Europa e nei suoi Stati membri. L’adozione del Trattato di Schengen, e la sua successiva integrazione nel quadro istituzionale dell’Unione Europea, hanno comportato l’abolizione delle frontiere interne tra gli Stati membri e la libertà di circolazione tra questi ultimi.
Allo stesso tempo, la gestione dei flussi migratori e il controllo delle frontiere esterne dell’Unione sono diventati temi di interesse centrale sia per le istituzioni europee che per quelle nazionali. In questo contesto, accanto alla costruzione di politiche efficaci in materia di immigrazione legale e asilo, è stata considerata prioritaria la lotta all’immigrazione clandestina.
Con l’anno nuovo le “vecchie abitudini” non sono affatto cambiate. Il primo sbarco del 2022 si è avuto il giorno 1° gennaio sull’isola di Lampedusa. Sull’imbarcazione vi erano 14 donne, 10 uomini e 2 bambini provenienti dalla Guinea, Sierra Leone e Costa D’Avorio.
L’Agenda pubblicata dalla Commissione nel maggio 2015 si concentra sia sugli obiettivi da raggiungere nel breve termine, con particolare attenzione al sistema europeo di asilo, sia su soluzioni di medio-lungo termine. Per quanto riguarda l’immigrazione irregolare, se da un lato si evidenzia la necessità di aprire vie legali per evitare l’immigrazione clandestina, dall’altro l’attenzione è rivolta a controlli più severi alle frontiere, con un ruolo rafforzato per l’agenzia europea Frontex in materia di respingimenti e anche di rimpatrio, che aumenterebbero, anziché ridurre, il rischio di gestire i flussi migratori da parte di trafficanti e organizzazioni criminali.
La Frontex svolge il difficile compito di coordinare l’attività di controllo dei confini comuni che normalmente, a livello nazionale, viene svolto dalle forze di polizia di ciascuno Stato. La sua nascita, legata direttamente al concetto di frontiera, ha messo in discussione la sovranità assoluta degli Stati membri per quanto riguarda il controllo e la gestione delle proprie frontiere.
L’UE non esiste come entità politica territorialmente definita, in quanto la sovranità territoriale resta nelle mani degli Stati membri, ma ciò non significa che essa non eserciti il proprio potere politico e funzioni giuridiche in relazione allo spazio di libera circolazione. Proprio la nascita di questo spazio ha reso necessario sviluppare meccanismi di protezione e controllo volti a garantire la sicurezza degli Stati e implicitamente dell’area Schengen. Inoltre, l’agenzia Frontex fornisce alla Commissione e agli Stati membri il supporto tecnico e le conoscenze specialistiche necessarie per la gestione delle frontiere esterne e promuove la solidarietà tra quest’ultimi. Tuttavia, non sostituisce le attività di controllo doganale delle frontiere esterne dell’Unione, ma aiuta, attraverso l’assistenza tecnica e operativa, Stati membri come l’Italia e la Grecia che devono far fronte alla pressione causata dai continui flussi migratori irregolari.
Confini e frontiere sono diventati centrali all’interno di queste dinamiche, costituendo il punto di partenza delle politiche dell’Unione Europea nella gestione della cosiddetta crisi migratoria: combattere, da un lato, l’illegalità attraverso la prevenzione dell’ingresso irregolare degli stranieri, e dall’altro, l’espulsione di coloro che si trovano irregolarmente nel territorio degli Stati membri.
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