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COSA CI ASPETTIAMO DA UN MONDO IN CUI L’AMORE VIENE RELEGATO NELLO SCAFFALE PIU’ ALTO DI UN SUPERMERCATO?

Come se noi fossimo davvero un pacco di cereali. O nell’era del fitness e della cura di se’: un buon vasetto proteico di yogurt greco.

Il contesto è quello delle app. di incontri. Sempre più rapide, sempre più colorate. 

Volte ad invogliare un incontro che nella vita reale non ci sarebbe mai stato.

Ne esistono di diverse e di vario genere, capaci di associarci secondo gusti, preferenze, aspetti comuni, “vicinanza”, scelti per noi da un’intelligenza fin troppo artificiale.

Un variopinto quadro di stratagemmi posti in essere per trovare la persona “perfetta” con cui intrattenere perlopiù una serata.

E allora lo schermo diventa un album di un’agenzia di moda per scegliere il volto più adatto alla prossima pubblicità.

Non è vero che non esiste, l’amore nel 2024 è una campagna pubblicitaria , una trovata di marketing, più o meno riuscita.

Poi sarà tempo delle sponsorizzazioni, di ciò che si sa fare, di ciò che si è o si sarebbe voluti essere.

Speranze e sogni realizzati o infranti.

Poi chi lo sa: una serata, una settimana, un mese, un anno, una vita.

Mai porre limiti alla provvidenza, o al destino.

Se le cose devono andare andranno, altrimenti si passerà al prossimo match.

L’importante che non richieda troppo sforzo, o rispetto.

Come in un incontro, in un ring.

In cui anche l’amore diventa un campo di battaglia.

“Ti amo meno”

“Ho amato di più”

“Ho già amato qualcun altro, ora non posso più amare te”

“Cosa posso fare per essere il più possibile uguale a te?”

“Tu mi sembri un tipo da relazione seria…tu da una notte”

Il lasso di tempo si restringe inesorabilmente e da sconosciuti, basta un “click” per avvicinarsi.

Grazie ad un emoticon o un paio di parole stringate che vertono più che altro su geolocalizzazioni in vista della comodità dell’incontro, bastano poche battute per decidere se si è disposti a passare dalle chat alla vita “vera”.

Riflessione nata dal colloquio con un amico che felice per la sua nuova relazione si definisce:

“sistemato”.

Sistemato, come se fossimo delle “cose”, “oggetti” senz’anima.

“Siamo abbastanza vicini geograficamente?”

“Potrei far spazio nella mia vita per togliere un po’ di me e aggiungere un po’ di te?”

Certo le relazioni restano un incastro.

Non un incastro perfetto perché il segreto, nella crescita personale come nei rapporti, riguarda una sistemazione nella vita dell’altro.

Nei suoi sogni e nei suoi desideri.

Dove l’altro appunto ci accetta per il nostro passato, i nostri sbagli, le relazioni fallite, quelle andate bene o male.

Il vero amore o quello che reputavamo tale che improvvisamente è diventato evanescente.

Perché sì, probabilmente si era incatenato in quella parte di noi che non ci faceva comodo più di tanto.

Ma che per un periodo indeterminato si era radicato in noi come un contratto a lunga scadenza.

Dove anche l’amore, proprio come una ciliegina sulla torta di pan di Spagna, ha ancora bisogno di essere contabilizzato.

Quindi scegliamo il più economico, quello che ci costa meno fatica, che ci fa sentire “sistemati” proprio come su di uno scaffale.

E allora magari convoleremo anche in un matrimonio.

Da lì avremo il nostro salvagente, la nostra ancora di salvezza.

Ciò che si àncora alla sabbia quando tutto il resto sembra andare male, affondare.

Ma sembra che solo il 21,4 % abbia trovato realmente l’amore con questa ricerca alternativa, facilitata ed esplosa nel lockdown del Covid.

Riflessione nata dalla frase a suo dire ironica o iconica -perdonerete il gioco di parole-, di un amico, che ha palesato la sua felicità per aver trovato dopo anni di test e prove su altre donne: il vero amore.

La donna perfetta.

Con le sue stesse aspirazioni.

Matrimonio, figli, realizzazione di un progetto comune.

Speriamo che non debba mettersi troppo in punta di piedi per raggiungerli, che si sa, a perder l’equilibrio, ci vuole davvero un attimo.

Data:

6 Aprile 2024