VENEZUELA: STOP ALLE SANZIONI?

Europa, USA e Canada aprono: “Fatti progressi democratici”

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Di fronte ai "progressi sostanziali e credibili" registrati in Venezuela nella prospettiva di "ripristinare i processi e le istituzioni democratiche fondamentali", Unione Europea, Stati Uniti e Canada hanno reso noto di essere "disposti a rivedere le politiche di sanzioni basate su progressi significativi in un negoziato globale" fra governo e opposizione. Lo rende noto un comunicato congiunto firmato dall’Alto rappresentante della UE per gli Affari esteri, Josep Borrell, dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken (attualmente in visita in Europa), e dal ministro degli Esteri canadese, Marc Garneau. Il blocco occidentale ha dunque deciso di riconoscere al Venezuela, che nel recente passato aveva vissuto una crisi profondissima e si era ritrovata ad avere persino due governi in carica dopo l’avvento di Juan Guaidò, il fatto che si stia procedendo nel Paese ad una ricostruzione democratica. Una svolta non da poco, considerando che Nicolàs Maduro, lo stesso che a marzo 2020 era stato incriminato negli Stati Uniti per spaccio internazionale di droga, ha consolidato nuovamente una posizione di primazia nella politica nazionale a scapito degli oppositori.

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Sei giorni fa, il Presidente venezuelano di estrema sinistra, a lungo considerato un dittatore non senza motivo, aveva parlato di un “grande accordo nazionale” in dirittura di arrivo tra il suo partito e l’opposizione. "Ora vedo consolidarsi la fiducia fra le parti e questo porterà a successivi accordi parziali" che saranno raggiunti attraverso una agenda di confronto condivisa, aveva spiegato Maduro ai microfoni dei media governativi. Il capo del governo venezuelano aveva anche rassicurato riguardo il rispetto del processo democratico in vista delle elezioni amministrative di novembre. Sempre nel corso dell’ultima settimana, Maduro ha parlato anche di una riforma del sistema giudiziario, da lui definita come una “rivoluzione”.

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Tutti propositi, questi, che sono evidentemente piaciuti agli interlocutori occidentali, che, nella suddetta nota, esprimono comunque di essere ancora “profondamente preoccupati per la crisi in corso in Venezuela e il suo impatto regionale e globale". UE, USA e Canada chiedono inoltre, per l’eliminazione delle sanzioni, che avvenga "il rilascio senza condizioni di tutti coloro che sono ingiustamente detenuti per motivi politici, garanzie di indipendenza dei partiti politici, libertà di espressione anche per i membri della stampa e la fine delle violazioni dei diritti umani" e che si creino "condizioni elettorali che rispettino gli standard internazionali per la democrazia a partire dalle elezioni locali e regionali previste per novembre 2021". Maduro sembrerebbe effettivamente disposto a soddisfare la seconda richiesta, mentre poca chiarezza c’è ancora sul primo punto. La strada per una normalizzazione della condizione interna e dei rapporti internazionali del Venezuela è tuttavia tracciata.

Giulio Negri

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