L’ecosistema dell’informazione a livello globale deve oggi affrontare nuove sfide derivanti dal dover affrontare problemi oggettivi e contingenti che sono il calo delle vendite dei giornali cartacei e digitali, l’impatto dell’IA sulla comunicazione e sull’informazione, il declino del pluralismo informativo e la sempre più crescente sfiducia nei media da parte dell’opinione pubblica. Sono gli aspetti più importanti emersi dal Report 2024 dell’Osservatorio sul giornalismo digitale. Il giornalismo perde sempre più la sua rilevanza a favore dell’emergere costante e incessante di influencer e content creator, fattispecie comunicative che si avvalgono delle piattaforme social in particolar modo per diffondere una informazione che pecca di identità etica e della necessaria deontologia professionale di cui invece sono forniti i giornalisti tradizionali.
Sta avvenendo un passaggio da un tipo di lavoro basato sull’artigianalità dell’operatore dell’informazione a una forma quasi ingegneristica di trattamento della notizia a opera in particolar modo di strumenti come gli algoritmi. Questo passaggio è stato agevolato dall’aggregazione e dalla frammentazione che le piattaforme digitali hanno delineato come modus operandi all’interno del mercato. Le industrie dei media hanno subìto questa ideologia deframmentarista che ha portato i singoli articoli a essere consegnati via social, per esempio, per poi essere aggregati all’interno di Google News. Identico percorso che ha interessato chiunque volesse farsi portavoce di un servizio di informazione. Milioni di contenti creator oggi producono notizie pronte per essere vendute al singolo utente disposto a pagare un abbonamento per leggerle, una tendenza sempre più in aumento nel mercato dell’informazione. La trasformazione imposta dal digitale traccia uno scenario in cui cambiano tutti i soggetti facenti parte dell’industria delle notizie attraverso modalità sfuggenti da ogni logica sincronica.
La velocità della tecnologia supera di gran lunga ogni tentativo di regolamentazione da parte delle istituzioni e i giornali questo lo sanno, tanto è vero che, solo per citarne due, Newsweek e Financial Times, hanno deciso di adottare, seppur gradualmente, gli strumenti basati sull’IA nelle loro redazioni, dispositivi che andranno a migliorare tutte le diverse fasi del lavoro giornalistico, come per esempio la scrittura e la ricerca delle fonti. L’IA può certamente semplificare molti compiti giornalistici, consentendo al redattore di concentrarsi su altri compiti e ai giornalisti non rimarrà altro da fare che garantire qualità e accuratezza delle notizie pubblicate, una responsabilità del contenuto prodotto che rimarrà nelle mani degli editori e dei giornalisti nonostante l’IA. Economia dell’attenzione, dominio dei creator, perdita del pubblico più giovane, creano un panorama in cui vi è una polverizzazione delle fonti di informazione, un linguaggio più informale col lettore e una crescita dei contenuti proposti che strizza l’occhio alle logiche del marketing. Forse allora non basta più per il giornalismo tradizionale appellarsi all’etica e alla deontologia, ma sarebbe più opportuno rinnovare e ritrovare la fiducia perduta di un lettore disorientato.