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DA UNO STRUMENTO ANTICO POTREBBERO ARRIVARE SOLUZIONI PER UNA PARTE DELLE EMERGENZE AMBIENTALI DI OGGI

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Finalmente il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha battuto un colpo sul tema di un piano straordinario di manutenzione del territorio forestale, al quale consegue inevitabilmente la cura dell’ambiente e della situazione idrogeologia in cui versa il paese. Il provvedimento fa specifico riferimento ai centri montani che rispetto ai grandi bacini urbanizzati soffrono la carenza di risorse adeguate per gestire la tutela dell’ambiente nella misura che tale ambito meriterebbe.

E’ un segnale importante in questa tremenda fase della vita del paese che, insieme al resto del mondo, si trova a fronteggiare una pandemia, tanto micidiale quanto oscura, che sta mettendo in ginocchio l’economia e ha causato già troppo morti. Sostenere la difesa dell’ambiente e comprenderne il valore fondamentale per la vita degli esseri umani è un punto chiave essenziale per qualsiasi ipotesi di rilancio.

Nel nostro Paese, la cura del patrimonio forestale ha un epigono relativamente antico: l’istituto del “Consorzio forestale,” istituito con Regio Decreto Legge numero 3267 del 30 dicembre 1923. Sulla base di questo Istituto sino ad oggi in Italia si sono formati e vivono diversi consorzi forestali, concentrati prevalentemente nel centro-nord. Sono gestiti e animati dalla passione degli amministratori comunali e degli operatori economici del settore agro-silvo-forestale. Grazie ad un lavoro certosino hanno preservato e valorizzato luoghi bellissimi, dando la possibilità alle comunità locali di trovare uno dei modi più sani di vivere: ricavare i mezzi per vivere dallo scambio intelligente tra l’uomo e la natura, vissuto in maniera equilibrata ma soprattutto lungimirante. E’ così che oggi si possono ammirare e vivere parchi naturalistici bellissimi e ben curati; assaporare i frutti che questi garantiscono all’uomo attraverso una coltivazione mirata ed ecosostenibile; godere di un turismo sano e all’aria aperta; avere allevamenti di bestiame alimentati con prodotti sani e coltivati negli stessi territori.

A ciò va aggiunto lo straordinario lavoro che i Consorzi forestali fanno per la tutela del territorio e dell’assetto idrogeologico nonché la straordinaria prevenzione degli incendi estivi dei boschi. Comprendere il legame, e la dipendenza, che l’uomo ha con la natura è principalmente un fattore di sensibilità e di cultura, oggi troppo spesso dimenticati.

Ma, per tornare al Decreto Semplificazioni, all’articolo 47, si fa riferimento a “un Piano straordinario di manutenzione del territorio forestale e montano per soddisfare le esigenze di miglioramento della qualità delle superfici forestali secondo direttrici incentivanti e di semplificazione”.
Fattore importantissimo è poi il fatto che il decreto estende ai piccoli Comuni (fino a 20.000 abitanti) il meccanismo dello «scambio sul posto altrove» per incentivare l’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Viene introdotto anche un piano straordinario di manutenzione del territorio forestale e montano per soddisfare le esigenze di miglioramento della qualità delle superfici forestali secondo direttrici incentivanti e di semplificazione.

Sull’articolo, la Ministra ha affermato che “è in linea con l’obiettivo 15 dei diciassette per lo sviluppo sostenibile elaborati dall’ONU e dal Green New Deal UE, che comprende anche la nuova Strategia europea della biodiversità 2030.

Grazie al lavoro delle imprese agricole e forestali, con i fondi stanziati ci si prefigge l’obiettivo di migliorare la funzionalità delle aree forestali in zone montane e nelle aree interne, operando con le migliori tecniche forestali per implementarne resistenza e resilienza ai cambiamenti climatici.
Gli interventi che saranno programmati puntano infatti alla realizzazione di azioni che riducano la frammentazione, collegando le aree forestali italiane che ricoprono il 36% del territorio nazionale ma che sono separate da infrastrutture (es. strade, aree urbanizzate, ferrovie). Le attività potranno comprendere interventi di prevenzione degli incendi boschivi, riconosciuti come la causa della diminuzione dei livelli di assorbimento della CO2 delle foreste italiane. Infine, è previsto un finanziamento alle Regioni per la realizzazione dei Piani di area vasta, così come definite dal Testo unico in materia di foreste e delle filiere forestali (D.lgs. n.34/2018). Tutte attività volte a salvaguardia e miglioramento delle risorse forestali esistenti, nell’ottica della gestione forestale sostenibile”.

Ultimo elemento da considerare, ma non meno importante, è la tendenza che si è avuta negli ultimi anni del ritorno alle attività agro-forestali di giovani imprenditori. Questo scenario depone a favore di un possibile rilancio della montagna, dei lavori in agricoltura, che un tempo venivano snobbati proprio dai giovani perché considerati socialmente ingrati. Se questa tendenza venisse rafforzata e incoraggiata dallo Stato, con strumenti come quello di cui stiamo parlando, darebbe un grande incremento alla tutela del territorio e dell’ambiente nonché ad uno sviluppo economico certamente più sostenibile di quello che abbiamo oggi.

Data:

20 Settembre 2020