VACCINAZIONE A CHI HA GIA’ CONTRATTO IL COVID-19

L’immunità dura almeno un anno

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L’immunità al coronavirus dura almeno un anno, forse tutta la vita, migliorando nel tempo soprattutto dopo la vaccinazione. Questi sono i risultati emersi da due studi appena pubblicati, i quali suggeriscono che la maggior parte delle persone guarite dal Covid-19 e che sono state successivamente immunizzate non avranno bisogno di richiami.

Uno di questi studi, pubblicato lunedì 24 maggio su Nature, ha coinvolto persone che erano stato esposte al coronavirus un anno prima e ha concluso che le cellule che conservano una memoria del virus persistono nel midollo osseo e possono produrre anticorpi al bisogno. Questi risultati confermano quanto pubblicato precedentemente su BioRxiv: le cosiddette cellule B della memoria continuano a riconoscere il coronavirus anche a distanza di 12 mesi dall’infezione iniziale.

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Si tratta senz’altro di una notizia rassicurante. A differenza dei più comuni coronavirus (i virus influenzali che contraiamo ogni anno), il Sars-Cov-2 potrebbe stimolare una risposta immunitaria di lunga data. Secondo Scott Hensley, un immunologo della University of Pennsylvania, questo potrebbe essere dovuto al fatto che il nuovo coronavirus – rispetto ai più comuni virus influenzali – muterebbe di meno, permettendo così al nostro sistema immunitario di riconoscerlo e combatterlo anche a distanza di un anno. E le ricerche dei prossimi mesi potrebbero auspicabilmente dilatare questo arco temporale: l’immunità a 12 mesi è quanto si è potuto osservare fino a ora.

Infatti, le cellule B della memoria prodotte in risposta all’infezione da SARS-CoV-2 e potenziate con la vaccinazione sono così potenti da contrastare anche le varianti del virus, negando la necessità di richiami, secondo Michel Nussenzweig, un immunologo della Rockefeller University di New York che ha condotto lo studio sulla maturazione della memoria.

«Le persone che sono state infettate e sono state vaccinate hanno davvero una risposta formidabile, una serie formidabile di anticorpi, perché continuano a sviluppare i loro anticorpi», ha detto il dottor Nussenzweig. «Mi aspetto che durino a lungo».
Il risultato potrebbe non applicarsi tuttavia alla protezione derivata dai soli vaccini, perché è probabile che la memoria immunitaria sia organizzata in modo diverso dopo l’immunizzazione, rispetto a quella che segue l’infezione naturale. Pertanto, chi non ha mai contratto il virus potrebbe aver bisogno di un richiamo e a tal proposito – secondo il dottor Nussenzweig – la comunità scientifica si esprimerà molto presto.

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Nel corso degli studi, si è osservato che il numero di anticorpi specifici contro il coronavirus presenti nel sangue diminuisce nel tempo e calano rapidamente quattro mesi dopo l’infezione. Tutto ciò non dovrebbe essere motivo di allarme. Il sangue non può contenere alti livelli di anticorpi contro ogni patogeno incontrato nel corso della vita: i livelli ematici di anticorpi scendono bruscamente dopo un’infezione acuta, mentre le cellule B della memoria rimangono quiescenti nel midollo osseo, pronte ad entrare in azione quando necessario.

I risultati dello studio del Dr. Nussenzweig suggeriscono che le persone che sono guarite dal Covid-19 e che sono state successivamente vaccinate continueranno ad avere livelli estremamente elevati di protezione contro le varianti emergenti, anche senza ricevere successivi richiami.

Francesco Leccese

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