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CONTRASTO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Il tema inevitabilmente porta a farci delle domande preliminari:

  1. Perché avvengono così tante violenze sulle donne;
  2. In quali contesti avvengono prevalentemente;
  3. Quale è stata l’evoluzione del fenomeno negli ultimi anni;
  4. Perché gli uomini sono diventati così violenti e criminali;
  5. Quali sono i fattori che scatenano la violenza degli uomini sulle donne;
  6. Quali sono stati storicamente i fattori che hanno visto la donna succube all’interno della società e della famiglia;
  7. Quali risposte sono possibili

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Innanzitutto, credo che occorra mettere l’accento su due aspetti basilari: “La cultura” e “I rapporti di genere”.

Alla base dei rapporti tra esseri umani ci devono essere regole, naturali e sociali, sulle quali poggiare una convivenza civile e ordinata, di mutua collaborazione e reciprocità.

La cultura è uno dei grandi punti discriminanti nei rapporti tra persone e in particolare tra uomini e donne.

Infatti, le tristi cronache delle violenze evidenziano in modo chiaro che più il livello culturale nei rapporti di coppia è alto, più bassa è l’incidenza della violenza sulle donne.

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Storicamente invece, anche tra le classi più colte, la violenza degli uomini sulle donne era di altra natura: era quella dell’esclusione della donna dai ruoli più elevati nella società, relegandola esclusivamente a custode del focolare famigliare, negandole financo il diritto di istruirsi secondo le proprie capacità e aspirazioni. Sono state le tante battaglie per l’emancipazione femminile che hanno portato la donna a poter affermare la propria identità e i propri diritti nella società, tant’è che oggi le nostre università sono frequentate più da donne che da uomini, e soprattutto con maggior profitto. A riprova di ciò basta verificare che alcune professioni, Magistrati e Avvocati, storicamente appannaggio degli uomini, oggi sono ricoperte in maggioranza da donne. Vorrei completare questo aspetto rilevando che finalmente le donne anche in Italia non solo si sono emancipate ma iniziano finalmente a ricoprire ruoli di vertice, sebbene l’Italia risulti ancora molto in ritardo rispetto ad altri paesi avanzati.

Questo nuovo scenario ha indubbiamente creato uomini più insicuri e conseguentemente più aggressivi nei confronti delle donne, avendo ormai consolidato l’idea che non riusciranno più a dominarle a loro piacimento.

Credo che sia questo il dato centrale da cui partire ogni possibile analisi sulle possibili soluzioni al problema, anche perché prima di passare ad analizzare le condizioni di contesto, sociale ed economico, va affrontato il rapporto uomo donna, cioè la sfera individuale e interpersonale. Solo sviscerando questa tematica, di ordine eminentemente psicologica e antropologica, si può poi passare ad affrontare le dinamiche sociali, ivi compreso il tema della famiglia e le modificazioni che ha avuto negli ultimi decenni, soprattutto alla luce dell’incremento delle separazioni e dei divorzi. Questa nuova situazione ha accelerato in generale il fenomeno delle violenze familiari e in particolare quelle dell’uomo sulla donna.

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Mi vorrei soffermare ad analizzare solo gli aspetti mediatici e della comunicazione, che per comodità di ragionamento, limiterò a quelli della carta stampata, delle TV e dei social media.

Come sappiamo sono tutti soggetti che vivono in relazione alla pubblicità che riescono a raccogliere. Ecco questo è un primo tema da toccare. La pubblicità condiziona i loro palinsesti e i comportamenti dei loro lettori e telespettatori, in maniera subdola, agendo sui comportamenti dell’inconscio e conseguentemente sulle azioni/reazioni degli stessi. Basterà a questo proposito ricordare il tema della “donna oggetto” della donna come icona e esclusivo “oggetto del piacere e del possesso”. Quante campagne sono state fatte su questo tema, contro questa immagine che si dava alla donna? Forse tante e qualche risultato vi è stato, ma siamo ancora lontani dall’abbandonare questo cliché della donna. Del resto oltre alle modelle, basta vedere il modo di esibirsi e far esibire talune donne in alcuni spettacoli televisivi, per non parlare poi dei social network dove l’esposizione della donna, troppo spesso, è principalmente condita da elementi ammiccanti.

In considerazione di queste brevi constatazioni, credo che anche qui vada fatta una campagna di sensibilizzazione affinché la donna sia libera di affermarsi senza dover ricorrere a queste armi della seduzione facile che, come ben sappiamo, scatenano famelicamente uomini che di uomo hanno ben poco essendo in loro predominante la componente animalesca.

Occorre riportare nei luoghi pubblici (TV, giornali e social media) uno stile sobrio, nuovo e soprattutto di pieno rispetto della donna senza per questo scadere nel bigottismo. Dobbiamo esigere che la donna, sebbene debba conservare e preservare sempre la propria femminilità, non debba tuttavia cadere in questi tranelli diabolici né farsi utilizzare o apprezzare solo per le proprie qualità esteriori, ma deve essere rispettata e affermarsi per le proprie qualità professionali, morali e civili.

Non scordiamoci mai che l’uomo e la donna sono le due facce della stessa medaglia, l’una esiste perché esiste l’altra. Senza una delle due facce ci sarebbe il vuoto, il nulla dell’essere.

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Data:

5 Febbraio 2021