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Dalla sperimentazione sugli animali al primo trapianto su uomo di ossa ricavate dal rattan

Ci sono voluti otto lunghi anni di sperimentazione sugli animali, con esito positivo nel 100% dei casi, per giungere all’ambizioso traguardo: a luglio per la prima volta protesi ricavate dal legno del rattan, in sostituzione delle tradizionali protesi in titanio, saranno impiantate su un uomo.

Il rivoluzionario sistema di ricostruzione ossea è stato messo a punto dall’équipe di ricerca Bioceramici del Cnr di Faenza, guidato dalla dottoressa Anna Tampieri, ed è destinato a cambiare il modo di curare fratture e tumori ossei.

Per portare avanti il progetto è stata creata una start up dal nome “GreenBone”.

A luglio, in una clinica inglese, il primo impianto su un essere umano. Seguirà una ulteriore fase sperimentale che coinvolgerà Svizzera, Israele, Gran Bretagna ed Italia. L’obiettivo è di rendere il materiale bio attivo che imita l’osso a disposizione di tutti entro i prossimi due-tre anni.

La ricercatrice e direttrice dello studio presso il centro di ricerca spiega i meccanismi del processo: “Questo pezzo di rattan, un legno della famiglia del bambù che ha una struttura organizzata a canali molto simile alla struttura osteonica del tessuto osseo, viene sottoposto ad una trasformazione in 3D, cioè senza mai cambiare la sua struttura, generando così un materiale che riproduce la chimica della struttura del tessuto osseo”.

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Il risultato ottenuto dalla dottoressa Anna Tamperi è che le cellule riconoscono questo materiale come un vero osso, un piccolo inganno che le stimola a fare quello che fanno ogni giorno sul nostro scheletro cioè, rigenerare. Nel tempo il finto osso viene riassorbito. Il femore, l’anca, ma anche il piccolo ossicino fratturato, tornano ad essere vere ossa.

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L’amministratore delegato di GreenBone, Lorenzo Pradella, rimarca l’eccezionalità del risultato “Finalmente abbiamo realizzato il sogno di poter ridare una vita normale non solo ad un adulto ma soprattutto ai bambini. La sfida per trovare un materiale idoneo per la ricostruzione di grandi porzioni ossee è nata già dal 2006. GreenBone è un nuovo materiale per rigenerare le ossa di un paziente, danneggiate da traumi o tumori.

Il nuovo materiale deriva dalla trasformazione chimica del bambù, che ha una struttura interna estremamente simile a quella delle nostre ossa. GreenBone ha la stessa composizione dell’osso umano ed ha confermato di essere il miglior materiale per la rigenerazione ossea”.

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Il gruppo di ricerca dell’ISTEC-CNR di Faenza, con la guida della dottoressa Tampieri, non è nuovo allo sviluppo di materiali innovativi in campo ortopedico già ampiamente utilizzati in clinica. Questo ulteriore successo, che conferma l’eccellenza del team del CNR, è nato osservando la natura. Le nostre ossa, sostanzialmente, portano peso e fanno passare vasi sanguigni. I ricercatori hanno intuito come altre strutture presenti in natura – per esempio le piante, che svolgono funzioni simili alle ossa, come portare peso e fare passare vasi linfatici – potessero avere una struttura interna altrettanto simile a quella delle nostre ossa. Grazie alle elevate competenze chimiche, fisiche ed ingegneristiche, sono riusciti a trasformare alcuni particolari tipi di legno in un impianto con la stessa composizione chimica dell’osso conservando la capacità del legno stesso di portare peso. Il risultato rivoluzionario è un materiale in grado di rigenerare osso naturale conservando allo stesso tempo la portanza di carico e quindi la possibilità di movimentare il paziente prima e meglio.

GreenBone consente di scongiurare le significative menomazioni per quei pazienti che, a causa di gravi traumi o tumori, hanno perso considerevoli porzioni di osso. Inoltre, consente di ridurre i tempi di guarigione, migliorare la qualità di vita del paziente e contenere notevolmente i costi sociali e del servizio sanitario.

L’idea, nata e sviluppata nei laboratori di ricerca dell’Istituto di Scienze e Tecnologia dei Materiali del CNR di Faenza, ha già ottenuto la concessione di un brevetto in Usa, UE, Cina ed altri Paesi, mentre è in corso di approvazione un ulteriore brevetto internazionale. I brevetti sono oggetto di una licenza mondiale esclusiva con il CNR.

Importanti finanziatori, quali Invitalia Ventures, Innogest, Gruppo Sviluppo imprese Romagna, hanno investito nel progetto oltre 11 milioni di euro.

La presenza di un panel di investitori di questo livello – spiega Lorenzo Pradella – è un grande valore per GreenBone. In particolare Helsinn Investment Fund ci porta non solo risorse finanziarie ma anche know-how ed esperienza commerciale in grado di aiutare a commercializzare un prodotto in modo tempestivo e conveniente. Siamo determinati ad andare avanti nello sviluppo del nostro prodotto e portarlo in tempi brevi ai nostri pazienti”.

cms_9616/5.jpgPer Ciro Spedaliere, Investment Manager di Invitalia Venture SGR,l’investimento in GreenBone riveste un’importanza fondamentale perché si tratta di un round di investimento tra i più alti registrati in Italia nel 2017. Questa operazione dimostra soprattutto quanto sia possibile attrarre investitori esteri di alto standing come il Gruppo Helsinn. Siamo pronti a supportare GreeBone con l’obiettivo di farla diventare il leader mondiale nel campo della rigenerazione ossea”.

Obiettivo del gruppo di lavoro è di completare gli studi clinici entro il 2019.

Un’ulteriore conferma di una ricerca, quella italiana, capace di produrre risultati destinati a segnare passaggi epocali verso le sfide del futuro, una ricerca da sostenere ogni giorno e non da celebrare solo nelle grandi occasioni.

La ricerca scientifica come fondamentale strumento per superare i limiti della conoscenza umana. E’ solo grazie al lavoro realizzato costantemente in ogni campo di attività di ricerca, dall’agroalimentare alla medicina, passando attraverso la fisica, l’economia, la filosofia, se il nostro sistema Paese vince la sfida della globalità.

(Fonti: “Leonardo” tg della scienza e sito ufficiale “GreenBone”)

Data:

4 Luglio 2018