Venezuela, Maduro vince le elezioni venezuelane, è caos

“Il paese rischia l’isolamento”

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Il presidente Nicolas Maduro vince contro nessuno, e per altri sei anni sarà lui a traghettare il paese dell’america latina fuori dalla crisi. La situazione è molto critica affermano dalle opposizioni, dopo che le stesse non hanno presentato alcun candidato alle elezioni per contrastare il delfino di Chavez. È stata una vittoria schiacciante contro alcun candidato. La crisi economica della nazione non viene ignorata dagli Stati Uniti e dalle nazioni vicine, ma non è servito appoggiare l’opposizione a scendere in piazza per protestare e chiedere di sospendere le elezioni. Il regime socialista ha proceduto con la competizione presidenziale nonostante la minaccia di ulteriore isolamento e sanzioni dirette all’industria petrolifera della nazione già duramente colpita.

cms_9262/2v.jpg"Quante volte mi hanno sottovalutato?" sottolinea Maduro, 55 anni, gridando alla folla di sostenitori davanti al palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas.

"Hanno detto che sei stato costretto a votare, che sei stato costretto a votare: è un insulto per il popolo!"

È il risultato di vent’anni da Hugo Chavez e Maduro. Nel corso del tempo, quella che era stata una delle democrazie più ricche dell’America Latina oggi e un paese fallito. L’economia si è deteriorata al punto che l’elettricità e l’acqua corrente sono lussi e la malnutrizione è dilagante. I paesi vicini e le agenzie umanitarie internazionali stanno lottando per prendersi cura di migliaia di venezuelani che sono fuggiti nelle nazioni confinanti.

I risultati delle elezioni dicono che Maduro ha vinto quasi il 68% degli 8,6 milioni di voti espressi, mentre il suo principale sfidante, l’ex governatore Henri Falcon, ha preso il 21% circa. Ma il dato piu rilevante , tuttavia, è stata l’affluenza alle urne.

cms_9262/3av.jpgLa partecipazione degli elettori era circa il 48%, secondo il ministero dell’interno. Quello sarebbe il più basso per le elezioni presidenziali da quando Chavez ha rovesciato la politica venezuelana nel 1998.

Tre ore dopo le 18:00,molti i seggi rimasti aperti e i funzionari del regime di Maduro sono andati in televisione per incoraggiare le persone a votare promettendo vantaggi economici.

Resta il fatto che Maduro ha effettivamente smontato tutto il sistema democratico di una nazione emersa dalla leadership militare nel 1958, una delle prime nazione del Sud america a farlo. Dopo che l’opposizione prese il controllo dell’assemblea nazionale, Maduro la scavalcò creando un corpo onnipotente pieno di fedelissimi. Quando l’assemblea chiese l’intervento della magistratura della corte suprema, il regime li processo tanto da farli scappare in esilio. I suoi avversari più agguerriti furono imprigionati o banditi dalla vita civile.

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Domenica, il governo sembrava più preoccupato di gonfiare la partecipazione per dimostrare la sua legittimità ai propri seguaci piuttosto soffermarsi del perché di tanto astensionismo.

"Chi e il grande perdente oggi? L’astensione ", ha detto Delcy Rodriguez, capo dell’assemblea costituente creata da Maduro che domina in modo supremo su tutti gli altri organismi governativi.

Nel fra tempo, gli Stati Uniti non ha intenzione di riconoscere le elezioni di domenica in Venezuela, anzi, avviaeranno le procedure per le sanzioni contro l’industria petrolifera della nazione "è un gesto in aiuto alla popolazione per bene del venezuela", ha detto domenica il vice segretario di Stato John Sullivan. Le precedenti sanzioni sono state inflitte contro singole persone, ma mai contro il sistema produttivo come l’industria della nazione che sappiamo bene - continua il segretario Sullivan - potrebbe avere effetti devastanti su una popolazione già sofferente.

Luca Frongia

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