La giovinezza evoca l’idea di una leggera e gioiosa spensieratezza. Tuttavia la realtà dei fatti rappresenta ben altra cosa. Un mondo a parte. Un’età particolare e delicata in cui non si è più bambini ma nemmeno completamente adulti. Un periodo che costituisce una fase importante della vita. Da bambini solitamente, si vive in uno stato di protezione sotto la campana genitoriale sempre in allerta e pronta a sventare pericoli e problemi. All’improvviso poi, si entra a far parte di un pezzo di esistenza in cui diventa fondamentale affermare se stessi.
L’Io che ha già preso forma, si modella sulla base di molteplici fattori. Ha bisogno di capire e diventare parte del mondo. E’ come se i ragazzi iniziassero un viaggio senza essere avvertiti del momento della partenza. Da lì, atterrano su una nuova terra. Instabile e tortuosa. Un cammino complicato, fatto di angosce, paure e insicurezze. Reso difficile dal risveglio degli ormoni. Viverla non è facile come spesso si è portati a pensare.
Per stare bene ed essere accettati dal mondo, bisogna soddisfare delle aspettative forti. La società propone modelli che inconsciamente entrano a far parte del nostro Io. Chiede ad un giovane di essere il massimo. Dice che l’aspetto fisico conta quanto l’essere. Lo ripete in modo sottile, tramite messaggi indiretti, fino al punto di convincerti.
Così inizi a chiederti se anche tu non vorresti essere qualcosa di altro da te, ma migliore. Meglio di te, certo. In fondo continuano a ripetertelo che l’eccellenza è perfezione. E’ irraggiungibile. Frutto di sforzi incomparabile e inutili. Non ti insegnano la cosa più semplice, quella che potrebbe condurre ai risultati più vantaggiosi. La stessa che potrebbe renderti felice. Non ti dicono di essere te stesso.
Piuttosto ti orientano verso il nulla (il cosiddetto nichilismo dei valori, ben sottolineato dall’analisi sui giovani di oggi effettuata dal filosofo Galimberti), ma non ti consigliano di mantenere viva e coltivare l’originalità che fa parte di ciascuno di noi. Schiacciato da quello che la società vorrebbe che tu fossi e quello che tu effettivamente sei, cresci e maturi. Impari che la vita è una percorso a ostacoli. Le persone fragili che non riescono ad affrontarla, vengono messe alla prova più delle altre. Chi a causa di una sviluppata sensibilità, non è in grado di gestire le proprie emozioni, rischia di cadere e non rialzarsi. Non a caso, spesso, ci si abbandona ad anestetici quali sono le droghe. Un modo diffuso per estraniarsi da una realtà che non è come si vuole. Un mezzo che aiuta a sostenerne il peso. Eh sì, perché la vita è difficile. Si è consapevoli del fatto che quando si vuole una cosa, non è più concesso permettersi di puntare i piedi con i genitori per ottenerla. I capricci non portano a nulla. Bisogna fare sacrifici. Sforzi non sempre ricambiati (questo i giovani lo sanno bene!).
Lo sa, per esempio, il ragazzo che seppur vagante in un presente complicato e in futuro incerto, lavora e studia contemporaneamente. Colui che aspira ad una stabilità economica e ad un avvenire diverso da quello dei suoi genitori. Un ragazzo che immagina un luogo accogliente, una società all’opposto di quella creata da chi lo considera un fannullone nullafacente. In questo groviglio interiore in cui pressioni esterne ed interne si incontrano e si scontrano, l’adolescente diventa lentamente e faticosamente un adulto. Sarebbe sicuramente meglio se crescesse serenamente, aiutato da qualcuno a gestire le proprie emozioni e i conflitti interiori. I giovani di oggi, sono le leve del domani. Aiutarli a crescere, non è un bene solo per loro ma anche per l’intera società.