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CORTE PENALE INTERNAZIONALE – Mandato di arresto per Netanyahu deve essere eseguito

La Corte Penale Internazionale (CPI) ha ribadito che tutti i Paesi aderenti, inclusa la Francia, sono tenuti ad eseguire i mandati di arresto emessi dall’Aja, anche nei confronti di capi di Stato o di governo esteri, come il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Se un Paese ritiene che ci siano circostanze che impediscono la cooperazione con la Corte, deve rivolgersi ai giudici per una decisione.

Immunità e Obblighi di Cooperazione
Secondo l’articolo 27 dello Statuto di Roma, non c’è immunità dalle accuse per nessuno. Gli Stati membri devono cooperare con la CPI, ma possono portare eventuali conflitti di obblighi all’attenzione dei giudici. La decisione sull’eventuale sanzione per mancata cooperazione viene demandata all’assemblea degli Stati aderenti alla Corte.

Precedenti e Validità dei Mandati
La CPI ha già emesso ordini di arresto per altri capi di Stato, come Omar al Bashir, ex presidente del Sudan. Le decisioni dei giudici hanno sempre stabilito che non c’è immunità che possa essere opposta agli obblighi verso la CPI. I mandati di arresto sono validi a vita e possono essere ritirati solo con una decisione dei giudici.

Considerazioni Politiche e Giustizia
La CPI non prende in considerazione argomenti politici nelle sue decisioni. La Corte crede che non ci sia pace duratura senza giustizia. Tuttavia, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU può sospendere le attività della Corte per 12 mesi, una decisione che può essere rinnovata.

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Data:

7 Dicembre 2024