Dalla Corea del Nord:”Sanzioni sono atto di guerra”
Le nuove sanzioni approvate venerdì dal Consiglio di sicurezza dell’Onu equivalgono ad “un atto di guerra”. Così, in una nota, il ministero degli Esteri della Corea del Nord, che ha ribadito l’intenzione di non rinunciare al suo programma nucleare, a dispetto del “blocco economico totale” imposto. “Gli Stati Uniti – si legge nel comunicato – completamente terrorizzati dal successo della grande causa storica di aver completato una forza nucleare di Stato, stanno diventando sempre più frenetici nell’imporre le sanzioni più dure della storia e nel fare pressione sul nostro Paese”. Ma, prosegue il ministero degli Esteri, “noi consolideremo ulteriormente la nostra deterrenza nucleare a scopo di autodifesa, con l’obiettivo di eliminare completamente le minacce nucleari americane, il ricatto e le manovre ostili, stabilendo di fatto un equilibrio di forze con gli Stati Uniti”. “Noi respingiamo totalmente le ultime sanzioni dell’Onu come un attacco violento alla sovranità della nostra repubblica ed un atto di guerra che distrugge la pace e la stabilità della penisola coreana e della regione”, scandisce ancora la nota del ministero degli Esteri nordcoreano. Che prosegue: “Se voi credete che queste sanzioni inoffensive possano fermare la marcia vittoriosa del nostro popolo che ha raggiunto l’obiettivo storico di sviluppare armi nucleari, vi sbagliate di grosso”. “Gli Stati Uniti e le marionette che li seguono – conclude il comunicato, citato dall’agenzia di stampa Kcna – non devono dimenticare lo status della nostra nazione, che è una nazione che può porre una minaccia nucleare reale al territorio continentale americano”.
Due giorni fa, il Consiglio di Sicurezza ha approvato all’unanimità il quarto round dell’anno di sanzioni contro Pyongyang per via del suo programma nucleare e missilistico, bloccando quasi completamente le esportazioni di petrolio e prodotti raffinati verso la Corea del Nord, ma anche di macchinari, prodotti alimentari, per l’agricoltura, legname e materiale elettrico.
San Juan, “c’è un nuovo contatto”
E’ stato “rilevato un nuovo contatto” nell’area dove il 15 novembre scorso si sono perse le tracce del sottomarino argentino Ara San Juan. A riferirlo è stata la Marina argentina, si legge sulla versione online de ’La Nacion’. Un contatto che “sarà esaminato”, si sottolinea, da un sommergibile russo, in grado di immergersi fino a mille metri di profondità.
Il sottomarino argentino Ara San Juan è scomparso al largo della Patagonia con a bordo 44 membri dell’equipaggio. Da allora era già capitato di captare un segnale, ma le ricerche non hanno dato fino a ora nessun esito. Ormai tre settimane fa il ministro della Difesa argentino, Oscar Aguad, aveva detto che “secondo la Marina, le condizioni estreme in cui è avvenuta la scomparsa e il lasso di tempo trascorso sono ormai incompatibili con l’esistenza in vita”. Insomma, a bordo sarebbero già tutti morti, aveva chiarito.
Filippine sconvolte dalla tempesta Tembin: 200 morti
Si aggrava il bilancio del passaggio della tempesta tropicale Tembin sulle Filippine. Le autorità hanno riferito che le vittime sono circa 200, mentre 150 persone risultano disperse e 70mila sono rimaste senza casa. I soccoritori, a causa delle forti e incessanti piogge e delle strade bloccate dal fango e dai detriti, non sono ancora riusciti a raggiungere alcune aree dell’isola di Mindanao, devastata dal passaggio di Tembin. Che adesso, con venti fino a 120 chilometri all’ora, si sta dirigendo verso il sud del Vietnam.
Allarme Bitcoin: “Rischio perdite totali”
La Consob tedesca inizia ad alzare la voce sul Bitcoin. Il capo dell’autorità nazionale Bafin, Felix Hufeld, ha messo in allerta i consumatori spiegando in un’intervista a Bild che fare operazioni con la nota criptovaluta potrebbe renderli “amareggiati perdenti” e costare loro l’azzeramento dell’investimento. “Questi processi sono altamente speculativi e c’è la possibilità di perdite totali” sul proprio capitale, ha affermato. La criptovaluta, scambiata attraverso una piattaforma digitale che utilizza la crittografia per proteggere le transazioni e verificarle, è passata in un anno dal valore di mille dollari ai 20mila dollari di metà dicembre, mostrando un’accentuata volatilità.