VIRUS, LE NUOVE PAROLE DI GUTERRES

“Con sforzo il vaccino arriva entro l’anno. Dobbiamo combattere la disinformazione”

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Tra le tante parole che gravitano come elettroni attorno al nucleo costituito da “virus” ed “epidemia”, due con un’importanza lievemente superiore alle altre sono con tutta probabilità “vaccino” e “disinformazione”. Sono i due termini fondamentali del nuovo intervento di Antonio Guterres, segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. “Abbiamo bisogno di uno sforzo ambizioso per garantire un approccio armonioso, integrato e ottimizzato per massimizzare la velocità e la scala necessaria al dispiegamento universale di un vaccino entro la fine del 2020”.

L’alto funzionario ONU specifica che “il solo strumento che permette il ritorno del mondo a un sentimento di normalità è un vaccino sicuro ed efficace, che salverebbe milioni di vite e innumerevoli miliardi di dollari”. Sulla questione economica aggiunge che il suo appello, datato 25 marzo, per raccogliere due miliardi di dollari sta iniziando a dare i suoi frutti: il piano umanitario ha consentito, per ora, di mettere insieme circa il 20% della somma totale. “Inoltre, mentre il mondo combatte contro il virus, assistiamo ad un’altra emergenza: quella della disinformazione”.

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Guterres non manca di sottolineare come il virus sia la crisi globale più grave dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. “Dovunque nel mondo la gente ha paura e vuole sapere cosa fare e a chi rivolgersi per aiuti e consigli, questo è il momento della scienza e della solidarietà”. Conia anche un nuovo termine: disinfodemia, crasi di “disinformazione” ed “epidemia”. “Consigli medici dannosi, illusorie promesse di rimedi miracolosi e falsità proliferano – spiega il segretario generale – incontrollate teorie del complotto infettano la rete, l’odio diventa virale, stigmatizzando e ostracizzando persone e gruppi”.

L’appello, dunque, arriva forte e chiaro. Anzi, cristallino. “Il mondo deve unire le proprie forze conto quest’altra malattia, il vaccino si chiama fiducia nella scienza” ed “esprimo il mio apprezzamento per i giornalisti e quanti controllano la veridicità della montagna di storie fuorvianti e post nei social media”. A proposito di Facebook, Instagram, Twitter e simili: “Chi gestisce i social media deve fare di più per sradicare odio e affermazioni dannose legate al virus”. C’è anche un terzo aspetto, da non sottovalutare: “La fiducia nelle istruzioni, che si fondino su una capacità di guida e governo reattiva, responsabile e basata su riscontri oggettivi”. Ci deve essere, dunque, “fiducia reciproca, perché il sostegno dei diritti umani deve rappresentare la bussola con cui orientarsi in questa crisi: insieme, respingiamo bugie e assurdità”.

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Il funzionario annuncia anche “un’iniziativa della Nazioni Unite di risposta comunicativa per inondare la rete con fatti e informazione scientifica contrastando al contempo la piaga crescente della disinformazione”, un veleno che sta mettendo sempre più vite a rischio. “Facendo causa comune in nome del buon senso e dei fatti – conclude – possiamo sconfiggere il virus e costruire un modo più sano, equo, giusto e resiliente”. Nel mentre si attiva anche Papa Francesco, che comunica l’istituzione di una task force per fronteggiare la nuova fase del virus.

Francesco Bulzis

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