A pochi giorni dalla 75ma Mostra del Cinema di Venezia, il nuovo film di Alfonso Cuaron sta già attirando l’attenzione della critica e degli appassionati. “Roma”, questo è il titolo della pellicola prodotta da Netflix, racconta la vita di una famiglia borghese (ndr, che ricorda quella in cui è vissuto Cuaron) di Città del Messico a inizio anni Settanta. Ma, come si vede nel trailer, il film parla anche di un evento storico noto come il massacro del Corpus Christi, ovvero la violenta repressione, con tanto di morti, di una protesta studentesca da parte di un corpo d’élite dell’esercito messicano avvenuta nel 1971, a cui partecipò anche Oriana Fallaci. Nel film c’è anche un ritratto delle fatiche domestiche di Cleo e Adele, entrambe di origini mixteche, che lavorano per la famiglia nel quartiere borghese di nome Roma. Un nucleo familiare composto da Sofia, madre di quattro figli e con marito sempre assente, e con la tata Cleo alle prese con notizie disastrose che minacciano di distrarla dall’occuparsi dai figli della sua padrona che ama immensamente.
Nonostante il breve trailer in bianco e nero e senza dialoghi a disposizione degli addetti ai lavori, sembrerebbe che il regista messicano abbia lavorato “al suo film più importante”, aggiungendo in una intervista a Indiewire che “il novanta per cento delle scene del film sono venute fuori dalla mia memoria, a volte chiaramente, a volte in modo più ambiguo. Quegli anni sono un momento che mi ha formato, ma anche un momento che ha trasformato il mio Paese, l’inizio di una lunga trasformazione del Messico”. Oltre al Lido di Venezia, che rivede Alfonso cuaron dopo 5 anni da “Gravity”, Oscar alla migliore regia nel 2014, il film verrà presentato ai festival di Telluride, Toronto e New York. La chiave di lettura di “Roma” è puramente amarcord per Cuaron, aggiungendo durante l’intervista che “tutta la ricerca era al mio interno; i personaggi che racconto esistono nella vita reale e sono persone che amo profondamente. Ho dovuto fare un viaggio attraverso i miei ricordi, nel labirinto della memoria. Questo vale anche per le conversazioni che metto in scena tra persone che erano lì davvero e che hanno vissuto quegli eventi con me”. La proiezione al pubblico avverrà il 30 agosto alle 19:15 presso la Sala Grande del Lido su Lungomare Marconi.