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CRISI UCRAINA – RUSSIA, BIDEN AVVERTE: RISCHIO INVASIONE ENTRO FEBBRAIO

Gli Stati Uniti d’America continua a essere l’unico faro al blocco anti-russo. Joe Biden, in costante contatto telefonico con il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, ha prima avvertito di un rischio invasione entro la metà di febbraio, e ribadito “la prontezza, con i suoi alleati e partner, a rispondere risolutamente se la Russia invadesse ulteriormente l’Ucraina”. Inoltre, il coinquilino del Pentagono, dopo aver messo in stato di allerta circa 8.500 soldati, ha annunciato che nel breve termine verranno inviate nuove truppe in Est Europa, nei Paesi Nato vicini alla Russia. Biden deve anche fare i conti con i problemi interni e lo spauracchio Donald Trump. Il tycoon infatti si è presentato a migliaia di suoi fan a Conroe, in Texas, parlando anche della situazione Russa. “Quello che Putin e la Russia stanno facendo con l’Ucraina non sarebbe mai accaduto con me presidente. Sotto il mio sguardo l’America era rispettata, forse più rispettata che mai”. Aggiunge anche che: “Con la debolezza e l’incompetenza di Biden si rischia una terza guerra mondiale”. Anche Boris Johnson continua il suo lavoro semi diplomatico sulla questione. Dopo le svariate dichiarazioni dei giorni scorsi, sia suoi sia della ministra degli Esteri Liz Truss, il primo ministro britannico ha annunciato che parlerà con il presidente Putin nei prossimi giorni, cercando di convincerlo ad un percorso inverso, interrompendo l’escalation. Queste le sue parole: “Ribadirò la necessità che la Russia faccia un passo indietro e si impegni nella diplomazia quando parlerò con il presidente Putin”. Il primo ministro del Regno Unito ha poi aggiunto che nei prossimi giorni visiterà l’Europa orientale per “accelerare gli sforzi diplomatici”.

Intanto si lavora anche con il blocco alleato, infatti la Gran Bretagna è pronta ad offrire alla Nato un ‘ingente’ dispiegamento di truppe, armi, navi da guerra e jet in Europa. “Questo pacchetto invierebbe un chiaro messaggio al Cremlino: non tollereremo la loro attività destabilizzante e staremo sempre al fianco dei nostri alleati della Nato di fronte all’ostilità russa”, ha affermato il premier in una nota. A calmare i toni, ormai quasi fuori controllo, ci ha provato il presidente ucraino Zelensky, invitando gli svariati leader e figure politica a “non scatenare il panico”. Anche il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, gli fa eco su Twitter:”La Russia deve continuare con l’impegno diplomatico e ritirare le forze militari che ha accumulato lungo i confini dell’Ucraina e nei territori temporaneamente occupati”.

Nella giornata di venerdì intanto, Emmanuel Macron ha sentito Vladimir Putin, dicendosi “d’accordo” sulla “necessità di una de-escalation” e un “proseguimento del dialogo” sulla crisi in Ucraina. Il leader dell’Eliseo sembra aver posto l’accento sull’attuazione degli accordi di pace di Minsk del 2015. Per inciso, sempre da quanto fatto sapere dal governo francese, Putin sembrerebbe non aver espresso alcuna intenzione offensiva. Il “dialogo resta difficile”, conclude Parigi, ma i “canali di discussione sono aperti”. Nel mentre continua il pellegrinaggio verso Kiev di molteplici ministri, martedì è atteso il premier polacco Mateusz Morawiecki, dopo di lui arriveranno i ministri degli Esteri di Francia e Germania, Annalena Baerbock e Jean-Yves Le Drian, per rilanciare il dialogo nel formato Normandia.

La NATO, intanto, si affida alle parole del segretario generale dell’alleanza Jens Stoltenberg alla BBC: “Non abbiamo piani per schierare truppe di combattimento della Nato in Ucraina in caso di invasione russa.” Questa la sua spiegazione: “Gli alleati della Nato hanno addestratori lì, danno aiuto per la modernizzazione delle difese. Forniscono attrezzature e armi difensive. Facciamo un sacco di cose per aiutare l’Ucraina a rafforzare la propria capacità di difesa. Ma l’Ucraina non è un alleato Nato. C’è una sicurezza al 100% che un attacco a un alleato innescherà la risposta dall’intera alleanza: questo si applica agli alleati Nato, non a un partner stretto e di valore”. A pesare sulla crisi è anche la dipendenze di molti paesi Ue al gas venduto da Mosca: ieri in una dichiarazione congiunta, Biden e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno assicurato che le due sponde dell’Atlantico stanno lavorando insieme per garantire “sufficienti e tempestive forniture all’Ue da diverse fonti nel mondo” anche nel caso di un’eventuale interruzione di quelle russe, se dovessero essere colpite da un embargo occidentale o sospese per rappresaglia da Mosca. Ad aumentare le tensioni contribuisce il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Infatti la Bielorussia combatterà eventualmente a sostegno della Russia, nel rispetto degli “accordi di alleanza” tra i due Paesi, se uno dei due sarà attaccato. Lukashenko ha poi aggiunto che: “La guerra ci sarà solo in due casi: se la Bielorussia subirà un’aggressione diretta o se il nostro alleato, la Russia, subirà un attacco diretto”.

Mosca intanto ha vietato l’ingresso a diversi funzionari dell’Unione europea. Lo ha reso noto oggi la diplomazia russa in un comunicato, specificando che si è trattato di una risposta a una politica di “assurde restrizioni unilaterali” da parte di Bruxelles. Tra i funzionari banditi ci sono rappresentanti delle forze dell’ordine, degli organi legislativi ed esecutivi di alcuni Paesi dell’Ue che sono “personalmente responsabili della diffusione della politica anti-russa”. Altra mossa russa è stata inviare in Buelorussia una batteria del sistema di difesa antiaereo Pantsir-S. “Le unità delle forze armate russe che partecipano ai test di risposta dello Stato dell’unione continuano il dispiegamento in Bielorussia – si legge in un comunicato della Difesa – Un altro treno ha portato nella stazione di scarico una batteria del sistema di missili terra aria Pantsir-S del distretto militare orientale”. Le esercitazioni serviranno a “rafforzare la protezione della Frontiera statale per evitare la penetrazione di gruppi armati, bloccare i canali di consegna di armi e munizioni, così come cercare, bloccare e distruggere formazioni armate illegali”, si specifica.

Infine, nella giornata di ieri il capo della diplomazia russa, Serghei Lavrov ha lasciato queste dichiarazioni: “Vogliamo relazioni buone, giuste, rispettose e uguali con gli Stati Uniti, come con qualsiasi altro Paese al mondo. La Russia non vuole rimanere in una posizione in cui la (sua) sicurezza viene regolarmente violata”. Lavrov nell’intervista rilasciata ad una televisione russa ha poi focalizzato l’attenzione sull’allargamento dell’Alleanza atlantica ad Est: “Ogni volta, si scopre che la linea che i paesi della Nato devono difendere si sposta più a est, e ora si è già avvicinata all’Ucraina.’’ Infine ha concluso il suo intervento annunciando che Mosca invierà presto ai Paesi della Nato e all’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (Ocse) “una richiesta ufficiale esortandoli a specificare come intendono attuare il loro impegno a non rafforzare la loro sicurezza a scapito di quella della altri”.

Data:

31 Gennaio 2022