Gli albanesi di Treviso si sono riuniti in una marcia pacifica, per dire no al terrorismo e per distanziarsi dagli ultimi episodi che hanno visto l’arresto di 3 cittadini kosovari a Venezia lo scorso 30 marzo e l’espulsione di un altro cittadino kosovaro che abitava sulla Noalese
(https://www.iltempo.it/cronache/2017/03/30/news/anti-terrorismo-sgominata-cellula-jiadista-a-venezia-arrestati-tre-kosovari-1026808/)
Noi abbiamo parlato con l’avvocato Ermira Zhuri cittadina albanese che vive e lavora a Treviso da tantissimi anni. Lei e la sua associazione culturale “Iliria”, hanno voluto organizzare una marcia pacifica, domenica 9 aprile, in Piazza San Vito, contro ogni pregiudizio e stereotipo.Alban, un ragazzo kosovaro di 29 anni, si era presentato nel suo studio, esprimendo preoccupazione per quanto stava accadendo negli ultimi giorni nella fabbrica dove lavorava. “Come fate a confezionare le bombe voi kosovari? Quando ci fai saltare in aria?” Queste le domande provocatorie che, stando alle dichiarazioni del ragazzo gli sarebbero state rivolte subito dopo gli arresti d alcuni colleghi di lavoro con i quali ha condiviso gli ultimi nove anni. “Sono venuto in Italia per andare lontana dalla guerra che ho viisto troppo da vicino con gli occhi di un bambino – ha detto rammaricato Alban - Avevo 12 anni quando dalla finestra vidi trucidare tre persone inermi. Per favore, mai più. A quei colleghi che mi chiedono quando li farò saltare in aria, rispondo che il primo che ha paura sono io”.
La Zhuri aveva già sollevato il problema della discriminazione, subita persino da ragazzi e bambini nelle scuole. “I ristoranti hanno già fatto sapere di non accettare lavoro dai kosovari, questo clima avvelenato porta un danno enorme alle nostre comunità”, ha detto.Da qui la decisione di una manifestazione pacifica a Treviso contro ogni paura e speculazione, perché il popolo kosovaro e quello albanese sono i primi che condannano con forza gli atti terroristici e criminali che provengono da individui isolati, la cui azione rischia di rovinare il rapporto d’amicizia sviluppatosi in questi anni con l’Italia.L’Associazione Iliria,che mira a diffondere, tramite l’organizzazione di eventi culturali, la cultura degli Ilir, il popolo più vecchio dei Balcani,ha dunque riunito i cittadini albanesi e kosovari per affermare i loro principi e valori.“In questa manifestazione pacifica - ha detto l’avvocato - siamo riuniti per dire no a ogni tendenza che vorrà distruggere l’immagine e i valori della nostra comunità. La Republica del Kosovo e l’Albania hanno mostrato che i valori culturali e di tolleranza religiosa sono quelli distintivi del nostro popolo. Nessun atto individuale può danneggiare il rapporto tra la nostra comunità e il popolo italiano”.
L’Italia è stata una delle prime nazioni che ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo ed è impegnata ad aiutare lo stesso e l’Albania ad integrarsi per aderire all’Unione Europea, perciò con questa marcia si vogliono consolidare i valori comuni, l’amicizia tra i popoli e l’ospitalità che l’Italia ha riservato negli anni.Il 23 aprile l’appuntamento per un’altra manifestazione sarà a Venezia. Grazie Italia per l’ospitalità.