Viviana BIAGIOLI poetessa
"RINASCITA"

L’International Web Post è lieto di riservare questo nuovo spazio ad una delle forme più nobili della creatività dell’animo umano: la poesia.
Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la poesia della poetessa,Viviana BIAGIOLI, che arricchisce questa nostra rubrica "Sulle note dell’Anima”", di cui ciascun lettore potrà farsi protagonista inviandocene la propria
Il nostro Commento
"RINASCITA"
Possiamo dividere questa poesia in tre passaggi esistenziali: un’apertura di disperazione, una mediazione verso la speranza, la risalita fino all’approdo, punto di arrivo della rinascita reale, intuita, immaginata e sperata.
Nel momento stesso in cui noi immaginiamo una rinascita, il germoglio lo abbiamo già dentro di noi e già il passaggio in qualche modo è avvenuto.
L’autrice si rende molto interpretabile, intuibile perché ha dentro di sè una grande generosità emotiva: si offre al lettore, si dona al fruitore e lo rende testimone di uno snodo fondamentale travalicante le dolorose contraddizioni della vita.
Viviana intitola la sua poesia “Rinascita”. Rinascita rappresenta il progetto, la realizzazione sperata e sognata come punto di approdo. Nel titolo è in nuce una positiva e vitale progettualità.
“…ho vissuto una notte…”
Per quanto riguarda la scansione grafica dei passaggi, nei primi versi “…ho vissuto una notte su una spiaggia deserta, senza luce…,” rintracciamo quella totale disperazione, vissuta da tutti noi quando siamo orfani di nuovi orizzonti.
L’autrice sperimenta l’intuizione di una dimensione cosmica ricca di esaltanti emozioni:
“… il cielo e il mare consumavano il loro abbraccio…”
In antitesi al doloroso vissuto povero di affetti.
Quando si dice “…assenza di canto…” La lettura della natura come doloroso silenzio e non come pausa meditativa: il cielo e il mare consumavano il loro abbraccio nel silenzio totale, escludendo chi li stava guardando da spettatrice passiva, estranea al loro unirsi, non partecipe di questa eventuale unione – comunione.
“…senza stelle…”nessuna luce, nessuna via d’uscita
“Immersa in quella coltre oscura”
Il dolore intenso fa paura ma estremo è il dolore senza nome perchè non è legato ad eventi traumatici, ad un lutto, alla perdita di un amore, di qualcosa di importante, ma il dolore senza nome si annuncia come non elaborabile, aprendo la strada ad una profonda depressione come un male del vivere.
“… niente si impossessava di me…”
Il male di vivere è una coltre, quasi un muro di cemento che ci preclude persino la possibilità di essere aiutati, quel tipo di dolore che annienta tutto e depriva l’esistenza dei suoi colori.
“…la vita se n’era andata…”
La vita se n’era andata senza averla vissuta, ma a questo punto inizia una prefigurazione di una via d’uscita, come un nuovo codice di accesso al vivere.
“…ho atteso…”
“…ho atteso ancora e ho visto l’alba…”
Inizia il percorso in salita, verso la salvezza, verso un nuovo pensiero di speranza, verso una nuova progettualità.
“…mi sono alzata e mi sono messa in cammino…”
Sublime affresco di un pellegrinaggio interiore.
Viviana vive un vero viaggio dantesco. Dante nella sua architettura dello spirito, viaggia attraverso l’Inferno, il Purgatorio, il Paradiso ed in questo simbolico snodo grafico ed esistenziale sperimenta vari stati della coscienza..
Anche la nostra autrice ci restituisce nel suo viaggio esistenziale una scansione grafica di contenuti propria dei tre passaggi danteschi.
Info:“Sulle note dell’anima” -International Web Post - Redazione di Nettuno - Via Santa Marinella 157 – 00048 Nettuno (RM)
Maria Casalanguida - Manuela Fiorini de Rensis
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