LA CITTA’ IDEALE (V^PARTE)

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La Chiesa di Santa Reparata si trova, nella grande Piazza d’Armi punto centrale dell’abitato, di fronte al Palazzo dei Commissari, quasi a sottolineare i due poteri che presiedono al buon vivere civile, quello laico per la gestione terrena, quello religioso per le cose spirituali.

Il Palazzo Pretorio o dei Commissari rappresenta un classico esempio di architettura rinascimentale, presenta una facciata con elementi in pietra serena che profilano le finestre, ingentilito dai vari stemmi e dall’aggraziato orologio posto in cima. Tre grandi archi portano al chiostro interno, un loggiato a doppio ordine con un pozzo centrale. Assai originale la scala a chiocciola che conduce alle segrete, che sono ambienti molto piccoli e chiusi da pesanti porte basse. Al piano terra, con ingresso dal loggiato esterno, si trovano la Stanza del Cancelliere e l’Aula del Tribunale. Il Palazzo è oggi sede del Museo dell’Uomo e dell’Ambiente, che si articola attraverso 25 sale.

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Il Palazzo Pretorio o dei Commissari- Terra del Sole

La Chiesa di Santa Reparata, fu progettata da Mastro Raffaello di Zenobi di Pagno da Fiesole, la facciata è in stile rinascimentale, molto semplice, abbellita da metope e triglifi, il portale d’ingresso sovrastato da una lunetta e incorniciato da decorazioni dentellate con ai lati due nicchie; il piano superiore è coronato da un timpano triangolare, affiancato da due volute, con al centro una finestra ovale.

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Chiesa di Santa Reparata-Terra del Sole

L’interno è di un’unica navata con il tetto a capriate; molto semplice ma delizioso nel suo apparire un po’ veneziano, vi è infatti un pregevole organo costruito nel 1734 dal marchigiano Feliciano Fedeli, (i Fedeli furono una delle maggiori e più rappresentative dell’arte organaria italiana tra Settecento e Novecento, e forse erano di origine veneziana) e un altro più piccolo che col loro stile barocchetto e il color verde laguna fanno venire in mente Venezia.

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Chiesa di Santa Reparata -Organo di Feliciano Fedeli

Altre opere importanti sono il Crocifisso di scuola fiorentina, risalente al XVI secolo, la tela ritraente la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina da Siena, dipinta da Francesco Longhi nel 1610, ma soprattutto importante è la pala raffigurante la Madonna del Carmine assieme alle Sante Martiri Reparata e Caterina, eseguita da Pier Paolo Menzocchi nel 1575, un pittore forlivese che ha lavorato assieme al padre alla basilica della Santa Casa di Loreto e con Giorgio Vasari, in Palazzo Vecchio, a Firenze.

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Chiesa di Santa Reparata - Organo positivo

La pala è tutta giocata coi toni terrosi e aranciati , è questa la sua particolarità; le due Sante si fronteggiano ai lati, Caterina con la spada in mano, Reparata con le dita preme il petto, sono figure ben proporzionate, belle mani affusolate e bei panneggi; al centro la Madonna del Carmine che scende col Bimbo su una nuvola, mentre in lontananza, come un oculo, vi è un paesaggio turrito, forse proprio Terra del Sole.

Nella grande piazza di Terra del Sole, alla fine di agosto, si svolge il palio di Santa Reparata, una sfida tra i due borghi, quello romano e quello fiorentino che si fronteggiano in una gara di tiro con la balestra antica, con oltre 200 figuranti.

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Pier Paolo Menzocchi -Madonna del Carmine assieme alle Sante Martiri Reparata e Caterina- 1575

La prima testimonianza del culto di Santa Reparata risale al IX secolo, la sua devozione si diffonde in Italia in maniera particolare a Firenze, Atri, Napoli e Chieti ma anche in Francia, è infatti patrona di Nizza.

La tradizione religiosa racconta che il martirio di Santa Reparata, una cristiana di nobile stirpe, avvenne a Cesarea di Palestina sotto l’imperatore Decio, a causa del suo rifiuto di sacrificare agli dèi, fu sottoposta a diverse specie di torture, infine messa a morte con un colpo di clava, ma la sua anima uscì dal corpo e salì al cielo sotto forma di colomba.

Nell’arte è stata rappresentata in poche ma importanti opere, i cui autori sono Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Domenico Passignano; opere tutte a Firenze, infatti Reparata è compatrona di Firenze.

Il suo culto fu soprattutto diffuso nel Medioevo ed era vista dalla popolazione fiorentina come una sorta di eroina, pronta a difendere la città.

Come mai questo?

Secondo la leggenda la Santa fu invocata dai fiorentini nel 406, durante l’assedio da parte degli Ostrogoti, per sua intercessione riuscirono a respingere l’assedio e così il vescovo Zanobi assieme al popolo costruì un edificio che fu dedicato a Reparata.

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Palio a Terra del Sole

Sin dai tempi barbarici è esistita un’area legata al culto cristiano che si è sviluppata nella zona nord di Firenze e che fin dal Medioevo rappresentava il più importante centro religioso cittadino e già dal VI secolo sorse a ridosso delle mura romane un complesso definito asse sacro, un insediamento che comprendeva il palazzo Vescovile, il battistero, un ospedale, una canonica, un cimitero e delle chiese.

In questo luogo sacro si ergeva la chiesa di Santa Reparata che è l’antica cattedrale di Firenze, sul cui sito, a partire dal 1296, è stata eretta Santa Maria del Fiore, i resti dell’antica chiesa si trovano dentro al Duomo.

Ora si comprende meglio il volere di Cosimo I granduca di Toscana, intitolando la Chiesa della sua città ideale a Santa Reparata, egli riconosceva fondamentale la religione per il buon governo, come freno per il popolo, ma riteneva che il Papato doveva impicciarsi di cose terrene solo per aiutare e favorire il suo ducato non per ostacolarlo. La sua complessa politica religiosa, era duttile e mutevole nel tempo, a volte era duro e aspro, altre cedevole, riflettendo il suo temperamento in primis pragmatico ma anche attento a sperimentare ogni magia bianca che gli tornasse utile.

Mi son ritrovata a pensare a Terra del Sole perché invitata dall’Associazione Logos, lo scorso giugno, per la Mostra-Premio a Caterina Sforza, poi di nuovo, in agosto, invitata sempre tramite Logos, alla Mostra Scacchi e Tarocchi in concomitanza col Palio di Santa Reparata, mi sono così ricordata la prima volta che vidi Terra del Sole, dal finestrino dell’auto, mentre coi genitori andavo in gita in Campigna, avevo nove anni, rimasi talmente colpita che pensai di aver sognato, sino a quando non vi ripassai.

La stessa cosa mi accadde con la cupola di Galla Placidia.

Lo stupore che si prova la prima volta che si vede qualcosa di mai visto e così non ti pare vero, lo stesso stupore che provò, un bambino di Cesena, più o meno della mia età che quando entrò per la prima volta in Santa Maria del Fiore, disse: «Ostia, quanto fieno ci sta qua dentro» e fu dileggiato… lui non sapeva con cosa paragonare la magnificenza del Duomo di Firenze, non aveva parole e parolone ma aveva lo stupore e la meraviglia sinceri che gli nascevano da dentro.

(Fine)

Le puntate precedenti ai link:

https://www.internationalwebpost.org/contents/LA_CITTA%E2%80%99_IDEALE_(I%5EPARTE)_27724.html#.Y0KfAXZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/LA_CITTA%E2%80%99_IDEALE_(II%5EPARTE)_27824.html#.Y0vba3ZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/LA_CITTA%E2%80%99_IDEALE_(III%5EPARTE)_27915.html#.Y1UYUnZByUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/LA_CITTA%E2%80%99_IDEALE_(IV%5EPARTE)_28000.html#

Paola Tassinari

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Gaetano Barbella

Il turista e la magnificenza della natura. Una volta destati da tanta magnificenza, si esaurisce nell’uomo la vena della sua necessità vitale procurata dal senso dello stupore che gli ha dilatato la coscienza. Di qui la città ideale che l’ha fatta rinascere, non ha più il potere di stupire, pur diventando un soave soggiorno per far vivere soavemente. Ed ecco che l’uomo ricade nell’abulia della noia e diventa un turista preso a visitare luoghi meravigliosi per far rinascere in lui lo stupore. Quel bambino di Cesena ci insegna però che nella semplicità rurale trova il suo mondo ideale dove ha modo di stupirsi continuamente. Scorci - mettiamo - della vita campestre sempre nuovi che non sfigurano al cospetto di Santa Maria del Fiore. Giacomo Leopardi, con la sua magnifica poesia ’Il sabato del villaggio’, è come se stesse ammirando, appunto, Santa Maria del Fiore. Non cè differenza! « La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell’erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole, Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine...» Gaetano Barbella...
Commento del 10:03 01/11/2022 | Leggi articolo...



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