il diritto internazionale al momento protegge Maduro dalle pene in quanto primo ministro di uno Stato, una notizia di questo tipo non potrà non influenzare l’opinione degli elettori.
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