VERONA

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Città, nota per molti motivi, non ultimo la tragedia shakesperiana Giulietta e Romeo, è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, per la sua struttura urbana e per la sua architettura. Già nel secolo scorso venne scoperto che la prima si è sviluppata tra il punto in cui il sole sorge durante il solstizio d’estate - precisamente il Piloton, dietro il Castello di Montorio – e quello in cui il sole tramonta durante il solstizio d’inverno, coincidente con la chiesa di Santa Lucia Extra. Questo sviluppo è unico al mondo, e rappresenta, in chiave esoterica, il sole nascente e morente, una rappresentazione metaforica della vita in chiave astrologica. Il Pilotron di Montorio è un megalite di origine sacra risalente circa al 150 a.C. posto su un camino vulcanico, dalla forma fallica, propiziatrice di fertilità. Proseguendo lungo un ideale percorso esoterico, si arriva a Castel San Pietro, una collina alle spalle dell’Anfiteatro, su cui si erge una caserma militare. In precedenza però i romani vi costruirono un tempio, poi modificato in castrum durante il medioevo, con annessa la chiesa di San Pietro.

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Dopo vari stravolgimenti si arriva all’attuale costruzione, ad opera degli austriaci durante la loro dominazione, nella metà del 1800. Dal piazzale antistante, scendendo una scalinata che porta direttamente all’Arena, ci si dovrà dirigere verso la chiesa di San Giovanni in Valle, un tipico esempio del periodo romanico veronese. Al suo interno, nella cripta, 2 sarcofagi risalente all’epoca paleocristiana, testimonianza di un’area cimiteriale delle origini. Proseguendo il percorso si raggiunge la chiesa di Santa Maria in Organo. Questo edificio, risalente come fondazione all’epoca longobarda, si presenta con due stili differenti sulla facciata, di cui quella inferiore è rinascimentale, mentre quella superiore, più antica, è in stile gotico romanico. All’interno trovano spazio numerosi dipinti ed opere d’arte, ma la visione più suggestiva sono le tarsie, composizioni decorative ad intarsio, presenti nel coro e sulla sagrestia.

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Le due chiese sopra citate, unitamente ad altre tre, e cioè San Giorgio in Braida, Santo Stefano e Santa Libera, costituiscono parte importante di un percorso che porta alla scoperta di Verona Minor Hierusalem. Seguendo questo itinerario ci si troverà in un contesto scenografico disegnato dall’ansa del fiume, e raggiungendo le due terrazze naturali esistenti, di cui una è la già nominata Castel San Pietro e l’altra San Zeno in Monte, si godrà una vista suggestiva della città dall’alto, una visione che portò molti a paragonare Verona ad una piccola Gerusalemme.A San Zeno inoltre si potrà visitare il Forte Sofia, costruzione austriaca della metà del 1800. Ma Verona ha anche una parte nascosta, ed in Corte Sgarzerie si trova l’accesso all’area archeologica sotterranea, che introduce a dove un tempo di trovava il criptoportico capitolino, area esterna del Capitolium, il tempio sacro cittadino.

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Ad accompagnare i visitatori una guida virtuale, che illustrerà le vestigia ed i ruderi che si incontrano, percorrendo una passerella realizzata allo scopo. Vicino Portono Borsari, una delle porte della mura cittadine, si trova Palazzo Benciolini, ed appeso al muro del cortile si trova un Sator, un quadrato magico, la cui origine è ignota, così come non si conosce il periodo in cui venne apposto. Dopo una visita all’Arena ed una alla casa di Giulietta, per la classica foto sotto al balcone della sventurata giovane, per un’ultima curiosità si potrà uscire da Verona dirigendosi verso Pescantina, dove, nella frazione di Arcè, si trova la chiesa di San Michele Arcangelo, risalente al alla prima metà del XII secolo.

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Su una delle sue porte, ed esattamente sullo stipite, si trova inciso, in forma circolare, un altro Sator, che però in questo caso risulta essere diverso, seguendo appunto la curva dello stipite. All’interno della chiesa invece affreschi risalenti all’epoca della costruzione dell’edificio, dedicati al santo. Verona ha molte anime, una romantica, una storica, una militare, ed insieme contribuiscono a comporre un contesto molto particolare, dove il mistero e la suggestione accompagnano sempre i visitatori.

Paolo Varese

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