“Le sostituzioni”

Presentato a Bari, l’ultimo lavoro di Nicola D’Agostino

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In una lieta serata d’inizio primavera, si è tenuta a Bari la presentazione del quarto lavoro letterario dello scrittore Nicola D’Agostino, napoletano di nascita, ma barese d’adozione. Nel famoso bar letterario di via Calefati, in una cornice suggestiva, la relatrice Francesca Milella ha introdotto “Le sostituzioni”, ponendo l’accento sulla facilità nello scorrere le pagine in una continua scoperta correlata dalla suspence che rende riconoscibile il genere. L’autore, seguendo un logico percorso nello stile noir, sempre originale e dai risvolti inaspettati, riesce a catturare l’attenzione già dai primi capitoli.

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Intanto complimenti per la sua attività di scrittore che affianca alla professione forense. Nel romanzo ogni capitolo è declinato in prima persona. Il personaggio principale – l’avv.to Sergio della Mantide – così come tutti gli altri, si esprime senza l’ausilio di una voce narrante. Di fatto la lettura risulta molto scorrevole e l’impatto immediato è garantito. Era questo l’intento o le andava semplicemente di testare nuovi orizzonti sulla narrazione moderna?

“Tutte le arti si sono evolute sperimentando forme espressive diverse che si sono aggiunte – senza soppiantarle – a quelle più tradizionali. Pittura scultura e musica ne offrono esempi emblematici. La narrativa è rimasta decisamente più indietro, ancorata in modo quasi esclusivo alla figura del narratore, di solito esterno, onnisciente che dirige il lettore. Ho voluto – per questa volta – eliminare il filtro che separa la storia da chi la legge – per consentire a chi legge di entrare dentro al racconto. Non saprei dire se questo è un sintomo di modernità – ma è stato certamente un desiderio che volevo appagare.”

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Il romanzo è intriso di una spiritualità dai toni indiani. Il rito di servire il tè come fosse una danza dal sapore antico, l’episodio della morte della lucertola che rimanda a una fatale alterazione della reincarnazione con l’espiazione di un doppio carico di pene, l’immagine di Avani che si muove liberando dai capelli odori che riecheggiano la sua India. Seduzione galeotta?

“E’ così, perché il protagonista cade facilmente nella rete della seduzione intessuta dalla bellissima Avani, costretta a tanto per i motivi che è meglio non svelare, non avendo più alcun motivo di evitare quella che per lui appare una splendida storia d’amore che sostituisce una appena terminata.”

Il suo lavoro precedente – il romanzo “Baciami ancora” – si svolge a Pescara, a Bari e in molte città d’arte italiane con preziosi rimandi alla Russia di San Pietroburgo. Nel romanzo “Confini violati” lei mette al servizio del lettore tutta la sua napoletanità in quanto l’ambientazione è nel capoluogo partenope. Nel suo “Le sostituzioni” le contaminazioni indiane sono l’elemento cardine su cui poggia tutta la narrazione, sebbene non sia chiaro in quale città si svolgono i fatti. Quanto conta per lei l’elemento geografico? C’entrano le sue origini e il suo vissuto in una città come Bari denominata Porta d’Oriente?

“Contaminazioni della vita reale dell’autore nell’intreccio narrativo delle sue opere sono tanto inevitabili quanto necessarie. Almeno così credo. Dalle porte delle città fondamentali per la mia vita, Napoli da un lato e Bari da quello opposto, posso far entrare e uscire nei miei romanzi suggestioni, sapori diversi e complementari. Ma è tutto il mondo che può offrire allo scrittore spunti ed emozioni da elaborare perché poi il lettore si possa appassionare alle bellezze che abbiamo vicino e lontano da noi.”

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Sebbene alla presentazione fosse presente un raffinato pubblico attento e di alta formazione letteraria, non è sfuggito che il target propendesse verso il lettore maturo. Mi dica la formula magica per coinvolgere maggiormente i giovani verso una lettura di facile e sicura introspezione.

“Accompagnarli a fare gite nelle librerie dopo aver capito le loro naturali inclinazioni. Magari proponendo di soffermarsi a leggere qualche pagina dei miei romanzi.”

Maria Cristina Negro

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