Quando parliamo di queste drammatiche vicende, le parole possono risultare vane perché solo chi ha subito tali abomini può comprendere. Il dolore di tante vittime innocenti ricade come un macigno per tutta la chiesa. In questi anni, il silenzio tombale ha accompagnato le numerose vittime di abusi, lasciando isolati coloro che dicevano la verità. Nelle istituzioni ecclesiali abbiamo assistito ad un unico denominatore, insabbiare. L’obiettivo di ogni prelato, vescovo o cardinale, era quello di coprire tutto per tutelare il buon nome della chiesa. Tanti sono stati gli sforzi di Francesco nel cercare di ripulire il più possibile, ma ogni suo tentativo è risultato vano. Il problema degli abusi nella chiesa è radicato da anni, con la prassi di non lasciare trapelare nulla. Per questo motivo, tanti fedeli hanno perso la fiducia nelle istituzioni vaticane.
La verità evangelica ci impone di andare oltre, di scavare alla ricerca della verità e non di obbedire in modo ottuso agli ordini di qualche presbitero smemorato. Questa tematica ha segnato in modo negativo il pontificato di Giovanni Paolo II con la vicenda Spotlight, dove oltre 1000 bambini sono stati abusati nella diocesi di Boston. In quel caso, il papa polacco non scomunicò il cardinal Law, reo di aver coperto tutta la vicenda anzi, gli venne offerto come premio la guida della basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Un grande schiaffo alle tante vite spezzate, dimostrando la poca sensibilità di coloro che dovrebbero essere i custodi della fede. A tal proposito, papa Benedetto XVI poco tempo fa, fece trapelare una sua lettera denunciando esplicitamente gli abusi nella chiesa. Il risultato non fu entusiasmante, perché molti teologi e addetti ai lavori si accanirono contro il papa emerito.
Ad oggi la situazione non è cambiata, nuovi e vecchi scandali sono all’orizzonte e riguardano personaggi di rilievo all’interno delle gerarchie vaticane. Infatti, lo stesso vaticano avrebbe istituito una Commissione per far luce sui presunti abusi da parte del clero polacco. Tra i vari nomi spicca quello dell’ex segretario di Giovanni Poalo II, monsignor Stanislaw Dziwisz. La denuncia parte da un docufilm ambientato in Polonia, dove diverse vittime raccontano la loro drammatica esperienza con il clero. Dziwisz si dichiara sereno, mostrando una certa sicurezza invocando lui stesso una commissione. La storia si preannuncia lunga e in salita alla faccia di chi soffre. Tutto questo ha portato e porta dolore, per questo auspichiamo in una reale presa di coscienza da parte di tutta la chiesa. La verità deve trionfare una volta per tutte.