LA SAVONAROLA

Arte tra curiosità e misteri

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Immagine tratta da “Firenze e la Toscana” di E.Muntz – 1899 – Fratelli Treves Editori

Leggere un’opera d’arte può essere molto complicato, occorre tener conto di autore, tecnica, soggetto, materiali, dimensioni, ubicazione, periodo e sua analisi, linguaggio, quest’ultimo poi comprende lo spazio, la linea, la luce, il volume, la composizione, il peso visivo, poi iconografia, iconologia e forse anche qualcos’altro.

Tutto questo è necessario per comprende l’opera d’arte, sia un dipinto, una scultura, un mobile o altro, ma è un po’ scoraggiante, personalmente preferisco, prima di tutto guardare il quadro o altro come un fiore o un tramonto lasciandomi riempire gli occhi e il dentro, poi osservando da più angolazioni, allontanandomi, avvicinandomi guardando bene la stesura o il materiale, magari anche con gli occhi semichiusi, infine come insegna Emanuela Pulvirenti in “Didatticarte”, che nel 2016 ha ricevuto il “Premio Silvia Dell’Orso” per il miglior lavoro di divulgazione dei temi inerenti i beni culturali, mi limito ad esaminare la tecnica (com’è fatto), il soggetto ( cosa rappresenta) e la poetica (cosa comunica) a casa poi eseguo indagini noiose, ma prima sempre l’osservazione attenta altrimenti non si notano i particolari da cui sviluppare l’iconologia che è cogliere gli oggetti e gli atteggiamenti come sintomi della storia e della cultura del periodo e senza questa attenzione non potrei essere qui a scrivervi sulla sedia savonarola.

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Savonarola aperta e chiusa

Il significato di iconografia e iconologia può confondersi o sovrapporsi, ma la definizione di Godefridus Johannes Hoogewerff, critico d’arte olandese, fa capire molto bene la sostanza dei termini, Hoogewerff sostiene che la differenza fra iconografia e iconologia è la stessa che intercorre fra geografia e geologia, la prima si occupa di ciò che si vede all’esterno, la seconda esamina ciò che accade all’interno.

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Savonarola quattrocentesca

La savonarola è una sedia di legno, pieghevole, solitamente con listelli incurvati che si incrociano ad X, con schienale e braccioli e la seduta ammorbidita da un cuscino, la denominazione proviene da Girolamo Savonarola (1452 - 1498), la cui sedia è ancora conservata nella sua cella presso il convento di San Marco a Firenze, nel quale visse dal 1482 alla morte, avvenuta nel 1498.

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Sedia Jacobian di Versace Home- Reinterpretazione di sella curule- savonarola

La savonarola, l’ho incontrata in più opere d’arte, così mi ha incuriosita, anche perché è stata usata più volte dal Caravaggio, quasi come trait d’union tra l’inquieto e ribelle artista e l’altrettanto travagliato e arrabbiato Savonarola, se il primo esce ed entra dal carcere più volte, poi uccide un uomo, infine fuggitivo muore di stenti su una spiaggia, il frate domenicano, originario di Ferrara, indomito fustigatore di vizi viene impiccato e poi arso sul rogo a Firenze.

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Stefano Galletti-Particolare statua di Savonarola- 1875- Piazza Savonarola-Ferrara

La statua di Savonarola che si trova a Ferrara rende pienamente il furore del frate, sembra di sentire la sua rabbia, mentre la testa di Golia che il David tiene in mano rappresenta il volto di Caravaggio, il volto di un uomo che non ha pace neanche con la morte.

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Caravaggio- Particolare del David e Golia-Museo del Prado- Madrid

Savonarola e Caravaggio da sponde opposte esprimono il furor di Seneca di chi non contenendosi è causa di tragedie per sé e per gli altri; calzano i coturni e non riescono a toglierli; Seneca scrive nove tragedie sul mito greco, sanguinose e terrificanti del cosiddetto genere cothurnata così chiamato perché gli attori tragici calzavano i coturni, una specie di stivaletti allacciati con stringhe con la suola di sughero, molto alta.

La savonarola la si trova spesso nelle chiese come sedile mobile per sacerdoti o vescovi, in questo caso il cuscino viene coperto con i colori liturgici del periodo sacro. Viene usata al posto del faldistorio, un sedile pieghevole, ispirato agli sgabelli che nell’antica Roma erano il simbolo del potere giudiziario, la differenza è che la savonarola ha sempre lo schienale mentre il faldistorio può non averlo.

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Faldistorio- Bottega campana- 1830 circa

Bernardino Corio, citato dall’Enciclopedia Treccani come storico dalla fama non costante e letterato mediocre, è noto per avere scritto l’origine, le storie e tutti i fatti di Milano nel suo “Patria Historia” stampato da Alessandro Minuziano nel 1503; in una delle xilografie, che fa parte del suddetto volume, oltre alla ben augurale scritta sulla trabeazione dei pilastri “È bello dopo il morire vivere ancora”, vi è un letterato seduto su una savonarola.

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Bernardino Corio- Xilografia in Patria Historia -1503

In una predella di Luca Signorelli, databile tra il 1492 e il 1496, conservata alla Galleria degli Uffizi, è raffigurata un’Annunciazione dove la Madonna è seduta su una savonarola; il dipinto così non solo testimonia la diffusione della sedia alla fine del Quattrocento ma svela anche l’interesse di Signorelli per il frate domenicano; Signorelli collocò il ritratto di Savonarola rappresentandolo come Anticristo, negli affreschi da lui realizzati, tra il 1500-1502, nel Duomo di Orvieto, all’interno della Cappella di San Brizio; un’altra coincidenza è che gli affreschi erano stati iniziati e non terminati da Beato Angelico che visse nel convento di San Marco a Firenze, lo stesso luogo in cui pochi decenni dopo abitò il Savonarola.

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Luca Signorelli- Annunciazione, adorazione dei pastori, adorazione dei Re Magi- Uffizi (foto Fondazione Zeri)

Nella Vocazione di San Matteo, un dipinto realizzato tra il 1599 ed il 1610 dal Caravaggio che si trova nella Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, l’artista coglie l’attimo in cui il gabelliere Matteo viene chiamato da Gesù ad essere suo apostolo e incredulo sembra dire: «Chi, io? Proprio io?». A destra vi è un giovane col capo chino seduto su una savonarola.

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Vocazione San Matteo- Chiesa di San Luigi dei Francesi-Roma

Nella Cappella Contarelli vi è anche il dipinto di “San Matteo e l’angelo”, Caravaggio nella prima versione di questo soggetto aveva dipinto San Matteo seduto su una savonarola, quest’opera era conservata nei Musei di Berlino, fu distrutta alla fine della seconda guerra mondiale nell’incendio della Flakturm Friedrichshain, nel maggio 1945, in cui migliaia di opere d’arte finirono in cenere.

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Caravaggio-Prima versione di San Matteo e l’angelo

Nella Cena in Emmaus sempre di Caravaggio conservata a Londra, l’artista ne eseguì un’altra custodita a Brera, è rappresentato l’episodio del Vangelo di Luca, il momento in cui i due apostoli, che hanno accolto un viandante al loro tavolo riconoscono Cristo, l’apostolo nell’angolo a sinistra vestito di verde è seduto su una savonarola… notate inoltre la bellezza della cesta di frutta quasi in bilico sul tavolo.

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Cena in Emmaus- National Gallery- Londra

La savonarola si è diffusa dalla fine del Quattrocento, probabilmente originaria della Toscana, circolò poi rapidamente in tutta Europa, soprattutto in Germania; costruita come un’interpretazione del faldistorio e della sella curule, quest’ultima era già in uso dagli etruschi; i magistrati romani si portavano appresso, questo sgabello assieme agli altri emblemi del loro potere, fasci, verghe e scuri, ovunque questi simboli erano posti da loro, lì vi era il tribunale, solo gli alti magistrati avevano la sella curule.

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Rilievo funerario con una sella curulis-Marmo 50 a.C.-50 d.C.- Palazzo Massimo alle Terme-Roma

Vista la praticità, gli antichi romani riadattarono la sedia curule a sgabello quotidiano; nel Quattrocento vi è la diffusione della curule reinterpretata nella savonarola, nell’Ottocento con la scoperta di Pompei e lo stile Neoclassico, la Francia in particolare lanciò la moda imperiale, la sella curule o savonarola tornò in auge e resistette sino al periodo Liberty per essere poi riproposta a fine Millennio, dalla casa di moda Versace, tuttavia un surrogato di savonarola, cioè di sgabello pieghevole probabilmente la maggior parte delle persone ne ha in casa uno.

Paola Tassinari

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