Pagnoncelli:crescono Pd e FdI,stabile la Lega, crollo M5S
“Dopo il doppio voto – in Emilia-Romagna e in Calabria – la Lega si mantiene stabile intorno al 32 per cento, senza contraccolpi. Cresce invece il Pd, trainato dall’effetto voto: e guadagna due punti arrivando così al 20,3%. I Cinque Stelle ai minimi dal 2013: 14%”. Lo scrive il sondaggista Nando Pagnoncelli, sul Corriere della Sera, illustrando una rilevazione realizzata il 30 gennaio dove risulta inoltre che Fratelli d’Italia si attesta “al 12%, con una crescita di quasi due punti sull’ultima rilevazione”. A proposito di quest’ultimo dato Pagnoncelli aggiunge che “la forza evidente della sua leadership e la sua capacità di intercettare malumori di parte dell’area di centrodestra danno ragione di questa avanzata”.
“Tra le altre formazioni, Forza Italia continua a mantenere il proprio livello di consensi intorno a poco più del 6%, qualcosa in meno rispetto all’ultima rilevazione, ma in linea con i dati precedenti. Italia Viva perde quasi un punto rispetto al dato di dicembre, anche perché la visibilità di Renzi è stata in parte oscurata dalle consultazioni regionali cui questa formazione non ha partecipato”, prosegue Pagnoncelli, aggiungendo che “tendenze simili si registrano per i consensi al governo, al presidente del Consiglio, ai principali leader politici. Per i quali prevale una sostanziale stabilità. L’apprezzamento del governo fa registrare un indice del 45 (la percentuale dei voti positivi esclusi i ’non sa’), esattamente lo stesso dato registrato subito dopo la nascita del Conte II. Il presidente del Consiglio – specifica Pagnoncelli – si attesta su un indice del 50, in ripresa rispetto alle ultime rilevazioni e vicino ai dati registrati nei primi mesi di governo”.
“Giuseppe Conte si conferma – sottolinea Pagnoncelli – il politico più apprezzato, distanziando di 9-10 punti gli inseguitori. Seguono Salvini e Meloni affiancati. Salvini si colloca al 42, in ripresa di quattro punti rispetto all’ultima rilevazione. La diffusa presenza mediatica garantitagli dalla campagna emiliana ha dato frutti positivi. Ma ancora migliori i risultati di Giorgia Meloni, che ottiene un dato analogo a quello del segretario della Lega (41), con un incremento di ben cinque punti rispetto all’ultima rilevazione, tornando ai livelli migliori degli ultimi mesi. Per quel che riguarda gli altri leader e capidelegazione, le variazioni sono contenute. Solo Zingaretti, anche in conseguenza del voto emiliano, fa segnare una crescita apprezzabile, di circa tre punti, arrivando a un indice del 27”. Per Pagnoncelli “il dato più evidente infine è che il governo mantiene e consolida i propri consensi. Se la crisi del Movimento 5 Stelle non diviene dirompente, si rafforza la possibilità di durare a lungo”.
Prescrizione, Bonafede: “Rispetto divergenze, non sono manettaro”
“Non avevo previsto un riferimento alla riforma penale però le numerose sollecitazioni mi impongono di fare delle precisazioni: in quel progetto ci sono delle divergenze che hanno trovato il nodo principale sulla prescrizione; divergenze che io rispetto, sono aperto al contraddittorio con tutti gli addetti al lavoro”. Lo afferma il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano.
“Che ci siano divergenze è fisiologico, la più grande divergenza è con gli avvocati penalisti, io li rispetto, che sono gli unici che non hanno cambiato idea” aggiunge il ministro, sottolineando che “non ho mai detto che la prescrizione è un modo per ridurre i tempi” del processo e si dice dispiaciuto di essere ’etichettato’ come “manettaro”.
“Sono il primo ministro della Giustizia, e sottolineo il primo, che ha stabilito un controllo strutturale dell’ispettorato del ministero su tutti i casi di ingiusta detenzione, controllo che prima veniva fatto solo sulle scarcerazioni tardive”.
Prescrizione, Zingaretti: “Non si può stare a processo a vita”
“Crediamo che non si possa stare a processo a vita… E’ ingiusto per gli imputati e le vittime’’. Lo ha detto Nicola Zingaretti a ’L’Intervista di Maria Latella’ su Skytg24, parlando del nodo della prescrizione. “Se si troverà un compromesso, come mi auguro, saremo tutti contenti, altrimenti il Pd porterà avanti la propria linea” sulla riforma.
GOVERNO – Poi l’esecutivo. “Ho fiducia in questo governo e in quello che sta facendo. E ho fiducia che metta in atto quell’agenda 2023 annunciata qualche ora fa dal presidente Conte. Il governo va bene se produce dei risultati, non se scalda delle poltrone…’’ ha avvertito il leader dem.
PD – Riguardo al Partito democratico, ’’posso garantire che il Pd parlerà al Paese con le sue idee, i suoi programmi e con uno spirito unitario’’. Il Pd viene percepito come “quella forza politica da cui ripartire per cambiare il Paese non all’insegna dell’odio di Salvini… “. ’’Siamo una forza seria e responsabile che vuole guardare al futuro’’, ha sottolineato Zingaretti. “Pochi lo vogliono ammettere, ma gli italiani se ne stanno accorgendo – ha detto ancora – Il Pd ha una linea, dobbiamo rilanciare il Pd’’ e renderlo competitivo con la destra. ’’Andiamo avanti con grande determinazione e concretezza per andare insieme tutti e tutte’’. Quanto alle polemiche nel partito, il segretario ha tagliato corto: ’’Noi abbiamo sciolto le polemiche, dimostrando che il Pd è l’unica alternativa alle destre…’’.
M5S – Dopo gli Stati generali chi vedrebbe bene alla guida del Movimento cinque stelle? “Non mi permetterò mai di interferire nella vita politica degli altri – ha di nuovo tagliato corto Zingaretti – mi auguro che il Movimento faccia le sue scelte, ma non farò nessun nome’’.
Italia Viva, prima assemblea
Luci soffuse e musica a palla. Stile Leopolda a Cinecittà per la prima assemblea nazionale di Italia Viva allo Studio 10, quello di Federico Fellini, in mezzo a set da antica Roma. Ad aprire i lavori è Matteo Renzi. L’acceleratore su crescita e riforme, il piano Italia Shock per sbloccare i cantieri, le tasse: questi alcuni dei temi sui quali anche oggi batterà il leader di Italia Viva. Non trova conferme tra i suoi l’indiscrezione secondo la quale Renzi starebbe valutando un appoggio esterno al governo Conte. Certo resta il no all’alleanza con i 5 Stelle. Con M5S fino a 2023 poi ognuno per la sua strada, dicono in IV. L’assemblea parte con l’inno d’Italia e un omaggio a Federico Fellini: “Qua fuori c’è una bellissima ricostruzione di Roma antica, ancora più bella perché l’unica parte di Roma senza mondezza”, scherza Luciano Nobili dal palco.
Poi l’intervento del leader Matteo Renzi: “Siamo qui per cercare di parlare di politica che non è semplicemente fare un tweet o partecipare a un talk ma avere un progetto, una visione, non è suonare a un citofono, fare populismo”. “Ormai – continua – è tutta un’esagerazione. E’ iniziato il 2020 con tutta una previsione apocalittica sugli anni ’20, e poi la terza guerra mondiale e poi l’annuncio di una battaglia epocale: le elezioni regionali in Emilia Romagna. E ancora in tutte questa esasperazione arriva il coronovirus. E’ come se fossimo tutti circondati dal bisogno di messaggi choc. Allora in tutta questa esasperazione noi vogliamo fare un scelta in controtendenza, perché vogliamo discutere e per fortuna ora siamo in un partito in cui possiamo farlo. E così abbiamo scelto l’affresco del ’Buon governo’ vs populismo’”.
“Basta inseguire populisti, vogliamo dettare noi l’agenda e per farlo occorre avere una visione, occorre prevedere. Bisogna avere uno sguardo lungo”, dice, per poi passare al parallelo con l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa: “Qual è il primo insegnamento che viene dalla Brexit? Evitiamo di dare al populismo l’occasione di scrivere il futuro dei nostri figli. E quando ho visto le immagini di ieri, mi sono detto ancora una volta che abbiamo fatto bene ad agosto a non lasciare che Salvini avesse pieni poteri e ci portasse all’Italexit…”. “La storia – spiega – si sta incaricando di dimostrare che l’unica sinistra che può vincere è quella di Tony Blair e non quella di Jeremy Corbyn, perché si vince con il riformismo, non con l’estremismo. Corbyn è stato uno dei fattori determinanti per la vittoria di Johnson. Tanti si sono detti ’meglio la Brexit che Corbyn’”.
Sul governo “io credo che, perché l’Italia possa andare avanti, serva stabilità che però non è immobilismo. Stabilità sì, rinviare e immobilismo no”, afferma Renzi, sottolineando come “si vota nel 2023 perché lo prevede la nostra Costituzione, il governo deve andare avanti, noi vogliamo dare una mano e incoraggiamo il premier ad agire, a fare delle scelte, a non rinviare”. “La missione di Italia Viva – continua – nei prossimi mesi è aiutare il governo a diventare un buon governo”. Appoggio esterno? “Da Italia Viva appoggio totale al governo”.
“Se qualcuno vuole trasformare Conte nel punto di riferimento del progressismo – aggiunge -, faccia pure. Noi lo sosteniamo ma il nostro sostegno al premier non arriva a definirlo leader dei progressisti. Per noi non lo può essere chi ha firmato i decreti Salvini” e “se qualcuno immagina che Italia viva faccia un partito con Pd, M5S e Leu, diciamo in bocca al lupo, buon lavoro e buona vita ma noi saremo dall’altra parte. Non può esistere quella visione del progressismo. Quindi, di conseguenza, non pensiamo di andare alle prossime elezioni in un derby con Salvini e Meloni e parte della sinistra radicale che è già fuori dal mondo”. E ancora: “Non ci interessa cosa accadrà tra Pd e M5s, se sono fiori d’arancio bene. Ma noi non cederemo mai alla cultura populista dei grillini”.
Per quanto riguarda la prescrizione, Renzi è chiaro: “Io non ho accettato di fare un governo per cedere al giustizialismo dei grillini – dice, e avverte -. Lo dico a M5S: noi non siamo tasse e manette. Dicono che Renzi vuole fare come FI, ma se devo scegliere tra chi dice ’mai prescrizione’, chi dice che ’non è uno scandalo che ci sia qualche innocente in carcere’ e chi ha una cultura garantista, io sto con chi ha una cultura garantista, noi non siamo per la cultura delle manette”.
Sulla tragedia di Ponte Morandi e sulle concessioni, Renzi aggiunge: “La pagina di Genova è un dramma incredibile, segna la storia dell’Italia e noi esigiamo giustizia. E siamo perché chi ha sbagliato paghi davvero. Ma la differenza tra populismo e buon governo è la polemica sulle concessioni. Se si da l’idea che c’è un governo di populisti e non di esperti di diritto, è un errore politico e un danno alla credibilità del Paese. Si faccia pagare ad Autostrade ma senza cedere a populismo”.
Salvini: “Mi è arrivata un’altra richiesta di processo”
“Mi è arrivata un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una ONG spagnola. Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai!”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. Il caso è quello della Open Arms.
Il Tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere per l’ex ministro Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio in concorso. Reati commessi dal 14 al 20 agosto 2019 “per la conseguente privazione della libertà personale di numerosi migranti”. Il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, a novembre aveva condiviso le ipotesi di reato con le quali il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio gli aveva inviato il fascicolo sul caso Open Arms. E adesso il Tribunale dei ministri ha accolto la richiesta delle due procure. Secondo le tre giudici il decreto sicurezza non può essere applicato a navi che soccorrono persone in difficoltà perché “il soccorso in mare è obbligatorio”.
Salvini era stato indagato ad Agrigento per aver impedito ad agosto del 2019 lo sbarco e trattenuto a bordo della Open Arms, la ong spagnola, 164 migranti soccorsi in zona SAR libica. La vicenda fu sbloccata dal sequestro dell’imbarcazione disposto, per motivi di emergenza sanitaria, dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Lo stesso magistrato ad agosto aprì un’indagine a carico di ignoti per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. Poi gli atti furono trasmessi a Palermo e da qui al Tribunale dei ministri.
“Non è stato un atto politico ma un atto amministrativo”. Ecco perché l’ex ministro Salvini, secondo il Tribunale dei ministri, dovrebbe andare a processo per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio in concorso. Il Tribunale scrive che Salvini, nell’agosto 2019, ha “ignorato l’emergenza sanitaria” sulla nave Open Arms con a bordo i naufraghi che erano stato soccorsi dalla ong spagnola.