VINCENZO PAZZI

Il dualismo cosmico

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Vincenzo Pazzi è un designer: ha lavorato per il cinema - è stato anche controfigura di Vincent Cassel -, ha una sua società - la “Strapazzi srl” - ed è un artista. “Tanta roba” direbbe qualcuno ma, in fondo, perché no? È proprio questo che lo contraddistingue.

“Una delle etichette che mi hanno sempre appiccicato addosso è quella di essere una persona eclettica - racconta. Inizialmente mi sentivo offeso perché percepivo in questo termine un senso di limitazione, come se il fatto di interessarmi a tante cose significasse che non ne padroneggiavo nessuna”. Una sorta di minestrone in cui sono presenti tanti elementi ma non si distingue il sapore dei singoli pezzi. Ma i fatti scalzeranno questa prima impressione.

Di cose, nella vita, Vincenzo ne ha fatte davvero tante ma c’è sempre stato un filo conduttore: il disegno industriale.

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Vincenzo Pazzi

Fin da bambino gli piaceva “pasticciare” sulla carta, non perdendo occasione di disegnare, ovunque si trovasse, le linee che gli rigiravano in testa. Da adulto, si è laureato in disegno industriale al politecnico di Milano anche se, contemporaneamente, ha continuato a coltivare i suoi mille interessi. Oltre alla vocazione di designer, Vincenzo è sempre stato attratto dalla cultura in generale, divorando tonnellate di libri di letteratura, di poesia, di psicologia, di filosofia, di scienze, insomma un po’ di tutto.

Diciamo che è onnivoro e pure di buona forchetta!

Oppure possiamo dire che è un essere umano, un sano esemplare di terrestre non completamente alienato dalla tecnologia, che ancora ama tenere tra le mani la carta stampata e nutrirsene. “Per me il libro è un oggetto quasi sacro - afferma - e mi piace averlo tra le mani a prescindere dal suo contenuto”.

Di origini siciliane, Vincenzo Pazzi si è trasferito a Milano a 18 anni per motivi di studio.

Quando era appena arrivato nelle città meneghina e non conosceva ancora nessuno, si rifugiava nelle librerie: individuato l’angolo giusto dove isolarsi, passava ore intere a leggere per estinguere una sete che lo accompagna da sempre. Questo era il “suo mondo”, la sua oasi nel deserto ma anche il suo luogo di silenzio nel quale ritemprarsi.

Esuberante e chiassoso con gli amici, diventa solitario e silenzioso quando rimane a tu per tu con se stesso: nessuna dicotomia, né tantomeno “pazzia” ma solo due facce di una stessa medaglia, l’una a supporto dell’altra.

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“Milano” - acrilico e inchiostro su tela 100x100 cm by Vincenzo Pazzi

Il trasferimento a Milano incide profondamente sul suo modo di vedere la vita.

“Hai presente l’espressione: avere un sogno nel cassetto? - mi chiede. Ecco, mi ha sempre infastidito pensare a quelle persone che magari stanno davanti alla TV in pigiama e pantofole ma poi, puntando il dito contro il piccolo schermo, esclamano: avrei tanto voluto fare l’attore! Mi domando: perché non l’hai fatto? Va bene avere i sogni nel cassetto ma i cassetti ogni tanto vanno aperti e bisogna tirarli fuori questi sogni! Solo così puoi scoprire se la tua è una vera vocazione o il frutto della fantasia”.

Vincenzo Pazzi, nella sua vita, ha fatto proprio questo: ha provato di tutto, ha verificato i propri interessi per comprendere quale fosse la sua strada. Si è messo alla prova. “Io suono la chitarra - racconta -: mi piaceva e ho voluto imparare. Ho anche fatto spettacoli in giro con un gruppo di amici ma mi sono accorto che non era la mia strada. Poi ho fatto un po’ di actoring, partendo dalle campagne pubblicitarie fino a diventare la controfigura di Vincent Cassel. Bellissimo, ma non era neanche quello il mio percorso. Diciamo che, in generale, ne ho provate diverse fino a che non ho capito quale fosse la mia vera strada. In ogni caso avuto il piacere di provarci.”

Sagge parole, perché è sempre meglio tentare e sbagliarsi piuttosto che vivere con il rimorso di non averci nemmeno provato.

Dopo svariati tentativi, ecco che qualcosa emerge: l’ARTE.

A un certo punto si è reso conto che il “fil rouge” che si portava dietro fin da bambino - cioè disegnare - era la cosa che, in assoluto, volevo fare nella vita.

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“Battista Sforza” e “Federico da Montefeltro” - acrilico e inchiostro su tela 40x30 cm by Vincenzo Pazzi

Se, da giovanissimo, la sua arte era tanto figurativa da riprodurre alla perfezione i soggetti ritratti, con il passar del tempo le cose sono cambiate. Vincenzo ha iniziato ad eliminare dai suoi quadri le linee “superflue” per avvicinarsi sempre più al lato emozionale dell’opera. Discostandosi dal figurativo è riuscito a raggiungere l’essenza stessa del soggetto: da quel momento, le sue tele raccontano una visione “da dentro” anziché una fotografia “da fuori”.

Sono le basi del suo DUALISMO COSMICO.

Ma facciamo un passo indietro.

Quando, nel 2002, decide di trasferirsi a Salamanca per motivi di studio, si apre una parentesi che cambierà radicalmente il corso della sua vita.

In quel periodo Vincenzo prende l’abitudine di disegnare sui tovagliolini da bar: schizzi veloci, neanche tanto pensati, che venivano poi regolarmente gettati via. Un “vizietto” che si è portato avanti per ben dieci anni. Furono gli amici a fargli notare che disegnava sempre la stessa cosa: dei nasi.

Poi, una notte del 2012 - alle quattro del mattino - Vincenzo non riesce a dormire perché sente il bisogno impellente di fissare questi nasi sulla tela. A cose fatte qualcosa si sblocca in lui, capisce il senso di questa inconsapevole ossessione e, da quel momento, smetterà di disegnare quel soggetto. Una porta si chiude e un’altra si apre: il DUALISMO COSMICO.

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“Dualismo cosmico” - acrilico e inchiostro su tela 40x40 cm by Vincenzo Pazzi

Che cos’è il dualismo cosmico?

Per Vincenzo Pazzi è l’apoteosi di tutto il suo percorso, sia artistico che umano.

Artisticamente, è un intreccio di linee che raffigurano una sorta di lotta fra il bene e il male. Umanamente è la firma che ha apposto alla sua lotta personale, presente da anni nel suo subconscio ancora prima che alla sua coscienza.

È una creazione artistica che nasce dalle viscere dell’Io, da una liberazione del Sé e che ha dato vita all’autore stesso dell’opera.

Possiamo senza ombra di dubbio affermare che, in questo caso, è stata l’opera a creare l’artista e non viceversa.

A partire da questo momento, la mano di Vincenzo non si ferma più ed inizia a produrre opere come se non ci fosse un domani.

La tecnica rimane la stessa - inchiostro nero su tela bianca - ma è lo spirito che è diverso. A volte aggiunge il colore per spezzare un po’ quell’espressione prettamente geometrica e dargli un impatto emozionale più forte.

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“Saligia” - inchiostro su tela 90x60 cm by Vincenzo Pazzi

Non temo di paragonare il Dualismo Cosmico di Vincenzo Pazzi ad un moderno e personalissimo màndala, in cui si intrecciano maestria geometrica e geometria sacra. Sacro e profano. Umano e divino. Del resto, queste sono anche le sensazioni di quanti si sono approcciati alle opere dell’artista.

Dopo la nascita del Dualismo Cosmico, i soggetti delle tele di Vincenzo hanno preso una direzione completamente nuova.

Non più tematiche legate all’ambito figurativo - quindi qualcosa di rappresentabile - ma bensì soggetti legati alla sfera interiore, spirituale, invisibile. Ecco che nascono i sette vizi capitali e poi “Saligia”, che li include tutti. E ancora opere sull’amicizia, sull’esterofilia e tanti altri concetti astratti a cui Vincenzo cerca di dare un volto.

Tutto ciò ci insegna quanto sia importante guardarsi dentro, mettersi alla prova per liberare quella voce interiore che altro non è se non la vocazione alla quale siamo chiamati.

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L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.

#socialtvlbocca

Dove trovare Vincenzo Pazzi:

https://vincenzopazzi.com

https://www.facebook.com/pazzivincenzo

https://www.instagram.com/vincenzopazzi/

Simona HeArt

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