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CULTURA E TERRITORIO – Misteriosi e affascinanti i castelli del Garda Trentino

Ricchi di suggestioni, avvolti dalla storia, raccolti dalle rive del lago più grande d’Italia alle sponde della Valle dei Laghi, i castelli nel Garda Trentino schiudono numerose possibilità per scoprire nuove sfumature del passato di questo territorio, così eclettico e mai scontato. Vi porto con me in una visita tra atmosfere in cui la cultura si coniuga con il territorio.

Inespugnabili fortezze medievali, eleganti dimore rinascimentali, residenze di principi, vescovi e conti; la gran parte con mura austere dietro le quali si celano balconi verdeggianti affacciati sul Lago di Garda o altri paesaggi naturali: sono i castelli del Garda Trentino.

Queste maestose costruzioni rappresentano la storia di una terra a bordo lago da sempre crocevia di mercanti, pellegrini ed eserciti, per secoli ricercata da signorie italiane, repubbliche e imperi. Un passato talvolta tumultuoso, intreccio di ambizioni, di spazi contesi, di dinastie in lotta… Oggi, il clamore degli scontri si è assopito ma i castelli (o quel che ne rimane) continuano a esercitare un fascino magnetico e a raccontare la loro storia a chi la sa ascoltare. Fra sale impreziosite da pareti affrescate, pregiati dipinti e soffitti a cassettoni e ancora, armi medievali, mobili in legno ed elementi scultorei.

Riva del Garda

La Rocca di Riva del Garda, possente castello sull’acqua

La Rocca è il Castello di Riva del Garda, eretto nel XII secolo a difesa del centro cittadino. Per la sua posizione incantevole, durante il Rinascimento, divenne una dimora di piacere, arricchita da giardini e ariose sale affrescate. Con l’avvento dell’Impero Austroungarico, però, la Rocca recuperò la sua funzione militare e subì una radicale riqualificazione in caserma e fortezza da cui la guarnigione poteva controllare la cittadina e la porzione di lago antistante.

Oggi la Rocca ospita il MAG, il Museo Alto Garda, che raccoglie affascinanti testimonianze del passato del Garda Trentino, fino al Novecento, tracciando lo sviluppo turistico dell’Alto Garda e mostrando le vicende che hanno segnato la zona tra i due conflitti mondiali.

Accanto alla sezione storica, per chi ama l’arte, è interessante la Pinacoteca, con una raccolta di opere della produzione figurativa in area gardesana.

Riva del Garda

Il Bastione di pietra grigia

Arroccato sul monte Rocchetta, è uno dei simboli di Riva del Garda, a dominio della città e del lago. Costruito all’inizio del XVI secolo, quando era appena terminata la dominazione veneziana di Riva del Garda, per garantire una maggior sicurezza al borgo sottostante, venne distrutto nel 1703 dalle truppe francesi guidate dal generale Vendome. Il Bastione con i secoli ha perso l’originaria funzione militare ma ha conservato il suo fascino severo, anche grazie ai recenti lavori di restauro conservativo. Chi lo visita può ammirare la massiccia struttura esterna e quanto rimane dell’interno, oltre al magnifico panorama dell’Alto Garda.

È raggiungibile senza difficoltà con una passeggiata che sale fra la vegetazione fino a circa duecento metri di quota. Un sentiero più impervio porta poi alla chiesa di Santa Barbara (610 m) e alle cime più alte della Rocchetta (1520 m). Dal 2020, inoltre, un ascensore inclinato panoramico collega in solo due minuti il centro storico di Riva del Garda con il Bastione.

Arco

Castello di Arco, icona dell’Alto Garda

Assieme al lago, la presenza del Castello di Arco è uno degli elementi che caratterizza il paesaggio del Garda Trentino, dominando la piana del fiume Sarca, là dove si allarga.

Tre vie salgono fino al castello, che fu residenza dei Conti d’Arco durante il Medioevo, e tutte, dopo aver lasciato le ultime case dell’abitato, si snodano tra gli ulivi che cingono l’altura per raggiungere in pochi minuti la sommità. Superata l’ultima cinta, si accede al Prato della Lizza, balcone verdeggiante sul territorio del Garda Trentino, sovrastato dalle imponenti pareti della Torre Grande, dalla Prigione del Sasso e dalla Sala degli Affreschi; in cima, ultimo rifugio in caso di assedio, la Torre Renghera che con la sua campana chiamava a raccolta i contadini.

Negli ultimi anni, il Prato della Lizza è frequentato dagli appassionati dei festival all’aperto: un fitto programma di concerti e spettacoli, infatti, anima le sere estive ai piedi del castello.

Dro-Drena

Castel Drena, sentinella della valle della Sarca

Per chi percorre la Valle della Sarca è impossibile non notare Castel Drena e il suo mastio che risalta contro i pendii boscosi alle loro spalle. L’origine del castello risale al XII secolo, quando fu eretto a guardia e controllo dei traffici lungo il fiume. Proprio per la sua posizione strategica fu a lungo conteso dai signori locali finché la famiglia d’Arco non riuscì a prevalere. La storia di Castel Drena si conclude bruscamente nel 1703 quando il maniero viene distrutto dalle truppe del generale Vendome, responsabile della devastazione di numerose rocche del Garda Trentino (Arco, Penede, Tenno).

Oggi i ruderi del castello ospitano nelle sue sale mostre ed eventi ed è ancora possibile salire fino alla cima del mastio, alto ben 25 metri, che regala una vista spettacolare sulle Marocche e sulla valle della Sarca.

Valle dei Laghi

Castel Toblino, dove regna il romanticismo

Un castello rinascimentale che sembra nascere da acque color smeraldo, costruito su una lingua di terra che si estende sull’omonimo lago. Circondato da boschi e vigneti è il luogo perfetto per una foto da favola! Castel Toblino, situato nella Valle dei Laghi tra Padergnone e Sarche, in provincia di Trento, è considerato uno dei luoghi più romantici del Garda Trentino. All’atmosfera idilliaca contribuisce anche un’antica leggenda che identifica in questo maniero il teatro dell’amore proibito tra il principe vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo e la nobildonna Claudia Particella. Molto scenografica la cinta muraria merlata di epoca medievale che circonda l’intera struttura e il parco circostante.

Le visite si effettuano su prenotazione, a raggiungimento del numero minimo di partecipanti.

Torbole sul Garda – Nago

Castel Penede, il passato che ritorna

I ruderi di Castel Penede coronano la monumentale rupe, che si protende verso il Lago di Garda sopra Torbole. È un punto panoramico eccezionale, autentica specola sul Lago di Garda.

Il castello, costruito su un sito preistorico e forse fortificato dai Romani, è menzionato per la prima volta nel 1210. Nel corso dei secoli, fu conteso tra varie famiglie e fazioni, inclusi i Guelfi e Ghibellini, i d’Arco e i Castelbarco. Subì diversi attacchi, tra cui quelli delle truppe di Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, nel 1438 e dei Franco-Spagnoli del Duca di Vendôme, nel 1703, che lo saccheggiarono e incendiarono. Nel 1914, fu fortificato dagli Austriaci e munito di artiglierie in collegamento con i forti di Nago.

Nel bosco sottostante si notano i resti di un enorme muro in calce (forse una torre romana), parte di una scalinata in pietra viva rossa e reperti antichi quali tegoloni di argilla, monete, ceramiche, a testimonianza della presenza romana.

Comano

Castello di Stenico, medioevale guardiano della valle

Dalla sua massiccia rupe controlla e domina tutto il territorio circostante: inespugnabile fortezza medievale, elegante dimora rinascimentale e caserma militare austroungarica durante la Grande Guerra, oggi questa struttura è uno dei complessi fortificati meglio conservati e più affascinanti dell’intero territorio. Dal XIII secolo il Castello di Stenico ha rappresentato l’emblema del potere vescovile di Trento nelle Giudicarie ed è stato utilizzato come abitazione e sede amministrativa dai capitani e dai funzionari che hanno governato questa zona. I differenti stili architettonici che caratterizzano la Fortezza rispecchiano la sequenza dei principi vescovi, che qui hanno soggiornato nei mesi estivi e che hanno ampliato e abbellito il castello, trasformandolo in una prestigiosa dimora signorile.  All’austerità e all’imponenza dei profili esterni, infatti, si contrappone l’eleganza e la raffinatezza degli ambienti interni, impreziositi da pareti affrescate, pregiati dipinti e soffitti a cassettoni. Inoltre, all’interno del castello sono custoditi numerosi manufatti provenienti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio ed elementi scultorei altomedievali portati alla luce nella cappella di San Martino.

Comano

Castel Campo, inaspettate sorprese

Monumentale castello nel bosco ai limiti della Piana di Lomaso, che dal 1920 appartiene alla famiglia Rasini di Milano, è un originale connubio artistico e architettonico che include lo stile medievale, il romantico e il neogotico. L’offerta “artistica” però rappresenta solo una minima parte delle opportunità offerte da questo luogo, che si può vedere prenotando una visita guidata.

Dal 2007, inoltre, grazie a una ONLUS locale, Castel Campo ospita eventi culturali, corsi sull’orticoltura e campi estivi per dare nuove possibilità a persone toccate da difficoltà di carattere psicosociale. Notevole l’attività agricola, impegnata da anni con successo a recuperare e conservare la fertilità del terreno.

Comano

Castel Restor, crocevia del passato

La prima notizia relativa a Castel Restór risale al 1265 quando il principe vescovo di Trento Egnone di Appiano concesse in feudo l’altura a Federico d’Arco, e gli permise di costruirvi un castello fissando l’obbligo di ospitare gli abitanti del Bleggio in caso di pericolo.

La fortificazione sorse in un territorio di fondamentale importanza per il collegamento tra il Banale, le Giudicarie, il Lomaso e il Basso Sarca. Durante gli anni divenne teatro di continue e feroci battaglie e mantenne le sue funzioni difensive fino al XVIII secolo, quando venne trasformato in casino di caccia.

Castel Restór doveva presentarsi originariamente con un impianto piuttosto simile alle altre fortificazioni dei conti d’Arco, quali Drena e Castellino: una torre quadrangolare circondata tutt’intorno da una cinta muraria curvilinea. Oggi si presenta allo stato di rudere, nonostante se ne possa ancora apprezzare la possente torre.

Amiamo la nostra Italia, preserviamone il territorio dallo scempio e valorizziamo la cultura millennaria. Impegniamoci per consegnarli ai nostri giovani.  Assicurare un armonioso sviluppo sostenibile, fatto di natura, agricoltura e cultura, a tutti i nostri luoghi incantevoli, altrimenti condannati al degrado può essere un’opportunità.

Photo Credits: Archivio Garda Dolomiti Spa

Antonella Giordano

Data:

8 Febbraio 2025